Terremoto, ricostruzione a rischio infiltrazioni mafiose. Pericolo amianto-killer

Il dopo terremoto che ha fatto crollare il cuore dell’Italia, provocando 290 morti (questo il bilancio, purtroppo provvisorio), avrà tre fasi: emergenza, ricostruzione e prevenzione. Lo annuncia con …

Il dopo terremoto che ha fatto crollare il cuore dell’Italia, provocando 290 morti (questo il bilancio, purtroppo provvisorio), avrà tre fasi: emergenza, ricostruzione e prevenzione. Lo annuncia con la sua enews il capo del governo, Matteo Renzi.
Il premier, però, non entra nel dettaglio degli interventi, né annuncia la cifra dei primi stanziamenti, affidando il compito al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, che si trincera dietro un laconico “ci saranno i soldi necessari”. Molto probabilmente la prima fase vedrà l’allestimento delle tendopoli già viste a L’Aquila e dintorni nel 2009, per 1 mese o 2, dicono da Palazzo Chigi, cioè il tempo necessario a mettere in piedi i prefabbricati in legno, i famosi Map (Moduli abitativi provvisori) che resteranno nelle zone terremotate, anche su consiglio di Renzo Piano, che Renzi ha ingaggiato per lo studio della ricostruzione post sisma.
Il presidente del Consiglio ha parlato anche di trasparenza, citando espressamente l’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone, che sarà coinvolta a pieno nel controllo degli appalti. Anche se fioccano le polemiche, con tanto di previsioni catastrofiche, perché una legge del 2015 (decreto Enti locali n. 78 del 2015 convertito con la legge 125/2015) varata apposta per la ricostruzione in Abruzzo, prevede l’eliminazione del certificato Antimafia (articolo 11, comma 1), sostituito da una semplice autocertificazione, nonché l’eliminazione del divieto di subappalto (comma 6, articolo 11).
L’attività sismica prosegue pericolosamente
Nel frattempo, mentre la politica studia, si sono verificati altri eventi sismici nell’area colpita dal terremoto di magnitudo 6.0 avvenuto alle ore 3,36 italiane del 24 agosto. La scossa più forte si è registrata la mattina di lunedì 29 agosto alle 8,20 con un sisma di magnitudo 3.6 nella provincia di Rieti a pochi chilometri da Accumoli. A partire dalle 18 di domenica 28 agosto la rete sismica nazionale dell’Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia (Ingv) ha registrato 3 eventi di magnitudo superiore a 3, di cui 2 nella provincia di Rieti e 1 in quella di Ascoli Piceno. A partire dal sisma di magnitudo 6.0 del 24 agosto sono stati registrati complessivamente 2280 eventi: 125 i terremoti di magnitudo compresa tra 3.0 e 4.0, 12 quelli di magnitudo compresa tra 4.0 e 5.0 ed uno di magnitudo maggiore di 5.0 (quello di magnitudo 5.4 avvenuto il 24 agosto con alle 04:33 nella zona di Norcia.
Rischio amianto per soccorritori e sopravvissuti
Inoltre, dopo la morte e il dolore, ora si rischia la tragedia dell’esposizione al killer silenzioso. Vigili del fuoco, Carabinieri, agenti della Polizia, del Corpo Forestale dello Stato e della Guardia di Finanza, uomini della Protezione Civile e della Croce Rossa: le migliaia di soccorritori che stanno operando sui luoghi del sisma nel Centro Italia rischiano l’esposizione all’amianto. “Così come in tutti gli altri luoghi dove si verificano terremoti, il rischio è legato al fatto che nelle abitazioni e negli edifici industriali costruiti a partire dalla seconda metà del Novecento, l’amianto veniva utilizzato nelle infrastrutture, come tetti, tubature, soffitti, controsoffitti, canne fumarie”, spiega in una nota il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, Ezio Boanni.
Le polveri che contengono fibre in amianto possono essere decisive per l’insorgenza, di mesoteliomi, oltre che di patologie fibrotiche, tra le quali l’asbestosi, le placche pleuriche, gli ispessimenti pleurici e complicazioni cardiovascolari e cardiocircolatorie. “Il nostro appello è affinché i soccorritori siano dotati di mascherine con il filtro di protezione per evitare l’inalazione delle fibre. Inoltre – aggiunge Boanni – nei luoghi in cui si stima ci possa essere presenza di amianto, è necessario bagnare le macerie con getti d’acqua, affinché le polveri non si disperdano, e quando finiscono le operazioni di ricerca, coprire le macerie con teli di nylon che dovranno essere portati via con mezzi meccanici da personale protetto da tute adeguate”.

Tag

Partecipa alla discussione