“A me dà noia lui (Renzi, ndr) la sua velocità senza costrutto, senza pensiero”. Al segretario del Pd, il governatore rimprovera il fatto di essere “troppo pokerista, troppo tentato dall’amore per il rischio (e per il Risiko), troppo pieno di convinzioni personali”.
Dopo il governatore della Puglia, Michele Emiliano, un altro presidente di Regione scende in campo per “sfrattare” Matteo Renzi dalla segreteria del Pd: il toscano Enrico Rossi, che per riuscirci si armerà di “più socialismo” lasciando poco spazio “ai tipi alla Farinetti” (Oscar, il patron di Eataly).
“Se l’operaio vuole votarci e trova il padrone cambia idea”
A onor di cronaca, spiega Il Fatto Quotidiano in un’intervista a Rossi, il 59enne governatore della Toscana “è stato il primo ad annunciare la candidatura alternativa”, ma in pochi per ora si sono accorti di lui. “Sono partito lungo perché sono un fondista. La mia rete cresce di numero: siamo già a 4.000 in Italia con 60 comitati provinciali. Dia un pò di tempo e anche le televisioni si accogeranno di me”.
Senza sponsor del calibro di Flavio Briatore, Oscar Farinetti e Sergio Marchionne, tra i più noti supporter di Renzi, assicura il governatore della Toscana: “Non dobbiamo confondere la gente. Se l’operaio che vuole votarci trova il padrone della ferriera a fare gli onori di casa, per prima cosa s’imbarazza e per seconda cambia idea e vota qualcun altro”.
“Renzi troppo pokerista, troppo convinto”
E al giornalista del Fatto che, per dirla alla Renzi, gli dice che “sa di muffa”, Rossi risponde: “A me dà noia lui (Renzi, ndr) la sua velocità senza costrutto, senza pensiero”. Al segretario del Pd, il governatore rimprovera il fatto di essere “troppo pokerista, troppo tentato dall’amore per il rischio (e per il Risiko), troppo pieno di convinzioni personali”.
Bisogna ripartire dalle province “investire nella più grande risorsa che abbiamo: il nostro territorio”. E’ necessaria “un’opera ciclopica per mettere in sicurezza le nostre case, rifarei un piano che impedisca di costruire. Zero consumo del suolo. E poi l’agricoltura: è un’industria che va scomparendo, ma è la nostra pietra preziosa”. Un programma che riporta indietro le lancette, osserva il giornalista. “A cosa ha portato questo bisogno di truccarci per apparire alla moda?”, ribatte Rossi, che si scaglia anche contro l’abolizione dell’articolo 18: “Il licenziamento senza giusta causa non deve essere lecito”. Infine, il caso Monte dei Paschi di Siena: “voglio che saltino fuori i nomi dei debitori”.
Ad oggi sono quattro i candidati alla segreteria del Partito democratico. Oltre all’ex premier Matteo Renzi, Emiliano e Rossi in questi giorni ha avanzato la propria candidatura Roberto Speranza, esponente della minoranza dem. (AGI)