Il commando terrorista autore della strage di Dacca (FOTO), nella quale sono morti nella notte tra venerdì e sabato 20 civili, tra i quali 9 italiani, era composto da estremisti di nazionalità bengalese che non avevano alcun legame con lo Stato Islamico. Lo ha riferito Shahidul Hoque, l’ispettore generale della polizia, parlando con i cronisti. Cinque dei sei estremisti uccisi, ha detto, erano ricercati da tempo. “Erano ricercati dalla polizia ci sono stati numerosi tentativi di arresto. Sono tutti estremisti bengalesi”, ha riferito Hoque secondo quanto riporta l’agenzia di stato Sangbad Sangstha.
Le autorità del Bangladesh hanno aperto formalmente un’indagine sulla strage. Esperti del Criminal Investigation Department (Cid) e della National Security Agency si sono recati stamattina al caffè-ristorante alla ricerca di “prove che ci facciano scoprire di più sugli assalitori”, ha detto ai cronisti fuori dal locale l’ufficiale del Cid Abul Hasan. La premier del Bangladesh Sheikh Hasina è tornata a promettere il pugno duro contro il terrorismo e i suoi finanziatori e fiancheggiatori.
“Dobbiamo individuare le radici di chi ha fornito armi ed esplosivi ai terroristi che hanno commesso questo atto barbarico”, ha detto la premier in un colloquio stamattina con il vice ministro degli Esteri giapponese, Seiji Kihara. Le autorità del Bangladesh hanno organizzato per domani una cerimonia pubblica per rendere omaggio alle vittime. Alla cerimonia nello Stadio dell’Esercito nel quartiere Banani, parteciperà la premier, che deporrà delle corone di fiori sui feretri delle vittime. Secondo quanto riportato dal Daily Star, i feretri saranno esposti dalle 10 alle 12 per consentire “alla popolazione di ogni strato sociale di rendere loro omaggio”.
Oggi, la prima delle due giornate di lutto nazionale proclamate dal governo, su tutti gli edifici pubblici la bandiera del Bangladesh è stata issata a mezz’asta a fianco di vessilli neri. Intanto, è atterrato stamattina a Dacca l’aereo della Presidenza del Consiglio con a bordo personale della Unità di crisi della Farnesina e della Presidenza del Consiglio. Compito dei funzionari inviati da Roma sarà quello di stabilire le modalità per il rientro delle salme dei 9 cittadini italiani rimasti uccisi nella strage dell’Holey Artisan Bakery.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel saluto alla comunità italiana in Messico, è tornato a ricordare le vittime: “Erano nostri concittadini che stavano operando in quel Paese contribuendo alla sua crescita. Hanno impersonato il contrasto tra la pacifica convivenza, l’impegnarsi con gli altri, e l’ottusità dell’oscurantismo, della violenza e del terrorismo”. Dopo la recita dell’Angelus anche Papa Francesco ha espresso nuovamente vicinanza alle famiglie delle vittime e dei feriti. “Preghiamo insieme per loro, per i defunti, e chiediamo insieme – ha detto – che il Signore converta il cuore dei violenti accecati dall’odio”. (AdnKronos/dpa)
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Almeno venti civili, la maggior parte dei quali italiani e giapponesi, sono stati uccisi dal commando terrorista ieri in azione in Bangladesh. Le vittime italiane potrebbero essere dieci. Nel ristorante c’erano 11 connazionali ma uno è riuscito a fuggire. Si tratta di Gianni Boschetti, che vive nel paese da 25 anni e che si trovava nel locale insieme alla moglie. Nove le vittime italiane accertate di un decimo non si hanno notizie. Si tratta di Nadia Benedetti, imprenditrice tessile, di Viterbo; Cristian Rossi, di 47 anni, manager, di Feletto Umberto (Ud); Marco Tondat, imprenditore tessile, di Cordovado (Pordenone); Adele Puglisi, imprenditrice, della provincia di Catania; Claudia D’Antona, di Torino; Simona Monti, di 33 anni, di Magliano Sabina (Rieti), Vincenzo D’Allestro, Maria Riboli, Claudio Cappelli, 45 enne residente a Vedano al Lambro (Monza). Renzi ha detto: “Pura follia, non arretreremo”. Dopo l’intervento delle teste di cuoio la polizia aveva detto di aver salvato 13 ostaggi, aver ucciso 6 terroristi ed averne arrestato uno. Nella foto sei delle 9 vittime italiane della strage di Dacca, da sinistra in senso orario, Adele Puglisi, Cristian Rossi, Nadia Benedetti, Claudia D’Antona, Simona Monti e Marco Tondat.
