Renzi, tagliato fuori dal duopolio Merkel-Hollande, protesta: ‘Migranti, rischio esplosione per incapacità Ue’

Matteo Renzi torna all’attacco dopo la tensione di ieri al vertice di Bratislava (il primo dopo la Brexit) che ha visto il premier scontrarsi con Francia e Germania. …

Matteo Renzi torna all’attacco dopo la tensione di ieri al vertice di Bratislava (il primo dopo la Brexit) che ha visto il premier scontrarsi con Francia e Germania.

“Va bene l’attenzione alle regole – ha detto il premier a Firenze – e noi le rispettiamo, ma possiamo dire che queste non funzionano e lavorare per cambiarle. Noi non possiamo fare la foglia di fico ai problemi degli altri: io non sono fico e non sono foglia; noi non vogliamo far finta di nulla. L’Italia vuole più Europa, ma vuole Europa diversa e su questo si fa sentire”.

“Cosa è accaduto dopo la Brexit? – ha aggiunto – Si è fatto un percorso per arrivare al vertice di Bratislava, dove si è deciso che poi faremo un altro vertice a Roma nel marzo 2017, e alla fine ieri si è detto più o meno le stesse cose. Rispetto all’incontro di Ventotene non si sono fatti passi in avanti, ad esempio su due temi, come l’immigrazione e la crescita”.

“Sull’immigrazione – ha proseguito – il punto non è che noi vogliamo accogliere e loro no. Se è giusto salvare tutti in mare, non è giusto accogliere tutti solo in Sicilia e Puglia. Noi siamo italiani, quindi generosi, però non possiamo lasciare che un problema come l’immigrazione esploda per l’incapacità dell’Europa“.

E ancora sull’austerità: “Dobbiamo riconoscere che la ricetta dell’austerità dell’Europa era sbagliata, e quella della crescita degli Usa di Obama era ed è giusta: lo dicono i numeri, la realtà”.

Il premier in mattinata ha anche annunciato che ci saranno 100 milioni per i nuovi mezzi di forze dell’ordine nella legge di stabilità. “Quando sono andato a chiedere ai vigili del fuoco di quando fossero i mezzi di soccorso con cui erano intervenuti” per il terremoto, “mi è stato risposto ‘del 1985’. Ecco perché per il governo la sicurezza è una priorità ed ho già detto che metterò 100 milioni di euro per nuovi mezzi per le forze dell’ordine nella prossima legge di stabilità”, assicura.

Grande intuizione M5s sulla rete, ma non è trasparente – “Il Movimento 5 stelle ha fatto una cosa straordinaria, negarlo è un errore: la rete grazie a loro è diventato un gigantesco collante tra storie diverse. Loro sono stato molto più bravi di noi e in certe cose il Pd deve fare di più”. “Però se si dice che c’è lo streaming sempre – ha aggiunto – poi lo devi fare sempre. Noi lo streaming lo facciamo sempre, ma quello del Pd interessa meno. E’ vero anche che lo streaming cambia la modalità di fare una riunione. Il principio della trasparenza deve trovare delle regole validi per tutti. Il M5s ha avuto una grande intuizione che però si infrange contro una gestione non trasparente”. (Ansa)

***

La foto di Ventotene è durata meno di un mese: il 22 agosto, sulla portaerei Garibaldi, il premier Matteo Renzi aveva invitato Angela Merkel e François Hollande per indicare a tutti una nuova Europa con il trio di Paesi fondatori alla guida, dopo il trauma del referendum sulla Brexit. Ieri, a Bratislava, la prima riunione informale di tutti i 27 Paesi membri (Gran Bretagna non invitata) si è chiusa con una conferenza stampa congiunta tra Francia e Germania: è un inedito, di solito i Consigli europei a Bruxelles finiscono con le conferenze stampa dei singoli Paesi. Matteo Renzi non è stato invitato. Ha dovuto incontrare i giornalisti da solo e piuttosto seccato. Non è stato escluso, è lui che non ha voluto partecipare, prova a lasciar intendere: “Non posso fare una conferenza stampa con Merkel e Hollande non condividendo le conclusioni come loro. Non è un fatto polemico”, dice.

