Roma: giunta Raggi M5S contaminata da affaristi, ex fascisti, indagati eccellenti, berlusconiani e grumi di potere

La Capitale rimane il palcoscenico sotto i riflettori, in Italia e all’estero, da cui la gente (ma soprattuto gli elettori) si fara’ un’idea della capacita’ del M5S di …

La Capitale rimane il palcoscenico sotto i riflettori, in Italia e all’estero, da cui la gente (ma soprattuto gli elettori) si fara’ un’idea della capacita’ del M5S di governare. Dopo i primi 3 mesi, non promette bene. Come si deduce dalla lettura di questo articolo.

Per capire chi e come ha infettato la giunta di Virginia Raggi spostandola su territori che Beppe Grillo ha definito ai suoi «oscuri e pericolosi» per il futuro della sindaca e dell’intero M5S, non bisogna fare un salto solo in piazza del Campidoglio. Ma spostarsi in moto dall’altro lato del Tevere, arrivare nel quartiere Prati e bussare a un elegante condominio di via Muzio Clementi, a due passi dalla Corte di Cassazione.

È lì, infatti, che ha sede lo studio legale Sammarco, diventato in tre mesi la principale centrale strategica della giunta a Cinque stelle, il luogo in cui vengono (venivano, dopo l’intervento del leader e della Casaleggio associati) consigliate nomine e scelte politiche. Quella dell’ex capo della Raggi, Pieremilio Sammarco – fratello di Alessandro, storico avvocato di Berlusconi, Dell’Utri e Previti – è una delle tante influenze esterne che hanno infiltrato, fin dall’inizio, la squadra del sindaco. Un ascendente a cui va sommato quello di alcuni funzionari vicini alla destra, di ex finanzieri estranei al grillismo, oltre alle pressioni di lobbisti passati da Mastella a Pecoraro Scanio fino a Rutelli, che sono entrati in plancia di comando a fianco della sindaca.

Correnti e personaggi spesso non allineati, l’un contro l’altro armati, che hanno o stanno ancora consigliano a una truppa ingenua e sbandata, tattiche politiche, piani di comunicazione, e che ha provato (riuscendoci) a piazzare assessori amici e funzionari compiacenti.

Una classe dirigente che l’assessore uscente Carla Raineri, appartenente a una cordata perdente, ha definito «del tutto mediocre», e che – nonostante gli interventi tardivi dei vertici che hanno deciso di fare tabula rasa per ripartire da zero – può distruggere sul nascere l’esperienza pentastellata nella capitale d’Italia e, di conseguenza, minare l’intero progetto governativo dei grillini.

Non è un caso, però, che le infiltrazioni di camarille e poteri lontani anni luce dal M5S siano spuntati proprio a Roma, una città – a differenza di Torino, Parma e Livorno – che da molto tempo ha superato il limite della governabilità. «Il “mondo di mezzo” cantato dal presunto boss di Mafia Capitale Massimo Carminati sembra indistruttibile e pronto a infiltrare la forza politica», chiosa un magistrato della procura di Roma. Già: i miasmi della Suburra – come dimostra il caso dell’indagine sull’assessore ai rifiuti Paola Muraro – sembrano impossibili da bonificare.

Andiamo con ordine, partendo dai Sammarco. Grazie a Fiorenza Sarzanini del “Corriere” sappiamo che è stato Pieremilio, titolare dello studio dove ha lavorato la Raggi, a contattare l’amico e magistrato Raffaele De Dominicis per proporgli di diventare il nuovo assessore al Bilancio.

Sammarco è un cognome che sotto il Colosseo rimanda, da sempre, a Cesare Previti: se nello studio dell’ex ministro azzurro pluripregiudicato la Raggi ha fatto pratica forense (omettendo di scriverlo nel curriculum), Pieremilio, prima di aprire il suo ufficio, lavorava proprio per Previti. Anche il fratello maggiore Alessandro, penalista e oggi consulente esterno dello studio del fratello, è legato a filo doppio con Forza Italia: ha difeso Dell’Utri, Previti e Berlusconi.

«La Raggi la conosco ed è un’ottima collega. È una persona proba, può essere un ottimo candidato», disse lo scorso febbraio il legale dell’ex Cavaliere, che forse non sapeva che il suo sodale fosse indagato per abuso d’ufficio, macchia che ha costretto Raggi a levargli l’incarico dopo solo 24 ore.

