A Roma un nucleo speciale dei Carabinieri ha compiuto di recente un’operazione segreta per sequestrare migliaia di scarpe fabbricate con rifiuti tossici provenienti dalla Cina. Gli uomini del Raggruppamento operativo speciale (più spesso indicato semplicemente con l’acronimo ROS) l’unico organo investigativo dell’Arma con competenza sia sulla criminalità organizzata che sul terrorismo, ha inviato in una fabbrica dell’hinterland romano uomini e apparecchiature per procedere a una “denuclearizzazione” d’urgenza di migliaia di calzature. Secondo fonti anonime che hanno raccontato a Wsi.co i particolari sul blitz dei Carabinieri, per produrre le scarpe che poi venivano spedite sia nel nostro paese che in tutto il mondo, la fabbrica utilizzava rifiuti e scorie nucleari provenienti dalla Cina e inviati via container. Due persone sono state arrestate, per altre sono stati effettuati accertamenti anche per valutare il livello esposizione ed eventuale contaminazione a radiazioni nucleari.
Sequestri di questo tipo non vengono pubblicizzati e i media non se ne occupano. Secondo alcune fonti, circa 155 inchieste negli ultimi due anni hanno coinvolto vari porti e territori, tra cui Taranto, Genova, Lecce, Salerno, Napoli, Roma, Gioia Tauro, con al centro l’alleanza tra mafia italiana e cinese, personaggi italiani di diverse regioni e cittadini cinesi, per l’illecito trasporto, mediante falsificazione dei relativi documenti, di rifiuti anche pericolosi in Cina e a Hong Kong. Centinaia di migliaia di container di provenienza cinese sbarcano ogni giorno sul suolo nazionale con migliaia di prodotti e materiale che entrano senza alcun controllo, o controlli a campione assolutamente insufficienti.
Gli stessi container ripartono ogni giorno carichi di rifiuti tossici con destinazione Cina, ove vengono tritati, lavorati e dai quali si ottengono con procedimenti molto discutibili prodotti che vengono nuovamente inviati in Italia. Esattamente come nel caso delle scarpe fabbricate con materiale tossico proveniente da rifiuti nucleari sequestrate a Roma. La Guardia di Finanza è molto attiva nei sequestri mentre l’Agenzia delle Dogane dorme. Milioni di articoli sequestrati nelle attività cinesi perchè ritenute inadeguate ad essere commercializzate, prodotti pericolosi per il consumatore che non è tutelato minimamente in quanto la propria salute e sicurezza sono continuamente minate dai prodotti cinesi.
L’accordo tra mafie italiane e mafie cinesi sul trasporto e sullo smaltimento dei rifiuti tossici è ormai diventato un classico. La Cina, con prima destinazione il porto di Hong Kong, si presta a raccogliere i rifiuti, tossici e non, provenienti dal nostro territorio, necessariamente in accordo con la criminalità locale. E viceversa, con percorso all’incontrario.
Qualche tempo fa circa 300 mila giocattoli tossici e pericolosi, provenienti dalla Cina, sono stati sequestrati in tutta Italia dalla Guardia di Finanza di Macerata, dopo alcuni controlli in negozi della provincia marchigiana. Denunciato l’importatore, della provincia di Taranto. Dopo gli accertamenti tecnici e le analisi chimiche, i giochi sono risultati contenere ftalati, sostanze utilizzate per rendere la gomma più morbida e flessibile, ma che causano malformazioni nella crescita dei bambini. Un loro uso eccessivo, può però produrre una «femminilizzazione» dei neonati maschi e disturbi nello sviluppo degli apparati riproduttivi. A seguito delle irregolarità riscontrate è scattato l’immediato sequestro dei giocattoli rinvenuti nei magazzini dell’importatore e nelle sede di alcuni suoi clienti, nelle province di Venezia, Perugia e Cosenza.
Invece di tanti proclami generici alla lotta alla criminalità, per quale motivo il governo non interviene con il pugno di ferro nei confronti degli abusi perpetrati dai cinesi? Le loro attività provocano danni enormi all’economia nazionale e alla salute di migliaia di cittadini. Va condannata anche con forza la palese evasione fiscale che comincia proprio nei porti di arivo dei container, dove sulle bollette si dichiarano valori fittizi per eludere le tasse di importazione. Infine resta uno scandalo l’immoralità e la corruzione degli organismi di controllo che dovrebbero rappresentare il primo baluardo contro la contraffazione di merci da parte della criminalità organizzata italiana e internazionale, la cui attività sta distruggendo la parte sana della nostra economia.
di Cesare Mais