Una grande foto di un militare corrucciato e, accanto, il titolo a caratteri cubitali: “Quest’uomo ha diretto il golpe”. Nella sua prima pagina di lunedì 25 luglio, il quotidiano turco Yeni Safak, vicino al presidente Recep Tayyip Erdogan, punta direttamente il dito contro un generale Usa, John F. Campbell, e gli Stati Uniti per il tentativo di colpo di stato, accusando la Cia di averlo finanziato attraverso una banca con sede in Nigeria. Già comandante di una missione Nato in Afganistan, Campbell è in pensione dallo scorso maggio. Le accuse sono destinate a far salire ulteriormente la tensione tra Ankara e Washington, già alta in relazione alla richiesta di estradizione di Fethullah Gulen, considerato dalla Turchia la mente del fallito golpe.
Stato d’accusa per 42 giornalisti
Intanto le autorità turche hanno emesso un mandato d’arresto nei confronti di almeno 42 giornalisti, accusati di aver sostenuto la rete di Gulen. Lo riporta la Cnn Turk, secondo cui della lista fa parte la giornalista veterana Nazli Ilicak, 72 anni, da tempo critica nei confronti del presidente Erdogan.
Lira turca ancora giù, ma l’economia si rialza
Per la terza sessione consecutiva la lira turca risale, dopo aver toccato i suoi minimi storici mercoledì salendo per la terza sessione di seguito dopo aver toccato un minimo storico mercoledì scorso, quasi 72 ore dopo il fallito colpo di Stato. Anche azioni rimbalzano dopo una settimana di perdite brutali. La moneta cresce dell’1,2% sul dollaro, ma resta ancora in perdita di oltre il 5 per cento. Le obbligazioni, invece, scendono al 9,66% per quanto riguarda i rendimenti dei titoli a 10 anni.
L’incubo downgrade, dunque, non può essere assolutamente scongiurato, soprattutto dopo il declassamento del rating da parte di Standar’s&Poors all’indomani del golpe fallito, mentre Moody’s si tiene più cauta lasciando sotto osservazione lo status di “investment grade”.
robyuankenobi
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