Borse europee: calma piatta in chiusura, aspettando la Catalogna

Giornata di contrattazioni incolore, attesa per lunedì la risposta di Puigdemont. A Milano riflettori su Mediaset e Telecom.

Aspettando l’indipendenza. Potrebbe essere questo un titolo per riassumere la giornata, e forse la settimana, degli andamenti finanziari. Barcellona ha i riflettori puntati addosso non solo per la politica, ma anche e soprattutto per quelli che potrebbero essere gli scenari futuri.

Per RadioCor-Il Sole 24 Ore è una chiusura incolore per le Borse europee, attente agli sviluppi in Catalogna e alle future mosse delle banche centrali del mondo. Oltreoceano è stato annunciato che l’inflazione di settembre, quella misurata su base mensile, si è attestata allo 0,5%. Pur trattandosi del livello più elevato dallo scorso gennaio, ha deluso le attese degli analisti. Su base annua la variazione è stata del 2,2%, spinta in alto più che altro dai prezzi dell’energia.

Sempre oggi è emerso che le vendite al dettaglio statunitensi, in settembre, sono balzate in avanti del 3,6%, ma anche in questo caso sono risultate al di sotto delle previsioni degli esperti. I dati a luci e ombre americani hanno alimentato i dubbi circa le prossime mosse della Federal Reserve in materia di rialzo dei tassi. Peraltro anche in Europa gli investitori si interrogano sulle decisioni che prenderà la Bce, forse già nel meeting del consiglio direttivo del prossimo 26 ottobre.

Milano ha terminato le contrattazioni in frazionale rialzo dello 0,07%, nel giorno in cui l’Istat ha rilevato che l’indice dei prezzi di settembre ha registrato un calo dello 0,3% rispetto al mese precedente. Il rialzo su base annua si è portato all’1,1%. A questo punto l’inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,3% per l’indice generale e +0,8% per la componente di fondo.

A Piazza Affari sono di nuovo state vendute le azioni delle banche, con Bper (-2,18%) che ha accusato la performance peggiore del Ftse Mib. Sono state gettonate le azioni di Mediaset (+1,9%), spinte al rialzo da un giudizio favorevole di Ubs. In più l’azienda potrebbe beneficiare negli anni venturi di un indennizzo governativo per l’eventuale cessione di frequenze.

Il Sole 24 Ore sostiene che il governo è pronto a introdurre nella legge finanziaria una norma sulle frequenze 5G per il mobile. La notizia ha penalizzato in mattinata le azioni di Telecom (+1,6%), che poi si sono risvegliate nel pomeriggio. Il governo ha preso ancora tempo in tema di ‘golden power’ rinviando, secondo indiscrezioni, l’analisi della situazione a lunedì. Atlantia ha guadagnato lo 0,11%, in vista di novità su Abertis: indiscrezioni di stampa hanno indicato che a breve potrebbe scendere in campo Acs con una contro-offerta. Infine St ha messo a segno un progresso dello 0,3%, dopo la notizia che la società è stata confermata fornitrice del Time-of-Flight sensor, sensore necessario per la comprensione della distanza degli oggetti dal device.

Sul fronte dei cambi, l’euro si è rafforzato nei confronti del biglietto verde: passa di mano a 1,1837 (da 1,184 ieri in chiusura). L’euro/yen è pari a 132,45 yen (da 133). Infine il dollaro-yen a 111,91 (da 112,33). Giornata di rialzo per il petrolio, sostenuto dai dati dell’import cinese e dal calo maggiore delle attese delle scorte Usa.

Nel dettaglio, gli acquisti da parte della Repubblica Popolare di greggio a settembre sono saliti del 13% a 9,04 milioni di barili. Da inizio anno l’import cinese è in crescita del 12% circa. In più le scorte settimanali americane sono risultate in calo più delle attese (di 81mila barili al giorno a 9,48 mln) e la produzione è scesa fortemente, segnando la prima flessione in due mesi se si esclude la riduzione settimanale dovuta agli effetti degli uragani. Il wti, contratto con consegna a novembre, passa di mano a 51,32 dollari al barile, in progresso dell’1,4%.

Le Borse europee hanno ancora una volta sposato un atteggiamento cauto anche nell’attesa che si definisca la situazione della Catalogna, dopo che il premier spagnolo, Mariano Rajoy, ha chiesto alla regione di chiarire la posizione entro lunedì mattina. Oltreoceano il dato sull’inflazione, inferiore alle attese, ha alimentato i dubbi circa un effettivo rialzo del costo del denaro da parte della Federal Reserve nel mese di dicembre.

Del resto anche dalle minute relative all’ultima riunione era emersa la preoccupazione espressa da alcuni membri del Fomc circa un ritocco al rialzo dei tassi in presenza di un indice dei prezzi inferiori ai livelli considerati ottimali dall’istituto centrale (attorno al 2%).

L’inflazione annuale statunitense a settembre si è attestata al 2,2%, livello superiore al target della Federal Reserve del 2%, ma quella ‘core’, al netto delle voci alimenti ed energia, è stata pari all’1,7%. Anche in Europa sale l’attesa per la decisione che dovrà prendere la Banca centrale europea in materia di politica monetaria politica economica. Secondo indiscrezioni raccolte da Bloomberg, la Banca centrale europea nella prossima riunione di fine mese, potrebbe ragionare sul dimezzare – a partire da gennaio – gli acquisti del Qe, portandoli quindi attorno a 30 miliardi al mese, ma garantendoli almeno altri nove mesi.

A Piazza Affari le azioni delle banche in mattinata hanno tentato il recupero, ma nel pomeriggio sono tornate a dominare le vendite sempre sui timori innescati dalle ultime richieste della Banca centrale europea in materia di crediti in sofferenza. Si sono distinte le azioni di Mediaset (+1,9%), sull’onda del giudizio di Ubs, passato da ‘sell’ a ‘neutral’. Oggi, inoltre, gli analisti hanno iniziato a fare i conti con la prospettiva che l’azienda al 2022 possa intascare indennizzi dalla liberazione di frequenze.

In effetti, secondo indiscrezioni riportate dal Sole 24 Ore, nella legge di bilancio del 2017 verrà introdotta una norma in materia di frequenze 5G per il mobile. L’azienda di Cologno Monzese, con i suoi 5 mux (multipex), è l’operatore più presente sulle frequenze a 700 mhz che andranno ridestinate in cambio di indennizzi. Gli altri operatori che potrebbero avere dei vantaggi sono Rai e Persidera, entrambi con 5 mux. La stessa norma ha inizialmente pesato sull’andamento delle azioni di Telecom, visto che la società potrebbe trovarsi l’anno venturo nella situazione di dover esborsare una somma che gli analisti valutano tra i 300 e i 400 milioni per pagare le frequenze. Si tratta di una cifra che non è stata introdotta nel piano industriale al 2018.

In merito al Golden Power, invece, la questione non è stata affrontata dal consiglio dei ministri che si è tenuto in giornata, che invece potrebbe discutere l’argomento lunedì, in occasione del varo della legge di bilancio. Di recente il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, aveva dichiarato che a suo parere è necessario applicare la ‘golden power’ su Sparkle, la società del gruppo telefonico cui fanno capo i cavi sottomarini. I titoli si sono risvegliati nel pomeriggio, mettendo a segno sul finale un rialzo dell’1,6%.

La maggior parte degli analisti ritiene che le azioni siano sottovalutate, anche se la società paga incertezza sulla posizione di Vivendi, sulle decisioni del governo e anche sulle decisioni che palazzo Chigi prenderà in tema di frequenze.

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