Stanche tiritere: burocrazia e corruzione costano 230 miliardi di perdite all’Italia. Una seria riforma della Pubblica amministrazione e delle sue regole più assurde? Ma quando mai?
L’Italia “liberata da lacci e lacciuoli”, ossia dai difetti strutturali (eccessi di burocrazia, illegalità, deficit di accessibilità, capitale umano), avrebbe benefici ingenti. La Confcommercio, in occasione dell’annuale Forum di Cernobbio, calcola che la somma in termini di prodotto lordo assumerebbe consistenza stratosferica pari a circa 230 miliardi di euro ai prezzi attuali. Numeri che farebbero segnare al Pil un balzo di oltre il 16 per cento.
Confcommercio evidenzia, comunque che si è “dentro un esercizio di fantasia, seppure ragionevole”. Questi aggiustamenti richiederebbero anni di tempo e in alcuni casi costituiscono un limite difficilmente raggiungibile, per esempio per quanto riguarda l’accessibilità (è poco probabile che le isole avranno mai i parametri di connessione trasportistica e logistica del Piemonte). Però l’esercizio rivela che l’Italia “che vorremmo”, e che davvero potrebbe essere, è un’Italia molto più ricca: quindi, qualsiasi miglioramento su questi fronti offrirebbe un beneficio che vale l’impegno di riforma nelle direzioni indicate. L’Italia liberata da eccessi e deficit strutturali sarebbe anche meno diseguale e si ridurrebbe significativamente la distanza tra regioni e specialmente tra il Mezzogiorno e il resto del Paese.
Un altro esercizio molto più raggiungibile in tempi brevi si basa non tanto sulla riduzione dei difetti in modo da diminuire le distanze regionali, quanto sul semplice aggiustamento pari al 5% dei parametri di accessibilità, burocrazia e legalità e una crescita dell’1% sul capitale umano. I risultati di piccole rimozioni nei difetti strutturali sono comunque apprezzabili: nel complesso il Pil (valore aggiunto) migliorerebbe ogni anno, ad aggiustamento completato, di oltre 45 miliardi di euro in termini reali, con un beneficio di 750 euro a testa per ciascuno dei 60 milioni e oltre di cittadini italiani (circa 1.800 euro a nucleo familiare).