La diretta:
17:38 – Il ricordo della sorella di una vittima – “Mia sorella Claudia e suo marito Giovanni erano una coppia fantastica, due persone d’oro, con un grande impegno nel volontariato”. Così Patrizia D’Antona, all’ANSA. “Finanziavano – spiega – un’associazione che porta esperti di chirurgia plastica in Bangladesh per curare le donne sfregiate con l’acido. Aiutare il prossimo era sempre in cima ai pensieri di Claudia e di suo marito. Si erano sposati due anni, con una bellissima cerimonia a Dacca, dove avere convissuto per oltre 20 anni”.
17:20 – La nazionalità delle vittime – Nove italiani, sette giapponesi, tre bengalesi e un indiano. Sono le nazionalità delle venti vittime dell’assalto al caffè di Dacca, secondo quanto riferisce il quotidiano locale Daily Star, che cita fonti diplomatiche.
17:15 – Mattarella interrompe il viaggio– Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in seguito ai gravi fatti accaduti in Bangladesh, ha deciso di interrompere la sua visita in America Latina, più in particolare le tappe in Uruguay e Argentina. Il capo dello Stato è arrivato ieri sera in Messico, dove limiterà strettamente gli incontri istituzionali. Lo ha reso noto il consigliere per la stampa, Giovanni Grasso
17:04 – Maria Riboli lascia una figlia di 3 anni – Maria Riboli (e non Rivoli, come scritto in precedenza) era nata il 3 settembre 1982 ad Alzano Lombardo. Originaria di Borgo di Terzo, in valle Cavallina, dopo il matrimonio si era trasferita a Solza, nell’Isola bergamasca. Era mamma di una bambina di tre anni. A quanto si è appreso, Maria Riboli lavorava nel settore dell’abbigliamento e si trovava in viaggio per lavoro per conto di un’impresa tessile. Da qualche settimana era in Bangladesh. Ieri sera si trovava all’Holey Artisan Bakery seduta a un tavolino con alcune persone, quando sarebbe stata uccisa da una granata, lanciata da uno dei terroristi islamici.
17:00- Una vittima italiana era incinta – Doveva rientrare in Italia lunedì, la 33enne reatina Simona Monti. E doveva rimanere a Magliano Sabino, il paese dove vivono i suoi familiari, per un anno, in aspettativa, perché da alcune settimane aveva appreso di essere incinta. La circostanza è stata confermata dal fratello, sacerdote della diocesi di Avellino giunto da poco a Magliano.
16:47 – Sette le vittime giapponesi – Si tratta di cinque uomini e due donne. Lo annunciano le autorità di Tokyo
16:45 – Sorella Cappelli: “Infami maledetti” – Fatica a parlare la sorella di Claudio Cappelli, il 45 enne residente a Vedano al Lambro (Monza) che è tra le vittima della strage di Dacca. “Sono momenti tragici per tutti noi – spiega all’ANSA – siamo sconvolti dall’ azione di questi infami maledetti assassini”. Poi, con la voce rotta dal dolore conclude “non avremmo mai pensato potesse accadere una cosa del genere… ma ora abbiate pazienza, abbiamo solo bisogno di silenzio”.
16: 40 Due giorni di lutto nazionale per le vittime – La premier bengalese Sheikh Hasina ha annunciato due giorni di lutto nazionale per le vittime di Dacca.
16: 39 – Una vittima del Bangladesh studiava negli Usa – Tra le vittime della strage nel caffè di Dacca figura una ragazza del Bangladesh che studiava negli Stati Uniti e che era tornata a trovare la famiglia. La Emory University, in Georgia, ha fatto una mail ai suoi dipendenti per avvertire che e’ rimasta vittima dell’attacco Abinta Kabir, che studiava nel campus di Oxford. Il presidente dell’Università James Wagner ha detto di aver parlato con la madre della ragazza che è “straziata dal dolore”.
16:37 – Calderoli: “Ora l’Italia attacchi l’Isis in Libia” – “Prima di tutto una preghiera per le vittime i Dacca, stavolta purtroppo anche italiane, di questa nuova orribile strage compiuta dalla follia del terrorismo di matrice islamica. Ma adesso basta porgere l’altra guancia e restare a guardare”. Lo dice il senatore della Lega Roberto Calderoli che aggiunge: “La nostra intelligence ha sicuramente una mappatura delle postazioni jihadisti, anche nella vicina Libia: bene, armiamo i nostri caccia e diamo loro una risposta militare, con le bombe e i missili, perché, anche se non lo vogliamo ammettere, ormai siamo in guerra e quella militare è l’unica risposta possibile contro chi ci attacca”.