«Do solo qualche consiglio, De Dominicis lo conosco e credo sia persona preparata», ha detto Pieremilio dopo aver raccomandato il vulcanico magistrato contabile in pensione, famoso al pubblico per aver chiesto (senza successo) 234 miliardi alle agenzie Moody’s e S&P per una presunta manipolazione del rating dell’Italia e tra i colleghi per aver tappezzato i corridoi della Corte dei Conti del Lazio con una dozzina di quadretti di un suo amico pittore raffiguranti ammalianti sirene. Sarà. Ma il Richelieu della Raggi non solo era presente in Campidoglio in prima fila durante la prima riunione di giunta (stretto tra i genitori di Virginia, come uno di famiglia), non solo accompagnava l’allieva appena eletta alla messa nella basilica di San Giovanni lo scorso fine giugno, ma il suo studio si è anche attivato – durante la campagna elettorale – per favorire la raccolta fondi per la candidata. «Virginia, De Dominicis non può entrare in giunta», ha detto Grillo chiudendo la porta.

Qualcuno crede che ci sia l’ombra dello studio Sammarco anche dietro la cavalcata di Raffaele Marra, fino a qualche tempo fa uomo ombra prima di Gianni Alemanno poi di Renata Polverini, diventato vice capo gabinetto della sindaca e fino a pochi giorni fa indiscusso agit prop del “raggio magico” che guida il Campidoglio.

In realtà è stato il vicesindaco Daniele Frongia a presentarlo alla Raggi. Peccato che Marra sia non un funzionario qualunque, ma un ex ufficiale della Finanza che nel 2006 appese la divisa al chiodo diventando un fedelissimo di Alemanno. Che seguì prima all’Unire (come direttore dell’area “Galoppo” sotto le dipendenze di Franco Panzironi, poi arrestato per Mafia Capitale), poi al Comune, quando il gruppo dei “neri“ sloggia il centrosinistra dopo decenni di opposizione. È con loro che Marra acquista rapidamente potere. Diventa il capo del Dipartimento del Patrimonio, lancia strali a destra e manca cercando di fare pulizia, e quando rompe con il sindaco riesce a trovare riparo prima alla Rai berlusconizzata, poi alla Regione Lazio dove signora e padrona è l’ex sindacalista di destra Renata Polverini.

Diventato a sorpresa, grazie alle buone entrature di Frongia, vicecapo di gabinetto ha prima chiamato nel giro che conta l’amico Salvatore Romeo (ora capo della segreteria della Raggi) e l’ex finanziere Gianluca Viggiano, poi ha cominciato una guerra sotterranea contro il suo capo, Carla Raineri, un magistrato che era stato voluto dall’economista Minenna come garanzia per entrare in giunta. Da giorni i bene informati raccontano che sia stato Marra a suggerire alla Raggi di mandare all’Anac di Raffaele Cantone un parere sulla delibera di nomina della Raineri, mossa che è stata usata come il grimaldello per farla dimettere.

A parte avvocati considerati vicini alla destra previtiana e professionisti di stagioni chiacchierate, sono altre le lobby oscure che sarebbero riuscite a (ri)entrare in Campidoglio usando il passepartout del M5S. Almeno secondo le ipotesi investigative dei magistrati della procura di Roma, in effetti, l’assessore Paola Muraro sarebbe legata a doppio filo sia con l’ottavo re di Roma, Manlio Cerroni detto “Il supremo”, proprietario della discarica di Malagrotta e della ditta di smaltimento Colari (un uomo che ha spadroneggiato sia con il centrosinistra che durante il regno della destra) sia con la vecchia dirigenza dell’Ama, la municipalizzata per il trattamento dei rifiuti, composta dal duo Panzironi-Giovanni Fiscon, entrambi a processo per Mafia Capitale.

Il pm Alberto Galanti, che ha iscritto la Muraro nel registro degli indagati per reati ambientali, vuole infatti capire se fu l’esperta la vera mediatrice degli interessi illegittimi di Cerroni e degli ex uomini di Alemanno travolti dall’inchiesta sulla mafia romana guidata da Salvatore Buzzi e Carminati.

«Muraro? È una brava munnezzara con cui ci si intende», ha intanto chiosato maramaldo Cerroni, intervistato dal “Venerdì”. Non è tutto: la spazzatura e il nome di Panzironi fanno però capolino anche nella biografia segreta della Raggi, che per un anno e mezzo, tra il 2008 e il 2009, fu presidente per conto dello studio Sammarco di una società, la Hgr srl, di proprietà di Gloria Rojo, oggi dirigente in Ama ed ex segretaria proprio di Panzironi.

