I crack CariFe, Banca Marche, CariChieti e Popolare dell’Etruria (per le quali comunque non è scattato il bail-in) ha confermato che le nuove regole Ue in materia di dissesti bancari sono un grave rischio anche per i correntisti.
La Consob ha alzato il livello di trasparenza che banche e società finanziarie devono avere nei confronti dei risparmiatori, per i nuovi rischi legati al bail-in. La Commissione ha chiesto di «informare adeguatamente i clienti» sul pericolo di forti perdite (fino al 100%) sugli strumenti finanziari (a partire dalle obbligazioni) nel caso in cui la loro banca incorra in una procedura di bail in.
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Il caso di CariFe, Banca Marche, CariChieti e Popolare dell’Etruria (per le quali comunque non è scattato il bail in) è lì a dimostrare che le nuove regole comunitarie in materia di dissesti bancari presentano il conto anche ai risparmiatori. Nelle quattro banche non è pututo intervenire il Fondo interbancario di tutela dei depositi (ricapitalizzando i quattro istituti), perché la Commissione Ue ha adottato una «interpretazione estremamente estensiva» della disciplina sugli aiuti di Stato, ha spiegato ieri il presidente del Fondo, Salvatore Maccarone, in audizione alla commissione Finanze della Camera.
Ma il Fondo si appresta a varare una modifica di Statuto per rendere possibile anche all’interno del Fondo un meccanismo di versamenti volontari, da parte delle banche, che possa intervenire su situazioni di difficoltà (ma in cui non siano subentrati meccanismi di risoluzione bancaria, con la nuova disciplina comunitaria). L’adesione sarà volontaria e il tetto massimo di contribuzione è di 500 milioni (che si sommano ai contributi, obbligatori, per circa un miliardo all’anno, che il sistema bancario verserà al Fondo di tutela dei depositi e al Fondo di risoluzione). Anche il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti, ha parlato di «ottusità» delle autorità Ue, che hanno impedito altre soluzioni, e ha aggiunto di seguire «con preoccupazione» l’evoluzione delle banche coinvolte, «anche per i riflessi sulle Fondazioni azioniste e sui territori».
Sempre in tema di banche, la presidenza dell’Ecofin e il Parlamento europeo hanno fissato nuove norme per i “benchmark” di riferimento per i mercati finanziari. L’obiettivo è di evitare le manipolazioni emerse con gli scandali Libor ed Euribor. (vi. p.)
Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da La Repubblica
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Crisi bancarie e prove di bail-in
Salvataggio di quattro banche in crisi: i rischi per risparmiatori e investitori
Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Altroconsumo
Per salvare quattro banche in crisi, Governo e Banca d’Italia, hanno applicato una parte delle nuove regole di risoluzione delle crisi bancarie, tra cui il bail-in, che entreranno in vigore il 1° gennaio 2016.
Con questo nuovo provvedimento azionisti e obbligazionisti “subordinati” di Banca delle Marche, Carichieti, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio e Carife, pagano in prima persona (vedi tabella) perdendo tutto il capitale investito, da una notte all’altra.
Il resto delle perdite non ricade su obbligazionisti “senior” e correntisti perché queste saranno coperte dal Fondo di risoluzione.
Nell’operazione sono inoltre state separate le attività “buone” da quelle “cattive”. La banca buona ha tutte le attività esclusi i prestiti in sofferenza che rimangono dopo la copertura di azionisti e obbligazionisti subordinati. I prestiti in sofferenza rimanenti saranno ceduti ad una bad bank che si occuperà di recuperare i crediti.
“Si tratta di un’operazione con parecchi punti oscuri” commenta Vincenzo Somma, direttore di Altroconsumo Finanza. “In primo luogo il coinvolgimento della collettività: lo Stato, ufficialmente negandolo, garantisce l’operazione attraverso la Cassa Depositi e prestiti. Andrebbero inoltre definite in modo più trasparente le modalità di valorizzazione e scelta dei crediti svalutati e passati alla bad bank”, continua Vincenzo Somma.
“Infine Banca d’Italia dovrebbe chiarire perché le ispezioni non hanno mai messo in luce le anomalie nella gestione delle quattro banche che hanno portato a queste perdite”.
Le regole del bail-in, in vigore dal 1° gennaio 2016, prevedono che gli oneri di salvataggio incidano sui risparmiatori secondo una gerarchia ben precisa: chi investe in strumenti finanziari più rischiosi (azioni) sostiene prima degli altri le perdite. Dopo gli azionisti, sono coinvolti i possessori di titoli di debito subordinati, poi gli obbligazionisti “senior” e infine i depositanti con depositi superiori a 100.000 euro per ciascun correntista.
In vista dell’entrata in vigore della nuova normativa e alla luce di quando già fatto da Governo e Banca d’Italia, sarà molto importante scegliere bene la propria banca.
Ecco alcuni consigli di Altroconsumo Finanza:
- non superare i 100.000 euro depositati sul conto corrente per ciascun intestatario. Se si possiede una cifra più alta conviene investirla altrove. Ciò vale anche per i conti deposito;
- fare attenzione allo stato di salute della banca: di fronte alle prime avvisaglie di problemi seri, meglio cambiare;
- non comprare obbligazioni bancarie: solo pochissime offrono un rendimento adeguato al rischio. Su Altroconsumo Finanza un aggiornamento settimanale.
valix
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Marco Saba
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