L’Iran considera l’omosessualità un crimine da punire anche con la pena capitale, ma a tre giorni dal voto sul ddl Cirinnà il presidente Hassan Rohuani sarà ricevuto in Campidoglio con tutti gli onori diplomatici.
La campagna si chiama #diteloarohuani e ovviamente comprende anche le violazioni dei diritti delle donne e degli oppositori, nonché delle minoranze religiose cristiane ed ebree, oltre che i dati sulle pene capitali che vengono comminate agli omosessuali. Titolo ironico del dossier? «Il volto sorridente dei mullah».
Solo per fare un esempio, nello staff governativo di Hassan Rohuani tuttora militano persone che si sono macchiate di crimini contro l’umanità ai danni degli oppositori politici dell’ayatollah Rohuallah Khomeini. Il quale, nei primi mesi della rivoluzione del 1979 fece sterminare tre o quattro decine di migliaia di ex alleati nella rivolta contro lo Sha. Generalmente erano comunisti come il nonno della scrittrice Marjan Satrapi, persona di cui si parla nel cult film tratto dalla graphic novel scritta dalla nota regista. I due ex incaricati delle purghe khomeniste sarebbero Mostafa Pour Mohammadi e Sayed Ebrahima, il primo oggi è ministro di giustizia, l’altro procuratore generale della repubblica islamica. Saranno entrambi a Roma (lunedì 25 gennaio, ndr) per incontrare i loro omologhi italiani. E magari per stringere accordi anche in materia di lotta alla droga e alla criminalità. Insomma Renzi e il suo governo rischiano di stringere mani sporche di molto sangue.
D’altronde solo quest’anno le esecuzioni in Iran sarebbero state 980, sempre secondo i dossier di «Nessuno tocchi Caino» (che il segretario Sergio D’Elia e la neo incaricata presso l’Onu sui diritti umani Elisabetta Zamparutti hanno illustrato venerdì scorso alla sede del Partito radicale transnazionale in via di Torre Argentina) con un incremento del 22 per cento rispetto alle 800 esecuzioni del 2014. L’Italia, essendo il Paese che è riuscito a imporre all’Onu proprio la moratoria sulle esecuzioni, dovrebbe trovarsi in grande imbarazzo nel ricevere così in fretta il capo di uno Stato che fino a pochi mesi fa era considerato «canaglia».
Rohuani secondo D’Elia non può essere investito da questa ondata di fiducia solo in nome degli affari che tutta Europa vuole fare con i mullah. Ricordate dai radicali anche le minacce a Israele e la sponsorizzazione al terrorismo islamico di matrice sciita, cioè hezbollah e dintorni. E anche a livello internazionale le incognite sono enormi: in Arabia Saudita in questi giorni si è scatenata una campagna di stampa contro l’Iran e il suo sostegno al terrorismo internazionale. Persino l’ex premier algerino dell’epoca della guerra civile degli anni ’90 oggi sostiene in un’intervista al quotidiano «Al shark al awsat», edito da liberali sauditi in quel di Londra, che il Fis algerino prendeva i soldi da Teheran. Rohuani viene a Roma dopo che tra il 13 e il 16 gennaio i giornali di tutto il mondo avevano parlato delle ultime esecuzioni tenute nei temutissimi supercarceri «Adelabad» di Shiraz e «Lakan» a Rasht: cinque persone di cui una minore di età. Per i Radicali oggi Renzi riceverà quindi «il capo dei boia mondiali», senza alcuna garanzia che i futuri affari delle imprese iraniane in Italia e italiane in Iran possano servire a far cambiare rotta a questo regime che lapida le adultere e impicca gli omosessuali alle gru.
di Dimitri Buffa
Questo articolo è stato originariamente pubblicato da Il Tempo
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Unioni civili, scontro di piazze tra Family day e #SvegliaItalia
Alfano: vorrei andare, ma non posso. Boldrini: sì a stepchild adoption
Dice di non poter andare al Circo Massimo perché “ricoprendo l’incarico di ministro dell’Interno ho il compito di supervisionare che l’intera manifestazione si svolga in un clima sereno e ordinato”, ma assicura che sarà “in piazza con la mente e con il cuore”. Il ministro dell’Interno Angelino Alfano, intervistato dall’Huffington Post, spiega le ragioni per cui non parteciperà di persona al Family Day del 30 gennaio, manifestazioni contro le unioni civili contrapposte ai 100 flash mob di #SvegliaItalia organizzati da associazioni e cittadini il 23 gennaio.