Affaristi, ex fascisti, indagati eccellenti, grumi di potere che nessuno poteva immaginare potessero rispuntare grazie all’ascesa di Virginia. In verità prima del redde rationem di tre giorni fa dentro il movimento qualcuno si era già accorto che qualcosa non andava.

Il gruppo della Raggi è stato infatti ostacolato dai big (Grillo ha chiesto inutilmente la testa di Marra fin dall’inizio) ed esponenti del direttorio più vicini a politiche di sinistra. È un fatto che Carla Ruocco, Paola Taverna e Roberta Lombardi abbiano cercato di consigliare figure diverse e che il sindaco, per coprirsi le spalle dal fuoco amico, abbia chiesto sostegno a Luigi Di Maio.

Il quale ci ha messo la faccia rischiando di perderla, ma non è stato lui in prima persona ad occuparsi del Campidoglio: ha infatti delegato il “dossier Roma” al suo nuovo plenipotenziario, Vincenzo Spadafora. Un lobbista assunto qualche mese fa per gestire e curare i rapporti istituzionali del leader, che per scalare Palazzo Chigi ha deciso di parlare anche con mondi con cui il M5S non ha mai dialogato.

Prima di organizzare incontri tra Di Maio e alcune società di lobbying e piazzare la sua amica Laura Baldassare all’assessorato al Sociale (i due fino a pochi mesi fa lavoravano insieme all’Unicef, di cui Spadafora è stato presidente), Spadafora ha lavorato per politici e ministri di ogni colore, passando dalla corte di Clemente Mastella (nel 1999 era nella segreteria del Campano Andrea Losco) a quella di Alfonso Pecoraro Scanio, di Francesco Rutelli, fino a quella del sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, grazie alla quale è diventato presidente delle Terme di Agnano spa.

Intelligente, prudente (unico inciampo qualche intercettazione senza conseguenze penali con il capo della “cricca” degli appalti pubblici Angelo Balducci, con cui Spadafora interloquiva con espressioni tipo: «Presidente, comandi!»), capace e ambizioso, il lobbista è un tecnico (senza laurea) così moderato da riuscire a conquistare anche qualche esponente del centrodestra: non è un caso che nel 2011 riesca a diventare grazie a Gianfranco Fini e Renato Schifani il primo Garante per l’infanzia con stipendio da quasi 200 mila euro, il capo di un minuscolo carrozzone (10 dipendenti) la cui nascita fu voluta dall’allora ministro Carfagna.

Quando capisce che Laura Boldrini non gli rinnoverà l’incarico e che i renziani, per lui, non muoveranno un dito, si sposta però sui Cinque stelle. In particolare punta tutte le sue fiches sull’amico Luigi, che ha conosciuto nel 2013 e che lo assume nel suo staff ad aprile, come capo delle sue relazioni istituzionali: finora il talento di Spadafora è stato impegnato soprattutto per costruire un cordone di sicurezza intorno alla sindaca romana: è lui a suggerire l’assessore Baldassarre, è lui a convincere Minenna a venire a Roma.

«Noi avremo tutti contro, in due mesi ci siamo messi contro le lobby, come quella delle Olimpiadi», ha urlato Di Maio la settimana scorsa. «Diamo fastidio ai poteri forti ci vogliono fare cadere», ha insistito la Raggi qualche giorno fa. Ma il Campidoglio è andato a fuoco soprattutto per le azioni dei lobbisti a cinque stelle, e a causa di correnti avvelenate che hanno portato la nave di Virginia a un repentino naufragio. Ora tutto è stato resettato: ma non è detto che i miasmi della Suburra non portino presto nuove cancrene.

Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da L’espresso, che ringraziamo

Tag

Partecipa alla discussione

7 commenti

  1.   

    Buongiorno a tutti!
    Carissimo baghino robyuanino, non sono riuscito ad interpretare il tuo post e cioè se i giovani d’oggi sono tutti rammolliti  grazie ai vecchi come me, oppure che sono relativamente sani grazie anche alla nostra presenza….
    Lo prendo come un complimento; i miei molteplici nipotini mi adorano e non solo per le mancette e per come li tratto in genere, ma perchè la mia wife ed io siamo molto disponibili anche ad ascoltarli. Ti assicuro, ma lo sai, che se il discorso padri/figli è già complicato, quasi sempre il contatto educativo nonni/nipoti è praticamente inesistente…
    Ti auguro una serena crociera con la coccodrilla ed i tuoi amici, io sono quasi pronto per la mia vacanza per i 50 di matrimonio, rinviato da aprile causa occhietto sbirolino.

