I risultati di una ricerca condotta da Renato Mannheimer per EumetraMonterosa rivelano che il 68% dei cittadini è contraria all’adozione dei figli naturali da parte del partner in una coppia omosessuale.
“Riguardo al riconoscimento legale delle unioni civili anche alle coppie gay gli italiani si dividono in due gruppi opposti. La maggioranza, seppure di lieve entità (52%), è da tempo favorevole. Ma più del 45% si schiera sulla posizione opposta e solo il 3% non esprime una posizione al riguardo”. È quanto sottolinea Renato Mannheimer, che ha realizzato per EumetraMonterosa una ricerca ad hoc.
“Analizzando il dato medio – prosegue – scopriamo che la netta maggioranza dei cittadini più giovani è decisamente più propensa ad accettare la normativa sulla regolamentazione delle unioni tra omosessuali: tanto che tra chi ha meno di 25 anni il sostegno raggiunge il 68%. E tra chi è studente supera il 73%. Anche nelle età centrali la percentuale di favorevoli ha la prevalenza e supera il 60% mentre superando i 55 anni il dato si inverte fino ad arrivare al 60% di contrari tra gli over 65. Incrociando i dati con gli orientamenti politici scopriamo che la netta maggioranza dei votanti per Forza Italia (63%) è contraria, mentre, all’opposto, più di tre elettori del Pd su quattro (76%) sono favorevoli. Anche all’interno dei partiti però si verifica la stessa inversione di opinioni in base all’età”.
“Decisamente diverso – osserva Mannheimer – il quadro relativo alla stepchild adoption. Si esprime infatti negativamente a questo riguardo una porzione di popolazione molto ampia, il 68%. Anche in questo caso l’avversità maggiore è nelle generazioni più anziane (solo il 16% degli ultrasessantacinquenni si dichiara favorevole) ma va sottolineato come anche tra i più giovani prevalgano i giudizi negativi: ad esempio tra gli under 24, la classe di età più nettamente favorevole alle unioni civili tra gay, ben il 63% si esprime invece contro la stepchild adoption. Com’era facile attendersi, assume posizioni più critiche la netta maggioranza (93%) degli elettori di Forza Italia e della Lega”.
“Ma anche i votanti del Pd la questione della stepchild adoption divide in due parti di quasi egual misura – conclude – : il 48% è favorevole e il 47% è contrario. Un fenomeno simile si registra anche tra i votanti per il Movimento 5 stelle, ove i contrari risultano addirittura la maggioranza: 53% contro il 46% di favorevoli”.
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Cei: nessuna “alternativa” alla famiglia
“L’equiparazione in corso tra matrimonio e unioni civili – con l’introduzione di un’alternativa alla famiglia – è stata affrontata all’interno della più ampia preoccupazione per la mutazione culturale che attraversa l’Occidente”. Così la Cei a conclusione del Consiglio episcopale. Negli interventi “si è espressa la consapevolezza della missione ecclesiale di dover annunciare il vangelo del matrimonio e della famiglia, difendendo l’identità della sua figura naturale, i cui tratti sono recepiti nella stessa Carta costituzionale”.
Nel comunicato finale del Consiglio episcopale permanente, svoltosi a Roma da lunedì 25 a mercoledì 29 gennaio, la Cei spiega che “le difficoltà e le prove della famiglia – e insieme la sua bellezza, centralità e unicità – sono state ampiamente sottolineate dai Vescovi, a ripresa e approfondimento dei contenuti offerti nella prolusione del Cardinal Bagnasco”, ricordando, tra l’altro, “l’identità propria e unica dell’istituto matrimoniale” e “la richiesta di politiche familiari consistenti ed efficaci”. “Sul piano delle nuove povertà – viene spiegato -, il Consiglio Permanente si è fatto interprete di una Chiesa vicina alla gente, della quale non ha esitato a farsi voce: ecco le famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, molte delle quali si trovano a non saper soddisfare nemmeno i bisogni primari; ecco la piaga della disoccupazione, per affrontare la quale non bastano i richiami alla solidarietà, ma serve una nuova, forte imprenditorialità e un welfare di comunità; ecco la preoccupazione per l’inverno demografico, la richiesta di maggior sostegno per i diritti dei figli – a partire dal concepimento – e la denuncia per l’assenza di politiche familiari efficaci”.
Nel comunicato finale, come del resto già nella prolusione di Bagnasco, non si fa menzione del “Family Day” contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili, organizzato per sabato 30 gennaio al Circo Massimo di Roma dalle organizzazioni del laicato cattolico.
Cesare58
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