Per la verità, come ha ribadito il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, il vertice di Bratislava si è chiuso senza conclusioni. Quelle spettano alle riunioni ufficiali di Bruxelles. C’è soltanto una “Dichiarazione di Bratislava” approvata da tutti i 27 Paesi, Italia inclusa: “Siamo tutti d’accordo sui principi generali che seguono…”. Quindi è falso che Renzi non condivida le conclusioni. Anche perché è difficile contestarle, visto che sono soltanto auspici. Il più netto: “Non ammettere mai più il ritorno di un flusso incontrollato come lo scorso anno e ridurre il numero di migranti irregolari”. Poi i soliti impegni sulla lotta al terrorismo e un accenno che recepisce la fibrillazioni francesi e tedesche intorno al Ttip, il trattato commerciale in discussione tra Ue e Usa: discutere a ottobre “una robusta politica commerciale” che tenga conto “delle preoccupazioni dei cittadini”. Il governo italiano è l’unico grande Paese che sostiene in modo esplicito il Ttip anche in patria, non soltanto a Bruxelles.

Renzi sa come garantirsi qualche titolo sui giornali italiani e quindi si produce in un attacco alla Germania che non riduce il surplus commerciale (di quanto le esportazioni superano le importazioni), promette che “continueremo ad abbassare le tasse” e poi sfida Bruxelles su un tema popolare, “l’Europa non può essere quel soggetto che mi impedisce di intervenire sull’edilizia scolastica”. Poi annuncia che l’Italia è pronta a una “bella riflessione sul fiscal compact”, cioè il trattato internazionale sul pareggio di bilancio.

Ed è proprio nell’economia che bisogna cercare la spiegazione dell’umiliazione pubblica di Bratislava, nella continua tensione tra rigore e flessibilità, tra chi pretende rispetto degli impegni presi e chi pretende la revisione delle regole. Il 9 settembre, il capo del governo greco, Alexis Tsipras, convince altri cinque leader mediterranei a firmare la “carta di Atene”: più crescita e investimenti, meno rigore e così via. Mettersi sotto la bandiera della Grecia, in questa Unione europea a guida tedesca, è un segnale preciso. Tra i leader mediterranei ad Atene ci sono Renzi e Hollande. E subito il capogruppo del Partito popolare europeo all’Europarlamento, il tedesco Manfred Weber, attacca: “Il primo ministro Tsipras è tornato ai suoi soliti giochetti. La cosa di cui ha bisogno l’Europa oggi è l’unità, certamente non nuovi tentativi di divisione”. E ancora: “Il fatto che il presidente Hollande, probabilmente per ragioni di politica interna, e il primo ministro Renzi si lascino manipolare da Tsipras non è un vero segnale di senso di responsabilità”.

Weber, non nuovo a queste polemiche, di solito dice quello che Angela Merkel pensa, ma non esprime per il suo ruolo. Con l’avvicinarsi della legge di Bilancio, Renzi poi ha continuato a evocare deroghe, flessibilità, sconti sui tagli. E la Mekel ha scelto di umiliarlo a Bratislava.

Per coerenza, avrebbe dovuto escludere anche Hollande, visto che pure lui era ad Atene e che Parigi non è molto più virtuosa di Roma sui conti. Ma la Francia è la Francia e nel 2017 si vota, con il Front National in testa ai sondaggi. E la Merkel non ha voluto infierire. E soprattutto ha mandato un messaggio ai suoi elettori, che stanno riflettendo se merita un altro mandato nel 2017: l’Europa è a guida franco-tedesca che, come sanno bene in Germania, oggi significa che le decisioni si prendono a Berlino. Se l’Italia si adegua, le si può concedere anche qualche spot come il vertice di Ventotene e quello Merkel-Renzi a Maranello a fine agosto. Altrimenti l’Italia torna in seconda fila. Altro che direttorio a tre.

di Stefano Feltri

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Tag

Partecipa alla discussione