I deputati francesi si preparano ad approvare una controversa legge che mette fuori legge il sesso a pagamento e punisce i clienti delle prostitute con multe dai 1.500 ai 3.500 euro. Le lavoratrici del sesso si preparano a manifestare fuori dal Parlamento contro una legge che colpisce le 30mila prostitute di Francia, quattro su cinque straniere. Sostenuta dal governo francese, le legge languiva da quasi due anni e mezzo in Parlamento.
Tutti i Paesi europei puniscono lo sfruttamento della prostituzione, ma la Francia si prepara a diventare il quinto, insieme a Svezia, Norvegia, Islanda e Gran Bretagna, a punire i clienti. La Svezia fu il primo Paese al mondo nel 1999 a mettere fuori legge chi paga per fare sesso. In Francia, il Senato dominato dal centrodestra è contrario, ma dopo due dibattiti in ciascuna delle due camere del Parlamento, il voto spetta all’Assemblea nazionale, in cui ha la maggioranza la sinistra. La legge prevede una multa di 1.500 euro per chi paga una prostituta per sesso, aumentata a 3.500 euro per i recidivi.
La proposta introdotta nel 2013 ha diviso l’opinione pubblica francese e 343 figure pubbliche, giornalisti, scrittori e attori, hanno firmato un “manifesto delle canaglie” in cui si rifiutavano di essere dipinti come “pervertiti o psicopatici” e negavano ai deputati il diritto di “legiferare sui nostri desideri o i nostri piaceri”. La senatrice socialista Maud Olivier, autrice del testo, ha risposto che le prostitute sono “vittime e non più delinquenti”. La legge prevede che i condannati frequentino corsi obbligatori per conoscere le condizioni di vita delle prostitute e stanzia 4,8 milioni di euro l’anno per aiutare le donne a trovare altri lavori, oltre a concedere un permesso di soggiorno di sei mesi per le straniere. La maggior parte delle ragazze proviene da Est Europa, Africa, Cina e America Latina.
Ieri 13 associazioni di sostegno delle prostitute hanno attaccato una legge che minaccia i redditi della ragazze ed è “essenzialmente repressiva”. “Vediamo le conseguenze. Chi può se ne va all’estero e le altre cercheranno dei mediatori per metterle in contatto con i i clienti” dice Morgane Merteuil del sindacato delle prostitute STRASS. Gli esperti sottolineano che è difficile testimoniare il passaggio di denaro e la legge non riesce a identificare chi compra il sesso su internet, ad esempio attrverso i siti di incontri sentimentali.