16:35 – Gli ex colleghi di Rossi: “Lavoratore molto competente” – ”Pronto a trovare sempre il lato positivo delle cose”. E’ così che gli ex colleghi ricordano Cristian Rossi, l’imprenditore friulano ucciso nell’attacco terroristico a Dacca. Per anni aveva lavorato per la Bernardi come buyer proprio in Bangladesh, dove aveva il compito di comprare la merce e seguire i fornitori. E proprio grazie all’esperienza maturata, quando il gruppo tessile friulano aveva cessato l’attività, si era messo in proprio avviando con un collega un’attività di importazione di capi di abbigliamento realizzati nelle fabbriche di Dacca per conto di aziende italiane del settore tessile. ”Era una persona di spirito, anche nei momenti più difficili riusciva sempre a fare la battuta per sdrammatizzare le situazioni e fare gruppo”.
16:32 – Vittima torinese imprenditrice a Dacca dal 2002 – Claudia Maria D’Antona, la vittima torinese nell’attacco terroristico a Dacca, aveva 56 anni e si era laureata in giurisprudenza all’Università del capoluogo piemontese. Ma da molti anni viveva in Oriente – raccontano alcuni amici di gioventù – prima in India dove aveva avviato un’attività di imprenditrice nel comparto tessile, e poi a Dacca, dove era titolare dell’azienda Fedo trading con il marito, Giovanni Boschetti, l’uomo che è riuscito a sfuggire ai terroristi scappando dal locale.
16:30 – Gentiloni: un decimo italiano manca all’appello – Un cittadino italiano manca ancora all’appello dopo l’attentato in Bangladesh. “Per ora non risulta tra i cadaveri identificati all’obitorio militare di Dacca”, ha riferito il ministro Paolo Gentiloni. “Le vittime sono una ventina e questa persona non c’è. Può essere che sia tra i feriti o che sia irreperibile. Ci lavoreremo. Siamo in contatto con i familiari”.
16:05 Nipote di Benedetti: bestie – “Un branco di bestie ce l’ha portata via”, “non permettete a questi pazzi di commettere altre stragi”. Giulia, nipote di Nadia Benedetti, una delle vittime dell’attentato di Dacca, affida a Facebook il dolore per la perdita della zia.
15:59 Fratello di Tondat: dolore immenso – “Stiamo vivendo un dolore immenso”. Lo ha affermato Fabio Tondat, fratello di Marco, l’imprenditore di 39 anni ucciso a Dacca, aggiungendo che “la Farnesina ha chiamato mezz’ora fa per ufficializzare il decesso”. Marco Tondat era nato a Spilimbergo (Pordenone), ma viveva a Cordovado.
15:54 Il cordoglio del presidente del Fvg – Il cordoglio alle famiglie friulane di Cristian Rossi e Marco Tondat per la perdita dei loro cari nella strage di Dacca è stato espresso dal presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Franco Iacop, cordoglio che accomuna tutte le altre vittime. “Si tratta ancora una volta – ha detto Iacop – di corregionali che si trovavano all’estero per acquisire nuove opportunità o per espandere le loro iniziative imprenditoriali, come ce ne sono tantissimi in ogni parte del mondo e dei quali siamo tutti orgogliosi”.
15:51 Simona aveva solo 33 anni – Simona Monti, una delle vittime della strage jihadista a Dacca, aveva 33 anni ed era di Magliano Sabina (Rieti). Da circa un anno e mezzo era in Bangladesh per lavoro.
15:50 Imprenditrice viterbese tra le vittime – E’ una manager del settore tessile Nadia Benedetti, la 52enne originaria di Viterbo vittima dell’attentato terroristico di Dacca. Benedetti lavorava come managing director della StudioTex Limited e da tempo si era trasferita in Bangladesh. Secondo quanto si è appreso, era tra gli italiani a cena nel locale quando hanno fatto irruzione i terroristi.
15:45 Gentiloni: vicini alle famiglie – “Siamo vicino alle famiglie, siamo consapevoli di dover rispondere al terrore”. Così il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni dopo l’attentato terroristico in Bangladesh in cui sono rimasti coinvolti degli italiani.
15:35 Ecco i nomi ufficiali delle nove vittime italiane – La Farnesina informa che i connazionali deceduti nell’attacco terroristico di questa notte a Dacca sono Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti.
