Quasi 4 miliardi di dollari sono stati eliminati dal valore di Bitcoin negli ultimi quattro giorni, dopo una correzione che ha visto il crollo del prezzo di quasi -19% rispetto al suo recente massimo storico.
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Il 24 maggio, il Bitcoin ha raggiunto il record di tutti i tempi a $2.791.69. Ma oggi lunedì 29 maggio, la valuta digitale è scambiata a un livello intraday di $2.267,73, segnando un calo di più di 520 dollari, corrispondente a una diminuzione di -18,7% rispetto al record, secondo i dati di CoinDesk.
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“La correzione era stata in realtà abbastanza breve, i prezzi oggi sono ancora più alti di quella di una settimana fa”, ha detto Bobby Lee, CEO di BTCC, una piattaforma di scambio di Bitcoin.
“Penso che il pullback sia solo una presa di profitto, una correzione dai prezzi altissimi della settimana scorsa”.
La capitalizzazione di mercato di Bitcoin è scesa da 40,49 miliardi di dollari giovedì a circa 37,08 miliardi di dollari oggi, con un calo di valore di 3,4 miliardi di dollari.
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Da quando ha battuto il nuovo record passando oltre la soglia dei 2700 dollari giovedì 25 maggio, la moneta digitale Bitcoin è entrata in una fase netta di correzione, perdendo in totale quasi il 30% del suo valore in soli due giorni, secondo i calcoli di CoinMarketCap.
Anche una vasta gamma di altre criptovalute, tra cui Ethereum, Ripple, Litecoin, Dash e Monero, è in calo e ha accusato negli ultimi giorni pesanti ribassi, nella maggior parte dei casi ancora più netti di Bitcoin.
Alcuni analisti hanno descritto questo movimento, come ‘normali prese di profitto’, il che suggerisce che i cali ad un certo punto si fermeranno. Alcuni analisti tecnici che hanno parlato a CNBC hanno sostenuto invece che il crollo potrebbe proseguire fino a -46,5%, spingendo Bitcoin al livello di 1470 dollari.
Uno sguardo alla storia e ai chart suggerisce anche che questo potrebbe non essere il bottom o floor della correzione.
Il rally degli ultimi sei mesi ricorda molto il gran rialzo di Bitcoin che si è verificato da ottobre a dicembre del 2013, quando il prezzo è salito da poco sotto $130 a oltre $1100. Ciò è stato seguito non solo da una correzione pesantissima, ma da un lungo e lento calo del prezzo, sceso a poco più di 200 dollari entro i 12 mesi successivi, seguito a sua volta da due anni di crescita costante ma lenta.
È improbabile che lo stesso preciso schema si ripeterà, soprattutto perché l’ecosistema di start-up e servizi che circondano la criptovaluta è oggi molto più robusto e complesso di quanto fosse quattro anni fa. Ma c’è ancora una lezione vitale: i prezzi delle monete virtuali sono volatili perché pochissimi speculatori comprendono veramente la tecnologia (come il mining e gli algoritmi) o il suo potenziale, lasciando le transazioni vulnerabili alle oscillazioni reattive dettate dall’ emozione.
Resta infine l’effetto Catena di Sant’Antonio, tipico di molti di questi schemi, da Ponzi a Madoff, in cui pochi eletti che hanno iniziato il gioco ne traggono enormi benefici finanziari, mentre chi entra per ultimo spesso rimane con il cerino in mano. Prima dello scoppio della bolla.