Il giornalista australiano si consegnerà alla polizia di Londra se avrà la garanzia delle Nazioni Unite di non essere consegnato all’America. Nel 2012 svelò cablogrammi top secret di diplomatici, militari e politici Usa.
Il fondatore di Wikileaks Julian Assange ha detto di essere pronto a consegnarsi domani alle autorità se l’Onu deciderà a suo favore. “Accetterò venerdì l’arresto della polizia britannica, se l’Onu deciderà contro di me”, ha scritto su Twitter il 44enne australiano che dal giugno 2012 si è rifugiato nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra. Poco dopo che Wikileaks aveva diffuso online decine di migliaia di documenti riservati americani, Assange fu arrestato nel 2010 a Londra sulla base di un mandato d’arresto svedese per un’accusa di stupro.
L’australiano, che si è sempre detto innocente, temeva che, una volta estradato in Svezia, sarebbe stato poi consegnato agli Stati Uniti. Quando le autorità britanniche hanno dato il via all’estradizione, Assange, che era in libertà su cauzione, si è rifugiato nell’ambasciata di Quito. Nel 2014 il fondatore di Wikileaks ha fatto ricorso di fronte all’Onu, presso il Working Group on Arbitrarian detentions (gruppo di lavoro per le detenzioni arbitrarie), la cui decisione – non vincolante per le autorità in Svezia e gran Bretagna – è attesa venerdì 5 febbraio.