La tensione per il possibile default della Grecia risale ai massimi livelli in politica, sui mercati, in Europa. Il premier greco, Alexis Tsipras, ha chiesto ai suoi concittadini di votare no nel referendum sul piano dei creditori per dare piu’ forza ad Atene per negoziare, ma ha avvertito che in caso di vittoria del si’ il suo governo si fara’ da parte. “Se il popolo greco vuole procedere con i piani di austerita’ in eterno, piani che ci impediranno di risollevare la testa, noi lo rispetteremo ma non saremo noi a darvi attuazione”, ha dichiarato il leader di Syriza in un’intervista alla tv pubblica Ert. “Non sono un uomo per tutte le stagioni”, ha aggiunto.
Intanto Atene minaccia di ottenere per via legale quello che non e’ riuscita ad avere attraverso i negoziati. Ossia minaccia di fare causa all’Ue pur di non essere defenestrata dall’Eurozona. L’ultima trovata e’ del ministro dell’Economia greco, Yanis Varoufakis: ricorrere alla Corte di Giustizia Ue per ottenere un’ingiunzione contro le istituzioni Ue sia per bloccare l’espulsione di Atene dall’Eurozona sia per fermare quella che definisce, “il soffocamento” del sistema bancario ellenico. In una dichiarazione al britannico Daily Telegraph Varoufakis ha minacciato: “Useremo tutti i nostri diritti legali. Stiamo chiedendo consiglio e certamente considereremo un’ingiunzione alla Corte Europea di Giustizia. I trattati Ue (materia di competenza della corte che ha sede a Lussemburgo) non prevedono l’uscita dall’euro e noi ci rifiutiamo di accettarla. La nostra appartenenza (all’Eurozona) non e’ negoziabile”.
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Il leader greco pero’ punta su una vittoria del no, anche se “potrebbe significare l’uscita dall’euro”, e ha avvertito che “piu’ forte sara’ il no all’intesa proposta dai creditori e piu’ forti saranno gli strumenti per la Grecia” nei successivi colloqui con i creditori. In questo senso ha citato “l’esempio del referendum in Irlanda sul trattato di Lisbona e i cambiamenti introdotti dopo la vittoria del no”.
Tsipras si e’ detto pronto a parlare ancora ai leader europei per salvare i negoziati e, se gli offrissero un accordo, la Grecia sarebbe pronta a pagare la rata del debito l’indomani. “Il mio cellulare e’ acceso tutto il giorno”, ha spiegato, “chiunque chiami, io rispondo”. “Noi non vogliamo rompere l’Eurozona”, ha assicurato, “ma faremo tutto il necessario affinche’ i greci sopravvivano”. “Non credo che i creditori ci vogliano cacciare dall’euro, i costi sarebbero enormi”, ha aggiunto.
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Nella lunghissima intervista, Tsipras ha attaccato i creditori sostenendo che “vogliono cacciare un governo che ha il sostegno popolare: la loro e’ una scelta politica”. Il premier greco ha anche assicurato che “le banche riapriranno non appena la Bce riaprira’ la liquidita’”. “Come si puo’ pagare il Fondo monetario internazionale se le nostre banche sono portate all’asfissia?”, si e’ chiesto.
In 17mila in piazza ad Atene e Salonicco per il ‘no’
In 13.000 sono scesi in piazza ad Atene e altri 4.000 a Salonicco per manifestare a favore del no nel referendum del 5 luglio sull’accordo con i Paesi dell’eurozona che salverebbe la Grecia dalla bancarotta. Nella capitale una folla pacifica si e’ radunata in piazza Syntagma scandendo slogan per l”Ochi’, il no, e di sostegno al governo di Tsipras. Tra gli slogan scanditi anche il “No ai ricatti della troika Ue-Bce-Fmi”.
S&P taglia rating a CCC- da CCC
Intanto Standard&Poor’s ha tagliato il rating della Grecia a CCC- da CCC e considra al 50% delle possibilita’ che la Grecia esca dall’Eurozona.
fonte: AGI