Le banche finanziatrici di Rcs hanno comunicato a Cairo Communication di aver rinunciato all’esercizio delle facoltà di richiedere il rimborso anticipato del debito derivante dal contratto di finanziamento del 14 giugno 2013, modificato poi lo scorso 16 giugno. La decisione è stata presa “in ragione dell’acquisto del controllo di Rcs Mediagroup da parte di Cairo Communication”. Nella rinegoziazione del debito con le 6 banche creditrici avvenuta lo scorso 16 giugno è stata introdotta una novità, ossia la clausola di “change of control” del Gruppo di via Rizzoli, fissando al 25% la soglia di controllo che fa scattare la facoltà degli Istituti di chiedere la restituzione anticipata del finanziamento.
Il finanziamento rimodulato con le banche il mese scorso, ha un valore complessivo di 352 milioni ed è ripartito in una linea “term” di importo massimo fino a 252 milioni e una linea rotativa fino a 100 milioni, al netto del rimborso integrale per 71,6 milioni di una delle linee di credito del vecchio contratto di finanziamento (la linea A) con parte dei proventi netti della vendita di Rcs Libri. Entrambe le linee di credito hanno scadenza al 31 dicembre 2019. La linea “term” avrà rate di rimborso per 10 milioni a fine marzo e a fine giugno del 2017, per 15 milioni a fine dicembre 2017 e per 25 milioni a fine giugno e fine dicembre 2018, a fine giugno 2019 e a scadenza finale il residuo. Per la linea “revolving” è previsto che ciascun utilizzo venga rimborsato alla scadenza del relativo periodo di utilizzo scelto e in caso entro la scadenza finale. L’accordo non prevede impegni o vincoli riguardanti l’esercizio della delega in essere sull’aumento di capitale fino a 200 milioni di euro, o obblighi di dismissione di beni.
Il nuovo finanziamento prevede invece obblighi per Rcs sulla posizione finanziaria netta entro i 430 milioni nel 2016 (410 milioni in caso di vendita di attività non strategiche), 410 milioni nel 2017 (385 milioni con dismissioni) e 340 milioni entro il 2018 (315 milioni con vendite). Gli impegni con le banche prevedono poi che Rcs abbia un rapporto tra posizione finanziaria netta e il margine operativo lordo come indicato nel piano industriale al 2018 con un margine (headroom) del 10% per il 2016 (debito non oltre 4,4 volte il mol) e del 15% nel 2017 e 2018 (3,45 volte l’obiettivo di piano per il 2017, 2,3 per il 2018). Sul capitale, infine, è prevista una tolleranza o “headroom” di 10 milioni sui 105,2 milioni al bilancio consolidato a fine 2015.
Via libera dalla Consob
Ma le buone notizie non finiscono qui, per il nuovo patron del “Corsera”. La Commissione Consob si è riunita per un confronto-lampo la mattina di venerdì 22 luglio, per esaminare l’esposto presentato dalla cordata di Imh sull’opas di Cairo su Rcs. Ebbene dopo aver “esaminato gli esposti pervenuti relativi all’offerta Cairo su Rcs. Riservandosi ogni eventuale ulteriore accertamento, la Commissione non ha ritenuto, allo stato, sussistenti i presupposti per la sospensione cautelare dell’offerta Cairo”. Dunque, un altro muro che crolla.
Quotazioni in rialzo
Procedono in rialzo sia Rcs (+0,67% a 0,9 euro), sia Cairo Communication (+0,7% a 4,05 euro) a Piazza Affari dopo la nota della Consob, che non ravvisa la presenza di presupposti per sospendere l’Opas di Cairo a seguito dell’esposto di Imh. Ha avuto un impatto positivo, ovviamente, anche il via libera all’operazione delle banche, che hanno rinunciato alla facoltà di rientro anticipato del credito concesso a via Rizzoli dopo il cambio di controllo.
robyuankenobi
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