Clima di tensione alla vigilia della riunione del Consiglio europeo, dove il Regno Unito sarà protagonista. Anche Renzi trema: “Sarebbe la prima volta che l’Europa diminuisce di numero invece di aumentare”.
Una volta c’era la Grexit, neologismo creato dalla crasi di Greece ed Exit. Oggi a fare paura è invece la Brexit, ovvero la possibilità che i cittadini britannici facciano vincere il sì al referendum indetto dal premier David Cameron sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea.
È su questa eventualità e su questi rischi che si concentrerà soprattutto il Consiglio europeo dei prossimi, come spiega mercoledì 17 febbraio Matteo Renzi nelle sue comunicazioni in Senato. “Vanno fatti tutti gli sforzi necessari per tenere il Regno Unito nell’Unione europea, che sarebbe un danno drammatico innanzitutto per il Regno Unito, ma anche per tutta la Ue, perché a quel punto il messaggio andrebbe oltre: sarebbe la prima volta che l’Europa diminuisce di numero invece di aumentare”.
Naturalmente, aggiunge il premier “questo non vuol dire che dobbiamo accettare pedissequamente tutte le richieste di Cameron, noi siamo per un compromesso. I paletti cui dobbiamo attenerci sono quelli del mantenimento dell’euro, del riconoscimento della direzione di sviluppo di sempre maggiore integrazione e unione. Ma se un grande Paese decide di giocare la carta del referendum, non vi sono motivazioni politiche che possono sostituirci a un capo di governo: bisogna rispettare la libertà sovrana di quel Paese” ha aggiunto Renzi.
L’altro punto forte del Consiglio europeo sarà ancora una volta la questione immigrazione. “Sembrano molto lontani i tempi in cui dicevano che era una questione europea, e lo dicevamo in beata solitudine, ma era solo un anno fa – ricorda Renzi – Noi pensiamo sia un fatto di portata storica che si risolve lavorando alla radice: ci sarà un motivo per cui continuiamo a investire in un rapporto diverso con i Paesi africani. È una scelta strategica tornare a investire nei Paesi di provenienza di questi ragazzi. Se pensiamo che oggi il maggior investitore in Africa è la Cina, vogliamo permetterci di dire all’Europa che quella è la premessa”.
E Renzi torna a ripetere che l’accoglienza non deve essere indiscriminata, e che “chi non ha diritto a rimanere deve essere rimpatriato, ma è l’Europa a dover fare i rimpatri e non i singoli stati. Così come è essenziale che ci sia un sistema di asilo europeo”.
La questione immigrazione si lega ormai irrimediabilmente a quella della minaccia terroristica. “È un dato di fatto che molti degli Stati europei sono presi dalla paura, e la paura dobbiamo guardarla negli occhi, e ricordare che le persone che hanno architettato gli attentati di Parigi sono nate e cresciute nelle città europee dove non hanno trovato luoghi di aggregazione. L’Europa non è stata pensata come un luogo per arginare ciò che sta fuori, ma per attirare la parte migliore del resto del mondo”.