Una rivista ellenica ha pubblicato i compensi per interviste e dibattiti che l’ex ministro del governo Tsipras chiede.
“Varoufakis trae profitto dalla crisi economica greca”. “No, non è vero e metto le mie entrate online”. Il botta e risposta sul web è avvenuto tra il settimanale greco Proto Thema e l’ex ministro delle finanze del governo Tsipras. La rivista ellenica ha infatti pubblicato una mail dell’agenzia London Speaker Bureau, poi ripresa anche dal Daily Telegraph, dove vengono elencati i compensi che Yanis Varoufakis chiede dall’estate scorsa in caso di conferenze e incontri pubblici. Si va dai 60mila dollari per un discorso tenuto “al di fuori dell’Europa”, ai 5mila per un discorso in Europa, fino ai 1500 dollari per una lezione universitaria. Mentre l’ospitata a Che tempo che fa da Fabio Fazio il 27 settembre 2015 è costata 24mila euro. Più di mille euro al minuto, visto che l’intervista è durata nemmeno 22 minuti. Nella mail si specifica che l’avere il conferenziere significa anche pagare le spese di “viaggio in business class, alloggio, trasferimenti aeroportuali e di terra, pasti e spese accessorie”.
Varoufakis, autolicenziatosi dal dicastero delle finanze dell’esecutivo Tsipras nel luglio 2015, da allora si è reinventato come relatore nel circuito delle conferenze internazionali. Il motociclista marxista è infatti gestito come “conferenziere” dal London Speaker Bureau che si descrive sul suo sito come la più grande agenzia del suo genere in Europa, Africa, Asia e Medio Oriente. Alla corte londinese figurano l’ex ministro degli esteri tedesco Joschka Fischer, il Nobel per la pace Muhammad Yunus, l’ex segretario della Nato George Robertson, e tra gli italiani Romano Prodi, Enrico Letta, Chicco Testa, Alex Zanardi e la deputata del Pd Irene Tinagli (anche se sulla pagina web del Bureau è scritto Tingali ndr). Varoufakis però non è ancora stato inserito con viso in formato fototessera tra i conferenzieri che appaiono sulla pagina della London Spekaer Bureau.
Le cifre sui compensi dell’ex ministro greco comparsi nella mail “rubata” non sono stati né confermati né smentiti dalla direzione del Bureau. “I relatori adattano spesso il loro compenso a seconda della natura della manifestazione, della durata della medesima e del viaggio”, ha spiegato una portavoce dell’agenzia da Londra. “Il signor Varoufakis era una persona di alto livello nel governo greco ed al momento è molto richiesto”. Dalle colonne di Proto Thema si è così scatenato l’inferno: “L’uomo che ha contribuito al disastro dell’economia greca ostruendo i colloqui con i creditori internazionali e che ha riportato nel nostro paese i controlli sui capitali si comporta come una zecca”, si legge sul settimanale ellenico. Varoufakis non ha fatto attendere la sua risposta e dal suo blog ha subito messo online le spese da luglio ad oggi elencandole in un post intitolato: “Trasperenza ovunque! Le mie tariffe e le ultime parole diffamatorie della Troika”. “Una volta dimessomi dall’esecutivo Tsipras ho passato il mio tempo e le mie energie per trasferire lo spirito della “primavera di Atene” nel cuore dell’Europa, cosa che nella pratica ha significato viaggiare avanti e indietro in due mesi in decine di città europee”, spiega il leader greco nel post. “Ma la Troika e alcuni media greci hanno iniziato una campagna diffamatoria contro di me per dimostrare che queste recente sforzo di viaggio per l’Europa è un modo per arricchirmi personalmente”.
Così Varoufakis ha pubblicato punto per punto le diverse apparizioni pubbliche, anche televisive, e i convegni a cui ha partecipato. Risultano così due gruppi di incontri, quello A – oltre venti date sparse in mezza Europa – dove i compensi sono pari a 0 in ogni riga (eccetto i rimborsi spesa) e il gruppo B che “comprende due discorsi/apparizioni per mantenere la mia indipendenza economica da interessi costituiti”. Uno è da 28800 euro per la conferenza annuale Abraaj a Singapore il 21 ottobre con biglietto in business class; l’altro i 24mila euro ricavati da Che tempo che fa da Fabio Fazio.
“Confermo la cifra dei 5mila euro per una conferenza in Europa, i numeri sono quelli”, spiega al FQMagazine Chicco Testa che fa parte della scuderia della London Speaker Bureau. “Ne avrò tenuti due o tre all’anno e si trattava di incontri con dirigenti di multinazionali che volevano investire in Italia e avevano bisogno di uno speaker italiano che gli spiegasse i possibili problemi. A convegni con partiti, sindacati e associazioni, ne farò 50-60 all’anno, vado gratuitamente. Non sapevo che Varoufakis facesse parte dell’agenzia, ma non fatico a crederci, è un personaggio notissimo in questo momento”.
di Davide Turrini
Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Il Fatto Quotidiano