Da inizio anno, contro gli scettici, l’oro è tornato sotto i riflettori degli investitori. Il metallo giallo ha guadagnato il 18% passando a 1.240 dollari l’oncia, e attestandosi al momento come prima classe di investimento dell’anno. Il rialzo dell’oro non è stato casuale. In questa prima parte del 2016 è tornato a vestire i panni di bene rifugio. Nei primi mesi dell’anno la volatilità sui mercati finanziari è stata assoluta protagonista. E secondo Jp Morgan il 2016 potrebbe essere per i mercati l’anno più volatile di sempre.
Questo ha giocato a vantaggio dell’oro. Così come l’oro ha beneficiato della svalutazione del dollaro (da inizio anno ha perso il 5% sull’euro e il 10% sullo yen). Essendo l’oro, come le principali materie prime, quotato in dollari tende ad apprezzarsi quando il biglietto verde perde valore.
E poi c’è un’altra leva da considerare quando si parla di oro: l’inflazione. Le prospettive di inflazione nel mondo continuano ad essere depresse (e questo non gioca a vantaggio dell’oro). Ma quelle degli Usa sono in rialzo. Stando alle previsioni che ipotizzano l’andamento del costo della vita negli Usa da qui a 5 anni (quindi nel 2021) il livello di inflazione dovrebbe salire al 2,2%. Quindi chi compra oggi oro potrebbe farlo scommettendo – ed è comunque una scommessa non semplice da vincere considerate le pressioni deflazionistiche globali – che l’inflazione riparta e si normalizzi.
A questo punto resta da chiedersi se gli investitori che finora hanno mostrato un atteggiamento scettico nei confronti dell’oro possano trovare convenienza nell’ “entrare” adesso in questa asset class, quando ci si è persi francamente un rialzo del 18% in poco più di tre mesi. Comprare adesso il metallo giallo, quando quota a 1.240 dollari l’oncia, potrebbe essere conveniente o azzardato?
«L’oro è aumentato di oltre il 17% da inizio anno. Il sentiment verso il metallo giallo è cresciuto quest’anno con la volatilità ciclica del mercato (soprattutto per quanto riguarda le azioni all’inizio del 2016), guidando gli investitori verso questo bene rifugio. Numerosi rischi destabilizzanti, come la possibilità che il Regno Unito lasci l’Unione Europea, la crescente popolarità negli Stati Uniti di candidati alla Presidenza non appartenenti all’establishment e l’attuale crisi dei migranti in Europa potrebbero farci assistere a un rialzo dell’oro – spiega Nitesh Shah, Director, commodities strategist per Etf Securities -. Ultimo, ma non per importanza, riteniamo che i prezzi dell’oro potrebbero salire ulteriormente, poiché la Fed negli Stati Uniti sembra aver commesso un errore nella sua politica monetaria non avendo alzato i tassi abbastanza velocemente in modo da ridurre le pressioni inflazionistiche».
George Cheveley, portfolio manager di Investec Global Gold Fund sottolinea anche di valutare l’ipotesi di investire nell’oro anche attraverso l’acquisto di azioni delle compagni aurifere. «Abbiamo osservato una ripresa nell’interesse e negli afflussi da parte degli investitori negli ultimi mesi. Alcuni di essi sono semplicemente alla ricerca di un bene rifugio come risposta alla crescita della volatilità, ma un numero significativo di investitori è attirato dalle prospettive di lungo termine delle compagnie aurifere: gli sforzi di ristrutturazione portano i loro frutti e i margini aumentano, sostenuti da uno scenario dei prezzi dell’oro più favorevole. Riteniamo che l’incertezza sulle prospettive della crescita globale e l’attuale rischio geopolitico forniranno un ulteriore elemento di sostegno al prezzo dell’oro. Le gold miners stanno registrando un forte rally. Dopo cinque anni di cali dei prezzi dell’oro, le società hanno tagliato costi e capex in modo deciso. Ci aspettiamo che le azioni aurifere continueranno la ripresa, considerato il miglioramento dei margini grazie al taglio ai costi e ai processi di ristrutturazione, anche senza un significativo aumento del prezzo dell’oro».
La tendenza quindi pare favorevole all’oro, anche se non va dimenticato che, pur essendo un bene rifugio, ha avuto negli ultimi anni forti oscillazioni. Ne sa qualcosa che lo ha comprato a ridosso del record vicino ai 2.000 dollari l’oncia nel 2011 e che oggi sta perdendo sul “bene rifugio” il 40% del valore. Così come l’altro aspetto da tenere d’occhio è l’inflazione. L’oro protegge da periodi altamente inflativi. E in questo momento l’inflazione è proprio il cruccio delle principali economie mondiali. Non riescono a crearla e stanno combattendo proprio contro i rischi di deflazione globale.
di Vito Lops
Fonte: Il Sole 24 Ore