Sette episodi in tre anni e un format off-off impossibile da catalogare, dove persino il cast muta di puntata in puntata. L’unica costante dello show è la sua rincorsa all’alta tecnologia, al potere del digitale sul genere umano. È come Ai confini della realtà ma su Tinder, scrive Entertainment Weekly. E, ora che Netflix si è aggiudicata la produzione della stagione 3 (dodici puntate, sei già disponibili il 21 ottobre), il countdown per l’antologia sci-fi creata da Charlie Brooker può cominciare.
In Black Mirror non solo cambiano gli interpreti (in arrivo Gugu Mbatha-Raw, Mackenzie Davis, Bryce Dallas Howard) ma l’emittente. Addio alle frequenze British di Channel 4, dunque: “Il passaggio verso una piattaforma di streaming è ideale alla struttura narrativa di Black Mirror. Nei network tradizionali non saremmo sopravvissuti a lungo, e quando Netflix – il futuro del video on demand – ha fatto la sua offerta, ci sembrava di sognare” racconta la produttrice esecutiva Annabel Jones, che con Brooker ha lavorato sia in Charlie Brooker’s Weekly Wipe che in How Video Games Changed the World (2013), co-fondando la compagnia House of Tomorrow.
Ogni episodio manterrà un setting e una realtà differenti: sono tutte micro-riflessioni sui tempi tecnologici che viviamo e sugli oggetti che mettono virtualmente in contatto gli uni con gli altri. Il primo a notare le meraviglie di Black Mirror è stato Stephen King, poi, tre anni fa, Robert Downey, Jr ha opzionato l’episodio The Entire History of You per farne un adattamento con Warner Bros.
Fonte: Wired.it