Il Def (Documento di economia e finanza) 2016 parla chiaro: nei prossimi 4 anni ci sarà un aggravio fiscale pari a 71 miliardi di euro.
Eppure Matteo Renzi ha detto e continua a dire di aver ridotto le tasse. “Noi siamo quelli che le tasse non le aumentano, ma le riducono”, ha detto il premier. Peccato che la realtà sia diversa. Molto diversa. Praticamente è vero il contrario. Secondo quanto messo in programma dal governo nel Def tra il 2015 e il 2019 il gettito fiscale complessivo dello Stato passerà da 784 miliardi a 855 miliardi di euro, con un aumento di 71 miliardi (+9,15%) per imprese e famiglie.
Come scrive ItaliaOggi gli aumenti riguarderanno sia le imposte dirette che quelle indirette. La stima è stata fatta dall’ufficio studi di Unimpresa. Per le imposte dirette l’aumento dovrebbe essere pari al 4,9%, per quelle indirette il 13,39%. Complessivamente la pressione fiscale resterà quasi invariata, passando dal 43,5% al 42,9% nel 2015.
Un altro segnale negativo: il Def prevede l’aumento della spesa pubblica, nei prossimi quattro anni, per 34 miliardi nelle spese correnti (stipendi e forniture), 20 miliardi per le pensioni. Gli investimenti pubblici, invece, si ridurranno di quasi 7 miliardi, passando da 66,7 miliardi del 2015 a 59,7 miliardi nel 2019. Un impegno assai limitato se teniamo conto delle promesse fatte dal governo per il potenziameto di porti, aeroporti, ferrovie e autostrade. La nota positiva arriva dal risparmio per gli interessi sul debito pubblico (calo dello spread), con circa 4,4 miliardi di tesoretto che rimarranno nelle casse dello Stato. Da vedere come il governo deciderà di impiegarlo. Il problema è che, come osserva Unimpresa, buona parte potrebbe finire con il coprire la spesa corrente, dove, com’è noto, si annidano i principali problemi legati agli sprechi.
di Raffaello Binelli
Fonte: il Giornale