    Originariamente inviato da robyuankenobi: PETER  spero che tu stia scherzando.  non vorrei dire…è perchè ci son vecchi come te che abbiamo i giovani che abbiamo.  buon pranzo e buona salute.

     

  2.   

    LE PROMESSE DI UN GIOVANE EBETE..   votate SI  al referendum  soldi per tutti. 

  3.   

    PETER  spero che tu stia scherzando.  non vorrei dire…è perchè ci son vecchi come te che abbiamo i giovani che abbiamo.  buon pranzo e buona salute.

  4.   

    Chiarisco e concludo caro robyuan: 
    ricordiamoci tutti che il Di Battista è quel triste personaggio che giustificava l’ISIS dicendo di comprenderne le ragioni e che andava in giro con la maglietta del Che. Morale: tipico prodotto da centri sociali. Almeno Renzi andava da Mike Buongiorno….. comunque chi dirigerà l’Italia nel 2018? Ecchisennefrega, capperi vostri, io alla mia età, in linea quasi con la media di aspettativa di vita, mi stropiccio, settimana prossima bacon and eggs e Paella e pesce fresco. Andale andale companeros!
    Te saludi

  5.   

    sembrerà strano , forse è il riposo postprandiale, ma l’intervento di Peter è da condividere. purtroppo le mie perplessità, oltre alle mie simpatie emergono tutte. M5S può anche prendere la maggioranza assoluta, ma difficilmente verrà fatto governare. quando vi  dicevo che invece di m5s in funzione oppositiva occorreva votare la destra vera  dovevo venir ascoltato. bene diceva Grillo quando sosteneva che il malcontento senza loro  si sarebbe incanalato verso ..il fascismo… ,ma poi occorre governare caro grillo e questo in Italia è difficile anzi, come diceva LUI , impossibile.ora al movimento resta poco . di leaders non ne vedo. forse salvo DI BATTISTA  che almeno vanta un genitore  molto ma molto a destra..cosa letta sui giornali.che sicuramente avrà insegnato al figlio una etica ed una morale ad oggi introvabile. 

    Originariamente inviato da peter pan: E’ chiaro che io non ho la necessaria esperienza e memoria soprattutto, ma leggere questo articolo è come addentrarsi in un romanzo giallo con talmente tanti personaggi che poi arrivato a pag. 50 senza aver capito una beata fava lo restituisci alla biblioteca prima che scada. E questa piccola ragazzina senza arte ne parte, con tali compagni (?) di viaggio dovrebbe riuscire a districarsi e governare una città come Roma? D’accordo che al suo fianco c’è qualcuno che non è nemmeno capace di distingue il Cile dal Venezuela e tanti altri saggi consiglieri, però forse si pretende un po’ troppo. Speriamo non trascuri il figlioletto, altrimenti oltre all’annunciato fallimento dovremo pure raccoglierne i cocci familiari….. Una prece
     

  6.   

    E’ chiaro che io non ho la necessaria esperienza e memoria soprattutto, ma leggere questo articolo è come addentrarsi in un romanzo giallo con talmente tanti personaggi che poi arrivato a pag. 50 senza aver capito una beata fava lo restituisci alla biblioteca prima che scada.
    E questa piccola ragazzina senza arte ne parte, con tali compagni (?) di viaggio dovrebbe riuscire a districarsi e governare una città come Roma? D’accordo che al suo fianco c’è qualcuno che non è nemmeno capace di distingue il Cile dal Venezuela e tanti altri saggi consiglieri, però forse si pretende un po’ troppo.
    Speriamo non trascuri il figlioletto, altrimenti oltre all’annunciato fallimento dovremo pure raccoglierne i cocci familiari…..
    Una prece

  7.   

    giusto  meglio molto meglio essere contaminati da ex comunisti , cooperativisti  ex mafiacapitalisti, monsignori pedofilisti e chì più ne ha più ne metta. ma chì sono e quanti sono gli ex fascisti visto che tutti hanno sicuramente meno di 7o anni. io ne conosco tanti di ex fascisti ma a dir il vero  militano in altri partiti.