“L’aspetto positivo più rilevante è stata la performance del Nord America”. “Buoni i conti, soprattutto sul fronte del debito che è andato meglio delle attese”.
Trimestre da record per Fiat Chrysler Automobiles. I primi tre mesi dell’anno si sono chiusi con un utile netto di 641 milioni di euro (620 milioni la stima del consenso), in aumento del 34%, e con un utile netto adjusted in crescita del 27% a 671 milioni. Un miglioramento dovuto alla continua e robusta performance operativa. Infatti l’ebit adjusted è salito dell’11% a quota 1,535 miliardi, oltre la stima del consenso a 1,48 miliardi, con tutte le aree in miglioramento, ad eccezione dell’America Latina, e con un margine in progresso di 30 punti base al 5,5%.
La marginalità è migliorata soprattutto per effetto delle positive performance di tutte le regioni operative, Nafta compresa, area dove i ricavi sono calati da 17,136 miliardi a 17,1 miliardi a causa del calo dei volumi determinato dalla riduzione dei volumi per le flotte e dall’avvio produttivo della nuova Jeep Compass, ma le misure di efficientamento messe in atto negli ultimi mesi hanno spinto l’ebit adjusted da 1,227 a 1,241 miliardi per un margine in progresso dal 7,2% al 7,3%.
Ancor più rilevanti i miglioramenti dell’area Emea, dove i ricavi sono saliti del 12% a 5,63 miliardi di riflesso all’aumento dei volumi e al favorevole mix di prodotto in gran parte attribuibili ai nuovi modelli Alfa Romeo Giulia e Stelvio, mentre l’ebit adjusted è cresciuto dell’85% a 178 milioni per un margine in salita di 130 punti base al 3,2% in scia non solo all’aumento del fatturato, ma anche alle efficienze produttive e sugli acquisti.
Viceversa l’America Latina ha chiuso il primo trimestre con una perdita operativa adjusted di 20 milioni, contro l’utile di 11 milioni di un anno fa, a causa di maggiori costi di prodotto trainati dall’inflazione, maggiori ammortamenti legati ai nuovi prodotti e sfavorevoli effetti dei cambi di conversione. La redditività è peggiorata nonostante ricavi in aumento del 5% a 1,672 miliardi. Infine, l’area Apac ha visto un calo dei ricavi del 30% a 666 milioni a causa del calo delle consegne consolidate del 36%. L’ebit adjusted è però migliorato del 75% a 21 milioni.
I ricavi netti del gruppo sono aumentati del 4% a 27,72 miliardi, oltre la stima del consenso a 27 miliardi, con il miglior mix di prodotto che ha compensato la debolezza delle consegne, pari nel periodo a 1,145 milioni di unità (+1%), in particolare nell’area Nafta. L’indebitamento netto industriale è aumentato di 0,5 miliardi rispetto a dicembre 2016 a 5,1 miliardi di euro ma, nota positiva, è risultato sotto le attese del consenso a 5,9 miliardi. Grazie alla riduzione dell’indebitamento gli oneri finanziari netti sono scesi a 436 milioni (-76 milioni).
Fiat Chrysler ha anche confermato una liquidità disponibile forte pari a 21,6 miliardi, comprensiva della linea di credito revolving sindacata, estesa da 5 a 6,25 miliardi. Numeri a seguito dei quali la società ha ribadito tutti i target 2017: ricavi netti tra 115 e 120 miliardi, un ebit adjusted superiore a 7 miliardi, un utile netto adjusted oltre 3 miliardi e un indebitamento netto industriale inferiore a 2,5 miliardi. Così il titolo Fca ha accelerato al rialzo a Piazza Affari dopo la diffusione dei risultati trimestrali. L’azione al momento balza del 4,18% oltre quota 10 euro a 10,1 euro.
“I conti sono stati migliori del consenso. Molto bene l’ebit rettificato”, ha spiegato un analista contattato dall’agenzia MF-Dowjones, secondo il quale “l’aspetto positivo più rilevante è stata la performance del Nord America”. Angelo Meda, responsabile equity di Banor Sim, ha attribuito la performance del titolo ai “buoni conti, soprattutto sul fronte del debito che è andato meglio delle attese”.
In effetti l’area Nafta e il debito netto erano i punti su cui era concentrata l’attenzione del mercato e “sono andati meglio delle previsioni, cosa che dovrebbe rassicurare gli investitori”, hanno commentato gli esperti di Barclays, notando dei conti trimestrali di Fca soprattutto un margine rassicurante e resiliente nell’area del Nord America e un ebit rettificato oltre le previsioni grazie soprattutto all’area Nafta, che ha battuto il consenso del 9%.
Fonte: MilanoFinanza