Il fondatore di Facebook trascina tutta Silicon Valley contro il candidato repubblicano oggi in testa nella corsa alla Casa Bianca.
In contrapposizione rispetto alle continue tirate del magnate americano, Mark Zuckerber, fondatore di Facebook, insieme ad altri capitani d’azienda della più grande distretto hi-tech americano hanno creato un gruppo di pressione per ottenere che all’ordine del giorno della campagna presidenziale ci sia quella di una riforma dell’immigrazione. Ma nel senso opposto rispetto a quello voluto dal magnate.
“Attrarre gli imprenditori e il capitale umano è fondamentale per la comunità hi – tech” ha detto al Wall Street Journal, Todd Schulte, presidente di Facebook. In particolare, la lobby di Zuckerberg &Co chiede a gran voce che il governo di espanda il suo programma per visto H-1B, ovvero quello destinato ai lavoratori stranieri altamente qualificati, a cui è stato fissato un tetto massimo nel 1990
L’ultimo appello è arrivato il giorno dopo l’ultimo dibattito repubblicano e poche settimane dopo Trump ha criticato Facebook di tenere bassi i salari degli americani attraverso l’assunzione di lavoratori stranieri. Trump ha quindi proposto che tutte i nuovi posti di lavoro vacanti siano prima di tutto proposti agli americani disoccupati e, solo successivamente agli stranieri.
Un proposta che arriva mentre il Dipartimento del Lavoro ha recentemente reso noto che le domande di visti speciali per i lavoratori stranieri qualificati rischia di salire di circa il 50% nel 2015. Ciò a causa soprattutto a della spinta che arriva dalla Silicon Valley e altri distretti hi-tech affamati di laureati in discipline come la matematica, scienza e l’ingegneria in grado di soddisfare il gap tra domanda e offerta di lavoro negli Stati Uniti.
Questo articolo è stato pubblicato originariamente su MarketWatch