15:19 I nomi di alcune delle vittime italiane – Questi i nomi di alcune delle vittime italiane in Bangladesh, secondo notizie non ancora confermate ufficialmente: Nadia Benedetti, imprenditrice tessile, di Viterbo; Cristian Rossi, di 47 anni, manager, di Feletto Umberto (Ud) Marco Tondat, imprenditore tessile, di Cordovado (Pordenone); Adele Puglisi, imprenditrice, della provincia di Catania; Claudia D’Antona, di Torino; Simona Monti, di 33 anni, di Magliano Sabina (Rieti).
15:06 Copasir: un occidentale guida il terrore – “L’Isis e al Qaeda sono insieme in questa guerra e non sono contrapposte. La struttura estera o la campagna estera, di questi pazzi si fonda su una vera e propria organizzazione alla cui testa vi è un combattente vissuto in occidente arruolatosi con il Califfato. Una specie di direttore”. Lo dice il vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito, commentando la strage di Dacca.
14:55 Abe: atto di un’umanità atroce – Il premier giapponese Shinzo Abe ha detto che l’attentato terroristico a Dacca rappresenta un atto di “un’atrocità inumana”, e ha richiesto al primo ministro del Bangladesh, Sheikh Hasina, il massimo livello di cooperazione tra i due paesi. Abe ha seguito la vicenda dal Consiglio nazionale della sicurezza dalla tarda mattinata e l’esecutivo ha già messo in guardia i cittadini di nazionalità nipponica in viaggio verso il Bangladesh.
14:33 La Nazionale giocherà con il lutto al braccio – La Nazionale azzurra di calcio giocherà con il lutto al braccio questa sera contro la Germania per commemorare le vittime italiane della strage terroristica di Dacca. Lo apprende l’Ansa. La Federcalcio ha presentato formale richiesta di autorizzazione all’Uefa, che l’ha concessa.
14:30 Mogherini: siamo a disposizione dell’Italia – “Sono in contatto con il ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni per mettere la delegazione dell’Ue in Bangladesh a piena disposizione delle autorità italiane”. Così l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini dopo l’attentato a Dacca in cui sono rimasti coinvolti una decina di italiani, sottolineando che la delegazione dell’Ue “è pronta ad assistere l’ambasciata” italiana. L’attacco terroristico in Bangladesh, ha aggiunto Mogherini, “è una sfida diretta alla nostra comunità globale”.
14:05 Chi era l’imprenditore morto Cristian Rossi – La vittima, Cristian Rossi, 47 anni, imprenditore, sposato e padre di due gemelline di 3 anni, era stato manager alla Bernardi. Dopo alcuni anni si era messo in proprio. Era in Bangladesh per motivi di lavoro. La sua salma non è stata ancora riconosciuta ufficialmente.
13:48 Il Papa: barbarie contro Dio e contro l’uomo – Il Papa, “profondamente rattristato dalla violenza insensata perpetrata contro vittime innocenti a Dacca, esprime di cuore le proprie condoglianze e condanna questi atti barbari come offese contro Dio e contro l’umanità”. Lo afferma un messaggio inviato presso la diocesi di Dacca, a nome del Papa, dal segretario di Stato Pietro Parolin. Il Papa inoltre “affida i morti alla misericordia di Dio, e assicura le proprie preghiere alle famiglie in lutto e ai feriti”.
13:30 Due delle vittime sarebbero due imprenditori friulani – Uno dei morti è un imprenditore residente a Feletto Umberto, Cristian Rossi, 47 anni, sposato e padre di due gemelline di appena 3 anni. L’altro è Marco Tondat, un giovane imprenditore nel settore tessile, di Cordovado. La notizia che Rossi era tra gli uccisi è stata comunicata dalla Farnesina alla moglie poco più di un’ora fa. Manca il riconoscimento ufficiale del corpo, ma purtroppo non ci sono molte speranze, come hanno fatto intendere i funzionari del ministero degli Esteri.
13:00 Il testimone: c’erano una decina di italiani – A quanto si apprende da fonti della Farnesina, all’Unita di crisi risulta che gli italiani a cena nel locale di Dacca erano 11, tra cui anche Gianni Boschetti, che come è noto è riuscito a gettarsi fuori dal ristorante e a mettersi in salvo. “C’erano due tavoli – racconta Boschetti – uno al quale ero seduto con mia moglie e un cliente, e un altro con altre sette-otto persone”. Della moglie, Boschetti, non ha notizie. Secondo il Messaggero Veneto due delle vittime sarebbero due imprenditori friulani.
