Tangenti nella sanità lombarda, in manette il braccio destro di Maroni

Il consigliere regionale della Lega, Fabio Rizzi, più altre 21 persone sono state arrestate per turbative sugli appalti e mazzette sulle gare bandite per la gestione in outsourcing …

Il consigliere regionale della Lega, Fabio Rizzi, più altre 21 persone sono state arrestate per turbative sugli appalti e mazzette sulle gare bandite per la gestione in outsourcing di servizi odontoiatrici.

Viene considerato un fedelissimo del governatore. E da presidente della commissione permanente sulla sanità ha firmato la riforma in Lombardia. Una sorta di assessore ombra dopo la “cacciata” di Mario Mantovani, pochi giorni dopo arrestato per corruzione. Ma anche per Fabio Rizzi, varesotto, medico anestesista, consigliere regionale per la Lega, è arrivata una notifica di un’ordinanza di custodia cautelare. C’è infatti anche il suo nome nella lista di coloro che, la mattina di martedì 16 febbraio, sono stati arrestati dai carabinieri del Comando provinciale di Milano. Cuore dell’indagine della Procura di Monza, condotta dal procuratore Luisa Zanetti e dal sostituto Manuela Massens, il solito giro di mazzette e meccanismi per turbare appalti pubblici. Gare bandite dalle aziende ospedaliere per la gestione, in outsourcing, di servizi odontoiatrici. E proprio per questo l’operazione è stata chiamata “Smile”. Ordine di custodia cautelare anche la moglie di Rizzi, per la quale il gip ha disposto gli arresti domiciliari.

Ventuno indagati, “corruzione e turbativa d’asta”

In tutto sono ventuno le persone indagate (9 in carcere, 7 ai domiciliari e 5 con obbligo di firma) con le accuse, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbativa d’asta e riciclaggio. Nel mirino degli investigatori dell’Arma un gruppo imprenditoriale accusato di aver corrotto funzionari ai quali erano affidate una serie di gare di appalto: le operazioni coinvolgevano anche appalti di società private accreditate con il Sistema sanitario nazionale, tutte per la gestione esterna di servizi odontoiatrici. Gli episodi di corruzione ricostruiti nel corso delle indagini sono dieci. Nel 2013 Fabio Rizzi al Fatto.it disse che la gestione Formigoni aveva lasciato un “buco di 200-300 milioni”. Il giorno dopo aveva tentato di smentire, ma il Fatto.it aveva pubblicato la registrazione. Rizzi, 49 anni, ha alle spalle una lunga militanza nella Lega Nord. Segretario provinciale del Carroccio di Varese dal 2006 al 2008, è stato anche per cinque anni senatore dal 2008 al 2013 (una figura vicina ai tempi sia a Umberto Bossi sia a Maroni) oltre che sindaco del suo paese, Besozzo. In passato Rizzi si faceva notare anche perché girava a bordo di Hummer giallo.

Così il privato si inseriva sul pubblico come un vero e proprio reparto

È stato il componente di un collegio sindacale di un’azienda ospedaliera lombarda a far partire. “Sono quattro gli imprenditori che si sono aggiudicati importanti gare d’appalto per la gestione dei servizi odontoiatrici nel territorio lombardo, su cui ha indagato il Nucleo Investigativo di Milano – spiega il Comandante Provinciale dei carabinieri di Milano, colonnello Canio Giuseppe La Gala – le gare di appalto pubbliche venivano vinte illecitamente da questo gruppo con la complicità di undici funzionari pubblici”.

A capo del sodalizio, secondo la Procura, c’è l’imprenditrice Maria Paola Canegrati, che ha assicurato appalti milionari al proprio gruppo imprenditoriale Odonto Quality. La Canegrati con le imprese del suo gruppo si è aggiudicata appalti nel settore della sanità, in particolare nell’esternalizzazione dei servizi odontoiatrici. Gli appalti, per gli investigatori, sono stati truccati con la collaborazione di diversi funzionari pubblici. E tutto, questa l’ipotesi, è stato reso possibile grazie alle influenze politiche di Rizzi e al suo factotum Mario Valentino Longo (odontoiatra) che hanno fatto in modo che gli appalti per i servizi odontoiatrici venissero vinti sempre dalla Canegrati.

