Dopo 5 anni di guerra civile e 500.000 morti. Vladimir Putin ha annunciato l’inizio del ritiro dalla Siria della maggior parte delle forze armate russe, “gli obiettivi dell’intervento militare sono stati raggiunti”, ha detto.
“Spero sia una buona motivazione per dare inizio alle negoziazioni tra le varie forze del paese” ha spiegato, aggiungendo che Mosca intensificherà tuttavia gli sforzi diplomatici per giungere ad una soluzione al conflitto che in cinque anni ha causato oltre 250’000 morti e milioni di sfollati.
Il presidente russo ha telefonato al suo omologo siriano Bashar al-Assad per informarlo della decisione presa. L’operazione comincerà domani. Continueranno ad essere operative la base aerea di Hemeimeem, nella provincia di Latakia, e quella navale nel porto di Tartous.
La decisione del Cremlino arriva il giorno stesso della ripresa dei colloqui di pace a Ginevra, sotto l’egida dell’ONU.
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Siria: 5 anni di guerra civile e 500.000 morti
Mezzo milione di siriani sono morti nelle violenze in corso da cinque anni. Più della metà della popolazione totale siriana, 12 milioni di persone, ha bisogno di aiuto umanitario. Otto milioni e mezzo di bambini sono stati colpiti dalla guerra. Sono i dati più impressionanti del conflitto che entra nel suo sesto anno. Questa la cronologia essenziale degli avvenimenti.
* 2011 – Febbraio: arresto di studenti di una scuola di Daraa (sud) perché accusati di aver scritto slogan anti-regime.
– 15 Marzo: primo inedito corteo di protesta a Damasco e massiccia manifestazione anti-regime a Daraa. La protesta si allarga e viene repressa nel sangue.
– Giugno: i primi disertori dell’esercito regolare danno vita all’Esercito siriano libero (Esl).
– Agosto: Obama e la Ue chiedono che Assad lasci il potere.
– Settembre: nasce il Consiglio nazionale (Cns) dominato dalla Fratellanza musulmana.
– Ottobre: primo veto di Russia e Cina a una risoluzione Onu di condanna del regime.
* 2012 – Maggio: cominciano ad affluire i primi jihadisti stranieri che si affiancano alla ribellione. Il movimento sciita libanese Hezbollah invia i suoi miliziani a sostegno del regime.
– Luglio: in un attentato a Damasco muoiono il ministro della Difesa, Daud Rajiha e il capo dei servizi militari Shawkat.
– Agosto: i ribelli avanzano su Aleppo.
– Novembre: le potenze occidentali riconoscono le opposizioni in esilio come “unico rappresentante legittimo del popolo siriano”.
* 2013 – Gennaio: le forze lealiste si ritirano da Raqqa (nord), che viene occupata dalle prime cellule dell’Isis. – Luglio: scompare a Raqqa il gesuita Padre Paolo Dall’Oglio.
– Agosto: attacco chimico su sobborghi di Damasco in mano ai ribelli. Minacce occidentali di guerra contro il regime. Accordo Usa-Russia per l’eliminazione dell’arsenale chimico di Damasco.
* 2014 – Gennaio: offensiva anti-Isis da parte di ribelli islamici. La Conferenza di Ginevra 2 si conclude con un nulla di fatto.
– Febbraio: evacuazione di circa 1.400 persone da Homs assediata dai lealisti.
– Maggio: l’assedio di Homs si conclude con la conquista della città da parte delle forze lealiste e di Hezbollah. – Agosto: l’Isis dichiara “il califfato” a est di Aleppo fino all’irachena Diyala.
– Settembre: Al via i raid della coalizione a guida Usa contro Isis in Iraq e poi in Siria * 2015 – Gennaio: forze curdo-siriane rompono assedio Isis a Kobane.
– Marzo: offensiva insorti anti-governativi a nord e sud.
– Maggio: l’Isis conquista Palmira.
– Settembre: al via raid russi a favore delle forze di Assad.
– Dicembre: Dopo gli attacchi di Parigi, Londra si unisce ai raid della Coalizione anti-Isis in Siria.
* 2016 – Febbraio: offensiva lealista-russo-iraniana su Aleppo. Decine di migliaia di profughi in fuga verso la Turchia. Aleppo assediata. Alla conferenza di Monaco prima intesa su una tregua. Nuova strage dell’Isis a Homs e Damasco, 180 morti. Accordo Usa-Russia sul cessate il fuoco a partire dal 27 febbraio.
– Marzo. Al via ennesimo tentativo di colloqui indiretti mediati dall’Onu tra opposizioni in esilio e governo.
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La Russia inizierà martedì il ritiro delle proprie forze dalla Siria. Lo ha annunciato il presidente Vladimir Putin. “Tutti gli obiettivi sono stati raggiunti – ha sottolineato l’inquilino del Cremlino -. Spero che la decisione sia una buona motivazione per dare inizio alle negoziazioni politiche tra le forze del Paese”. Resteranno operative solo due basi russe: una navale e una aerea.
In un incontro a Mosca con i suoi ministri della Difesa e degli Esteri, Putin ha detto che il ritiro avrà inizio martedì. E ha anche ordinato l’intensificazione del ruolo della Russia nel processo di pace per mettere fine alla guerra.
“Conquistati 10mila kmq – “Con il sostegno della nostra aviazione, le truppe siriane hanno liberato 400 aree abitate e oltre 10mila chilometri quadrati di territorio”, ha dichiarato il ministro della Difesa russo, Serghiei Shoigu.
Restano attive due basi – Il presidente russo ha già informato il leader siriano Bashar al Assad della decisione di ritirare le forze russe dalla Siria. Continueranno a essere operative la base aerea di Hemeimeem, nella provincia di Latakia, e quella navale nel porto di Tartous. Le basi di Tartous e Hemeimeem opereranno d’ora in poi in regime di “routine”. E i militari russi che resteranno in Siria vigileranno sulla tenuta del cessate-il-fuoco.
Assad: “Pronto ad avviare processo politico” – In una conversazione telefonica con Putin, Assad ha detto di “essere pronto a iniziare il processo politico nel Paese al più presto possibile”. Lo riporta il Cremlino. Putin e Assad hanno inoltre espresso la speranza congiunta che i negoziati a Ginevra possano produrre “effetti concreti”.
Il messaggio di Putin – Ecco il messaggio con cui Putin ha annunciato l’inizio del ritiro delle forze russe dalla Siria: “Il compito affidato al nostro ministero della Difesa e alle nostre forze armate è stato nel complesso eseguito e dunque ho ordinato di iniziare il ritiro della maggior parte del nostro contingente militare dalla Repubblica di Siria”.
In un comunicato del Cremlino, inoltre, si legge come l’iniziativa abbia ricevuto anche il sostegno di Assad: “Di comune accordo è stato deciso che Mosca manterrà una base aerea per controllare il rispetto del cessate-il-fuoco in vigore dal 27 febbraio scorso”.
L’intervento russo in Siria – I primi raid della Russia in Siria risalgono all’ottobre scorso. Non mancarono le polemiche, con gli Stati Uniti che parlarono esplicitamente di “aggressione”.