> Le immagini scattate dopo il blitz
12:50 Renzi: follia, non arretriamo – “Abbiamo seguito tutta la notte gli eventi – ha dichiarato Matteo Renzi – sperando in esiti diversi. Ora un velivolo della Presidenza è in volo verso Dacca. Notizie ufficiali” verranno date prima alle famiglie delle vittime. Davanti alla tragedia dell’estremismo radicale, credo sia il momento in cui l’Italia unita dia un messaggio di dolore e compassione. Piangiamo lacrime di solidarietà e cordoglio, ma è anche il momento di lanciare un messaggio di determinazione: l’Italia non arretra davanti alla follia di chi vuole disintegrare la vita quotidiana, siamo colpiti ma non piegati”.
12:45 Gentiloni a colloquio con Renzi e l’omologo a Dacca – Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, che segue gli sviluppi a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo bengalese Abul Hassan Mahmood Ali, secondo il quale, riferisce la nota, le autorità locali non hanno ancora elementi sulla nazionalità delle vittime.
12:30 Il blitz nella notte – “E’ scattato alle 7:40 ora locale, le 3:40 in Italia, il blitz delle forze speciali nel ristorante Holey Artisan Bakery di Dacca, capitale del Bangladesh. Qui, da ieri sera alle 21:20 ora locale (le 17:20 in Italia), un commando di terroristi islamici teneva in ostaggio almeno venti persone, fra le quali sette italiani, dopo aver ucciso due poliziotti. Oltre un centinaio di uomini del Battaglione di azione rapida hanno assaltato il ristorante, dove si erano asserragliati dai sette ai dieci terroristi. Le teste di cuoio nella notte avevano cercato di trattare con loro, ma senza risultato. Un sito legato all’Isis, Amaq, che aveva già pubblicato la rivendicazione del Califfato all’attacco, ha diffuso foto di presunte vittime all’interno del ristorante: cinque o sei cadaveri di donne e uomini per terra, in pozze di sangue, fra i tavoli con ancora i resti della cena. L’attacco delle teste di cuoio è durato una decina di minuti, durante i quali si sono sentiti spari ed esplosioni.
12:15 Il testimne: in un tavolo un gruppo di italiani – Al momento dell’attacco, nel ristorante Holey Artisan Bakery “c’era un tavolo occupato da numerosi italiani”, ha detto oggi a Dacca Gianni Boschetti, che da 25 anni vive in Bangladesh ed opera nel settore tessile. “Io sono riuscito a mettermi in salvo – ha solo precisato parlando con un amico – ma adesso sono angosciato perché non so nulla della sorte del gruppo”.
10:00 Trovati 5 o 6 cadaveri – Nel ristorante sono stati trovati 5 o 6 cadaveri, non si sa se di terroristi o dei loro prigionieri. Gli ostaggi soccorsi sono stati portati in ospedale. Al momento le autorità bengalesi non hanno fatto sapere nulla degli italiani alla Farnesina, che segue costantemente la situazione. L’operazione delle forze speciali è conclusa. Poco prima si sono sentite due esplosioni nel ristorante. La polizia sta ora procedendo alla bonifica del luogo. Le tv bengalesi citano anche l’arresto e/o l’uccisione di cinque o sei militanti.
10:00 Mancano all’appello almeno sette giapponesi – C’e’ almeno un cittadino giapponese tra gli ostaggi liberati nel blitz della polizia nel ristorante di Dacca, capitale del Bangladesh. Lo conferma un portavoce del governo di Tokyo, mentre mancano notizie di altri sette. La vicenda è seguita in prima persona dal premier Shinzo Abe che ha cancellato ogni programma riguardante la campagna elettorale in corso. In una conferenza questa mattina il capo di Gabinetto Yoshihide Suga aveva informato che c’erano sicuramente cittadini giapponesi tra le almeno 20 persone prese in ostaggio dal commando di terroristi islamici.
10:00 Fuggito un panettiere italiano: il suo racconto – Un panettiere italiano, che lavora nel locale, è riuscito a fuggire. Lo testimonia Sumon Reza, supervisore del locale anche lui fuggito dopo l’arrivo del commando armato, scrive il Dhaka Tribune. Il testimone ha riferito di aver visto due degli assalitori, presunti islamisti, apparentemente sotto i 30 anni, entrambi magri e con armi di piccolo calibro. “Due dei dipendenti sono stranieri – ha dichiarato – un panettiere, un italiano, è fuggito all’attacco, ma l’altro, un argentino, no”. Secondo altre testimonianze, gli assalitori sarebbero almeno cinque e avrebbero gridato Allah Akbar. L’Unità di crisi della Farnesina conferma che ci sono anche alcuni italiani tra gli ostaggi intrappolati. Lo rende noto il ministero degli Esteri, precisando che segue da vicino gli accadimenti.