Tra gli otto finalisti figurano il “califfo” dell’ISIS, il presidente russo Vladimir Putin e la cancelliera tedesca Angela Merkel. Il vincitore verrà svelato mercoledì.
La redazione del settimanale statunitense Time ha annunciato la rosa dei grandi personaggi internazionali che si contenderanno il titolo di Person of the year 2015 (Persona dell’anno 2015). Ecco i nomi, in ordine alfabetico:
Abu Bakr Al-Baghdadi – Una candidatura choc. Secondo la rivista americana, il “califfo” ha ispirato e attirato seguaci e militanti per combattere tra le fila dell’Isis. E’ lui il primo responsabile degli attacchi a grandi nazioni come Tunisia e Francia.
Gli attivisti di “Black Lives Matter” – Autori di proteste contro le ingiustizie subite dalla comunità afro-americana, soprattutto da parte delle forze dell’ordine. Emblematici i recenti casi di omicidio ad opera di agenti di polizia.
Caitlyn Jenner – Ha fatto coming out come “donna transgender”, diventando un punto di riferimento per i diritti della comunità LGBT.
Travis Kalanick – Il Ceo di Uber Technologies, che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso una app. L’azienda ha raggiunto una valutazione di 70 miliardi di dollari, ma è stata anche bersaglio di critiche riguardo la “sharing economy”.
Angela Merkel – La cancelliera tedesca è stata inserita nell’elenco per “essere stata protagonista di importanti eventi di cronaca”, per “aver affrontato le difficoltà economiche della zona Euro” e per “aver agito contro la crisi dei migranti”.
Vladimir Putin – Il presidente russo ha “sfidato le sanzioni occidentali sull’attività militare del suo Paese in Ucraina per giocare un ruolo critico ma precario nella lotta all’Isis”.
Hassan Rouhani – Il presidente dell’Iran ha cercato di “condurre il suo Paese fuori dalla condizione di emarginazione internazionale” e di “superare la paralisi economica concludendo con l’Occidente l’accordo sul nucleare”.
Donald Trump – Il candidato alla presidenza degli Stati Uniti è in lizza per la “sua retorica populista che l’ha favorito nella corsa alla Casa Bianca” e per “aver sollevato il dibattito sul futuro del partito repubblicano”.