Questo matrimonio farmaceutico non s’ha da fare. Il colosso americano Pfizer ha abbandonato il maxi-progetto di fusione da 160 miliardi di dollari con Allergan. La decisione è arrivata dopo che il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha introdotto nuovi limiti per la cosiddetta inversione fiscale, ovvero un’aggregazione volta spostare la sede in Paesi con trattamento fiscale più favorevole. Se realizzata, la fusione sarebbe stata una delle maggiori di sempre sul mercato societario.
Da notare che ora che l’amministrazione Obama ha fatto saltare la merger, dopo vaer dichiarato guerra alle multinazionali americane che lasciano gli Stati Uniti per migrare nei paradisi fiscali (come l’Irlanda, dove ha sede Allergan) le banche che hanno fatto da consulenti perderanno il 90% dei $236 milioni di commissioni e parcelle. Si tratta di Goldman Sachs, Centerview Partners, Guggenheim, Moelis per Pfizer e di JPMorgan e Morgan Stanley per Allergan.
Ieri era stato segnalato che la mossa del Tesoro, per quanto attesa, era stata più aggressiva del previsto: “Sarà un impedimento significativo, praticamente toglie tutti i vantaggi dell’inversione. Le misure attaccano letteralmente tutti i benefici che si potevano avere, eliminandoli in modo sistematico”, ha detto Robert Willens, analista fiscale.
Le nuove regole, che costituiscono il terzo giro di vite dell’amministrazione americana contro gli accordi di questo tipo, rendono più difficile per le società spostare la sede fiscale fuori dagli Stati Uniti e quindi contabilizzare i profitti in Paesi con tassazione più bassa, evitando dunque di versare aliquote più alte al Fisco americano.
Ieri a Wall Street il titolo di Pfizer ha guadagnato il 2%, mentre Allergan è crollato del 15%.