Nove consiglieri al M5S, otto al Pd, sette al centrodestra: è il risultato del voto di domenica per eleggere il consiglio della città metropolitana. Sono circa 35.500 i consensi ottenuti dai Cinque stelle, 28.500 dai dem, 27 mila da FdI-An. L’opposizione ha subito cavalcato la tesi della débacle. Rocco Maugliani, segretario provinciale Pd, ha interpretato il risultato come «una grande sconfitta per il M5s. I grillini registrano uno stop evidente, a fronte del successo ottenuto dal centrosinistra con la lista “Le città della metropoli”». Dati che, secondo Maugliani, certificherebbero «la prima grande disfatta della sindaca Raggi sul territorio. Il centrosinistra – ha aggiunto il segretario dem a Palazzo Valentini – non le consentirà di scaricare sull’area metropolitana i problemi con il suo partito in città».
Pd e centrodestra, parole simili
Ha usato parole simili, «sconfitta clamorosa», Federico Mollicone, responsabile nazionale della comunicazione di FdI-An. E il coordinatore provinciale di FI, Adriano Palozzi, ha aggiunto: «Il risultato elettorale fornisce una chiave di lettura chiara e netta: la grande affermazione del centrodestra. La nostra lista “Territorio protagonista” infatti porta nell’assise di Palazzo Valentini ben sette consiglieri, appena uno in meno del centrosinistra maggioranza uscente e due in meno di M5S».
La replica dei 5 Stelle
Emanuele Dessì, consigliere provinciale del M5s, ha risposto così alle critiche, rovesciando la lettura delle opposizioni: «Esultanza infondata e poco seria. Abbiamo perso un seggio per otto punti, anche se per come funziona il sistema di calcolo dei voti non avremmo avuto comunque la maggioranza». Tradotto: il peso specifico dei consensi espressi da ciascun Comune dipende dalla diversa rappresentatività in base al numero degli abitanti». «Questo sistema elettorale, senza voto di preferenza è sbagliato – ha accusato Dessì -. Non funziona. È stata una chiamata alle armi, per cercare di superarci ma non ci sono riusciti. Se vogliono metterci in minoranza, Pd e centrodestra dovranno unirsi».
Fonte: Corriere della Sera