Il presunto giro di evasione riguarderebbe 13mila clienti italiani per circa 14 miliardi di euro finiti lontani dall’erario. Sequestrate mail interne top secret, la magistratura sarebbe pronta a pesanti incriminazioni.
Una maxi-evasione targata Credit Suisse. Con tanto di istruzioni ai funzionari per sfuggire alle indagini. L’Espresso, nel numero in edicola venerdì 12 febbraio, svela i documenti riservati e le cifre-record di un’inchiesta della Procura di Milano sul colosso bancario elvetico in un’inchiesta firmata da Paolo Biondani.
Dopo mesi di indagini la Guardia di Finanza ha identificato più di 13mila clienti italiani che hanno trasferito all’estero, attraverso società controllate dal gruppo Credit Suisse, somme enormi: secondi i conteggi delle Fiamme gialle, si tratta di oltre 14 miliardi di euro.
Ora i magistrati, guidati dal procuratore aggiunto Francesco Greco, sono pronti a chiudere l’inchiesta-base con accuse pesantissime. L’indagine milanese potrebbe segnare uno storico salto di qualità nella lotta alla grande evasione fiscale internazionale: se le accuse verranno confermate, infatti, la banca stessa rischia di finire sotto accusa, per la prima volta, perché indiziata di aver organizzato e gestito un’evasione sistematica, per importi colossali, garantendo a migliaia di clienti il più assoluto anonimato. La Guardia di Finanza ha identificato singoli beneficiari italiani che avrebbero nascosto all’estero oltre 600 milioni di euro.
La svolta nelle indagini milanesi è legata ai risultati di una perquisizione a sorpresa nella sede milanese del gruppo elvetico, a pochi passi dal Teatro alla Scala. Tra i documenti sequestrati dalla Guardia di Finanza, che ora i magistrati si preparano a inserire negli atti d’accusa, compare una sorta di manuale aziendale, con una dettagliata serie di istruzioni ai funzionari per aggirare le indagini: non portare in Italia nessun documento collegabile alla banca, non usare telefonini o computer aziendali, in caso di controllo non chiamare direttamente l’istituto, non restare per più di tre giorni nello stesso hotel, evitare i biglietti da visita. Nessuna traccia elettronica. Ecco i suggerimenti nelle slide sequestrate dalla Finanza nella sede italiana di Credit Suisse.
Gli inquirenti hanno decifrato anche una serie di email criptate: nei messaggi più riservati, i funzionari del gruppo elvetico discutevano tra loro di «conti segretati» e «intestazioni fittizie». Se confermate, le accuse rappresenterebbero una gravissima violazione alle norme internazionali anti-riciclaggio. Il gruppo Credit Suisse, che è informato dell’indagine milanese da più di un anno, non ha ammesso alcun addebito e ha già contattato una squadra di grandi avvocati italiani per replicare alle accuse.
Estratto tratto dal sito de l’Espresso
zorrax
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