Al centro, come ammette lui stesso, c’è la mancanza di una posizione condivisa all’interno della coalizione di governo. “Sì a più diritti, no ad un’equivalenza con il matrimonio. E su questi punti non mi pare che al momento esista una mediazione efficace”. La sua è quindi una mancata partecipazione legata esclusivamente a ragioni politiche, commenta il senatore leghista Roberto Calderoli, che attacca. Il ministro, dice, “sia meno ipocrita: non scende in piazza semplicemente perché sarebbe devastante che il ministro dell’Interno manifestasse contro una legge che rischia di mandare a casa il suo governo se non dovesse passare. Tutto qui”.
A insistere sull’approvazione del ddl sulle unioni civili è anche la presidente della Camera Laura Boldrini, favorevole alla stepchild adoption. “Quando il partner muore ed il figlio resta solo, il partner ha il dovere di occuparsi del figlio – osserva -. E’ quasi naturale che questo dovere si traduca in un diritto. Se è un dovere naturale perché non deve essere anche un diritto?”. Ma ad assicurare battaglia è il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, che alla vigilia di #SvegliaItalia, ha deciso di illuminare il Pirellone con la scritta Family Day. “Pronti per il referendum abrogativo se il Parlamento dovesse approvare il pasticcio #Cirinnà #FamilyDay”. E su Twitter aggiunge: “La difesa della famiglia naturale fondata sul matrimonio è la difesa della Costituzione repubblicana e delle nostre radici”.
La mediazione di cui parla Alfano, leader di Area popolare che è il principale alleato del Pd al governo, è necessaria. Anche perché se l’attuale testo passasse con i voti del M5s e di Sinistra italiana, spiega lui stesso, “non sarebbe un bene per la coalizione“. “È un grave errore del Pd – prosegue il ministro – mettere insieme quelli che sono i diritti patrimoniali di due conviventi con il tema di adozioni, perché così facendo si apre la porta ad un’equiparazione con il matrimonio. È di buon senso auspicare un allargamento delle tutele per chi convive, è altrettanto di buon senso – prosegue – affermare che se si paragonano le unioni civili con i matrimoni, e si pensa a un insieme analogo di diritti e di doveri, si smonta la famiglia così come è prevista dalla nostra Costituzione. E inoltre qualunque giudice potrebbe a quel punto consentire l’adozione”.
Il ministro dell’Interno, peraltro, non aveva partecipato nemmeno al Family Day dello scorso giugno, ma a fine manifestazione era intervenuto su Twitter. Lì aveva ribadito la contrarietà alle unioni omosessuali e, riportando l’hashtag #difendiamoinostrifigli aveva commentato: “Spettacolo Piazza #SanGiovanni stracolma di donne, uomini e bambini! In Parlamento faremo sentire la loro voce”.
Calderoli: “Alfano, a dire le bugie cresce il naso”- Calderoli insiste sull’opportunità politica per Alfano di rimanere fisicamente lontano dalla piazza. “Alfano non va in piazza perché deve stare nella ‘stanza dei bottoni’ del Viminale per tutta la durata della manifestazione? Ma per favore”, dice Calderoli. Che prosegue: “Quindi secondo Alfano il ministro dell’Interno passerebbe le sue giornate da recluso nel Viminale per ‘sovrintendere’ alla sicurezza ogni volta che si svolge un grande evento di popolo, ogni volta che in piazza San Pietro c’è la folla ad ascoltare il Papa, ogni volta che lavoratori e sindacati sfilano per le strade di una metropoli, ogni volta che si gioca un derby di calcio e via dicendo? Attenzione, perché a dire le bugie poi cresce il naso“.
Fonte Il Fatto Quotidiano
Consuelo
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Affari con L’Iran,affari con l’Arabia Saudita che in fatto di gay non sono secondi a nessuno.Tutto il resto vale meno di zero.
L’Arabia Saudita ha sempre condannato a morte gli omosessuali
ESSERE GAY IN ARABIA SAUDITA È UNA CONDANNA A MORTE
http://www.mondofuori.it/essere-gay-in-arabia-saudita-e-una-condanna-a-morte/
Nakatomy
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