L’indagine, che riguarda principalmente strutture sanitarie in provincia di Milano e Monza Brianza. Marginalmente anche a Como, Varese, Bergamo e Brescia, ha permesso di scoprire che da oltre 10 anni numerose aziende ospedaliere hanno esternalizzato il servizio di odontoiatria ricorrendo a gare di appalto per circa 400 milioni. Il privato si inseriva all’interno della struttura ospedaliera come un vero e proprio reparto, gestendo tutto, dall’allestimento dei locali alle visite passando per la gestione del personale, in un regime di sostanziale monopolio del settore odontoiatrico in Lombardia il tutto a danno della qualità del servizio e degli utenti che venivano spinti (tramite allungamento delle lista d’attesa) a servirsi dei servizi a pagamento.

L’imprenditrice: “Quando le cose non vanno bene metto di mezzo la politica”

Negli anni imprenditrice Canegrati si era costruita una rete di aderenze nel mondo della politica regionale, formando un vero e proprio gruppo che si è dedicato a cercare influenze nei vari settori, a livello amministrativo cooptando funzionari corrotti, che si sono messi a libro paga delle imprese appartenenti al gruppo principale rendendo favori alle imprese del gruppo, ad esempio portando avanti le pratiche amministrative delle imprese stesse, al di fuori di qualunque regola di trasparenza e buona amministrazione. I favori venivano pagati con denaro ma anche con altre utilità (assunzione di parenti, finte consulenze).

Il livello politico ha assicurato le condizioni per il permanere di questo sistema clientelare “quando le cose non vanno bene metto di mezzo la politica” diceva l’imprenditrice. Gli investigatori hanno documentato anche un passaggio di 50mila euro dalla Canegrati a Longo, che poi lo avrebbe spartito con Rizzi. Le mogli di Rizzi e Longo, quest’ultima aveva avuto per un periodo una finta consulenza da 5mila euro al mese, erano poi entrate in quote di società partecipate per metà da loro e metà dalla Canegrati. Un modo questo per garantire flusso di denaro senza dare nell’occhio.

di Alessandro Madron

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dal Fatto Quotidiano

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Maroni convoca la maggioranza

Incontro a Palazzo Lombardia tra il presidente della Regione, Roberto Maroni, i capigruppo di maggioranza e il presidente del Consiglio Regionale, Raffaele Cattaneo. La riunione è stata convocata da Maroni a seguito della notizia dell’arresto del consigliere Fabio Rizzi, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Monza su appalti nel settore odontoiatrico. Nella mattinata, Cattaneo aveva riunito i capigruppo che avevano chiesto l’intervento di Maroni in Assemblea regionale, salvo poi decidere che si sarebbero attese maggiori informazioni soprattutto alla luce della conferenza stampa convocata dalla Procura titolare dell’indagine. Non è quindi escluso che nel pomeriggio il presidente della Regione possa recarsi in Aula.

Sostegni economici anche alla campagna elettorale 2013”

Fabrizio Rizzi e Mario Longo, nella loro qualità di primo consigliere della Regione Lombardia e presidente della commissione Sanità e il secondo come componente dello staff di Rizzi, sarebbero stati remunerati dal gruppo imprenditoriale al centro dell’inchiesta con il finanziamento della campagna elettorale del Rizzi per le elezioni regionali del febbraio 2013. Poi con versamenti tra cui una tangente di 50.000 euro (pagata in contanti grazie all’intermediazione di un soggetto accusato di riciclaggio) ed una serie di finte consulenze, per 5.000 euro al mese, fatturate dalla moglie di Longo. È quanto emerso dalle indagini della Procura di Monza e dei carabinieri di Milano che hanno portato agli arresti di stamani.

Gli inquirenti: “Servizi scadenti con effetti deleteri”

Le indagini della Procura di Monza che hanno portato a 21 provvedimenti di custodia cautelare per associazione a delinquere e vari reati, stando agli inquirenti, hanno fatto emergere “effetti deleteri del continuo asservimento degli infedeli pubblici ufficiali e incaricati di pubblici servizi agli interessi di privati”. Hanno evidenziato come “non solo sono stati violati i principi cardine di trasparenza, imparzialità, legalità, indispensabili per una buona amministrazione pubblica, ma si è determinata l’erogazione di servizi scadenti con ricadute, di natura economica e non, sia sugli enti pubblici che sui pazienti”.

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