La cena a porte chiuse dei leader europei dedicata alla crisi dei profughi è finita dopo sei ore di discussione, con l’adozione delle conclusioni sull’immigrazione. Lasciando l’incontro il premier italiano Matteo Renzi ha espresso qualche preoccupazione. “Qualche passo avanti, timido, sull’immigrazione. Qualche passo indietro su Brexit, su cui ora sono meno ottimista rispetto a quando sono entrato” ha detto.
Leggi anche: Merkel: “Schengen va ristabilito in pieno”. E punta contro l’Italia
La prima giornata dei capi di Stato e di governo dell’Ue (Consiglio europeo), a Bruxelles è finita attorno alle 2.20 del mattino, dopo una cena di lavoro che è durata sei ore. Parlando della questione britannica, Renzi, che si è fermato a fare due battute con i giornalisti all’uscita, si è detto “ancora fiducioso ma meno ottimista di quando sono entrato” al vertice. In effetti, la discussione sull’accordo con Londra per evitare l’uscita del Regno Unito dall’Ue, svoltasi nel pomeriggio, prima della cena dei leader, è stata più difficile del previsto.
Il negoziato è ripreso poco prima delle 3 del mattino, con le “bilaterali” in cui il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, e il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, dovevano incontrare in successione il premier britannico David Cameron, il presidente francese François Hollande, il primo ministro belga Charles Michel (che ha le posizioni più dure sulle richieste di Londra) e il primo ministro ceco Bohuslav Sobotka, che rappresenta anche gli altri paesi del gruppo di Visegrad, Slovacchia, Polonia e Ungheria (tutti preoccupati per le intenzioni britanniche di tagliare gli assegni familiari e l’assistenza sociale agli stranieri con cittadinanza Ue residenti nel Regno Unito).