Dove investiranno i ricchi: private equity e debito rischioso

Tre quinti degli investitori più facoltosi pronti a sostenere PMI e, visto il tanto cash messo da parte, a dare la caccia a opportunità di investimento attraenti.

(WSC) LONDRA – Gli investitori più facoltosi vogliono investire sempre di più nel private equity e nel credito maggiormente rischioso. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Connection Capital nel Regno Unito. Nei prossimi 12 mesi la maggioranza dei ricchi si dice infatti attratta dall’idea di investire nel private equity e nel debito in sofferenza.

Tre quinti degli investitori che si possono considerare ricchi – ossia gli high net worth individuals (HNWI) con almeno 1 milione di dollari di attività investibili – hanno dichiarato di essere pronti a sostenere le piccole e medie imprese britanniche sulla scia della pandemia di Covid-19. Un terzo di loro ha detto che è probabile che finiscano per puntare soldi nel debito privato.

In un periodo in cui diverse aziende sono sull’orlo del fallimento, specie in settori quali turismo, intrattenimento e vendite al dettaglio, i risultati dell’indagine sono da considerare incoraggianti per il settore privato europeo. In generale, la maggior parte dei ricchi interpellati dal gruppo specialista degli investimenti alternativi preferisce ancora mantenere un approccio cauto nell’allocazione di capitali.

Ricchi a caccia di opportunità di guadagno

Quando le misure di contenimento per arginare i contagi saranno allentate del tutto, la strategia di asset allocation favorita dagli investitori che hanno un patrimonio netto medio di 8,37-11,16 milioni di euro (l’equivalente di 7,5-10 milioni di sterline), si focalizzerà – seppur con esborsi moderati – su fondi di investimento alternativi e private equity.

Claire Madden, managing partner presso Connection Capital, fa sapere che dall’inizio della crisi la metà del campione ha incrementato la quantità di cash messo da parte. Significa che gli investitori più ricchi hanno la capacità di rientrare con aggressività nel mercato non appena si verranno a creare delle opportunità.

“Quando l’intonaco dell’intervento governativo si staccherà, le PMI avranno bisogno di una soluzione finanziaria più permanente e adatta alle loro esigenze”, osserva Madden. Il private equity e il debito privato potrebbero essere la risposta. Con gli investitori più facoltosi che sembrano disposti a rispondere all’appello.

Libertà di azione permette di capitalizzare investimenti attraenti

Il sondaggio è stato condotto tra il 30 aprile e il 10 maggio di quest’anno. Connection Capital ha intervistato 233 clienti benestanti, i quali vantano un patrimonio netto complessivo di 2 miliardi e 232 milioni di euro circa (2 miliardi di sterline).

“A differenza delle banche o degli investitori istituzionali, il capitale privato ha la libertà di strutturare ogni transazione in base ai suoi pro e contro, invece di doversi attenere a un insieme di regole standard”, ha aggiunto la managing partner.

Questa libertà consente agli investitori ricchi di avviare un round di investimento quando e come meglio crede o ritiene opportuno. La volontà dei britannici più facoltosi di offrire un aiuto finanziario tramite classi di asset alternative alle società più piccole non potrebbe arrivare in un momento più propizio, viste le difficoltà incontrate a causa della crisi di coronavirus.

 

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