Una visita simbolica e un messaggio chiaro: il presidente degli Usa Barack Obama torna ad Elkhart, in Indiana, la prima città che visitò dopo essersi insediato alla Casa Bianca e particolarmente colpita dalla crisi economica, e mette in guardia dai “falsi miti” sull’economia, invitando a diffidare da chi fa leva sulle ansie della gente per guadagnarsi l’attenzione dei media ed è solo a caccia di voti.
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Non menziona mai per nome Donald Trump, ma il riferimento al candidato repubblicano è chiaro. Così la visita, tra le tappe che Obama sembra essersi prefissato di effettuare prima della fine del suo mandato come a chiudere un cerchio, si trasforma in un momento “elettorale”. Non è tuttavia la prima volta che Obama si esprime sulla retorica del tycoon di New York.
Ma ad Elkhart oltre alle “parole” chiama in causa i “fatti” citando i numeri del “prima” e del “dopo” per dimostrare l’efficacia della sua politica economica: “Una delle ragioni per cui, ci si dice, questo è un anno elettorale inusuale è perché la gente è ansiosa e insicura circa l’economia, così sono voluto venire qui nel Midwest a parlare di quell’ansia”, ha detto Obama sottolineando come quando si recò nella stessa città solo tre settimane dall’inizio del suo primo mandato, il livello di disoccupazione toccava picchi del 19.6%: “Vi dissi allora che avremmo lavorato duro per risollevare l’economia. Da allora la disoccupazione è scesa fino al 4%”.
Consuelo
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La fondation interconfessionnelle The Appeal of Conscience, qui est basée à New York, a annoncé ce mercredi 25 mai que le président français était le lauréat de son prix Homme d’État mondial 2016. Ce prix « honore les dirigeants qui soutiennent la paix et la liberté, par la promotion de la tolérance, la dignité humaine et les droits de l’homme, en défendant ces causes dans leur pays et en travaillant avec d’autres dirigeants mondiaux pour bâtir un avenir meilleur pour tous », a précisé la fondation dans un communiqué. « Le président Hollande sera reconnu pour son leadership dans la sauvegarde de la démocratie et de la liberté dans un moment d’attaques terroristes et pour sa contribution à la stabilité et la sécurité mondiales
Una bella risata è d’obbligo.
Mulder
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Obama ricevette il Premio Nobel preventivo per la Pace, per la promessa di liberare il mondo dalle armi nucleari; non solo ha disonorato la sua promessa ma e’ il presidente che ha speso in assoluto di piu’ per le testate nucleari. Continuando a mentire, per spianare la strada alla Clinton, autoriduce la disoccupazione al 5%, mentre magari nella realta’ supera il 24
Illudersi puntando su Clinton o Trump, due cavalli che dipendono solo dai Bankster dell’Ippodromo di WallStreet, significa solo scegliere tra una giumenta ottusa ma molto affidabile, ed un ronzino bizzoso. Correranno sempre nella stessa direzione.!!Chiaro che le preferenze della Direzione Corse vanno per la prima, che promette una piu’ vasta linea di intervento armato, piu’ lucroso, ma le logiche dell’Impero saranno quelle decisive nel dopare il cavallo vincente. Come sempre daltronde.
Purtroppo le politiche neoliberiste messe in atto negli ultimi vent’anni, hanno distrutto la classe media ed impoverito la popolazione, con la necessita’ di continuare a sostenere i consumi con operazioni finanziarie fasulle, distribuendo il fardello sul resto del mondo.
E’ chiaro che una Guerra Importante sarebbe lo sbocco ideale per uscire dal tunnel, senza abbandonare le politiche Neoliberista di una ridotta oligarchia. La situazione si e’ aggravata negli ultimi mesi: i Russi pero’ non dormono e l’ illusione di uscirne indenni sacrificando l’Europa, grazie alla stupidita’ dei suoi leader corrotti, e’ sempre piu’ lontana.
La Nato, con i suoi missili propagandistici, e gli Usa con le sue Portaerei obsolete, chiamate Bare dagli stessi addetti militari, rappresentano solo un flop tecnologico, ombrello bucato dell’alleanza, che servono solo a creare un senso di protezione per quelli che credono ancora nel Grande Fratello Usa. La realta’ e’ molto diversa , ma in fondo ai nuovi Hitler interessa solo la distruzione di vite umane, quella dei poveri, e di tutte le risorse possibili per rilanciare ancora il loro ciclo capitalistico.