Il Fondo monetario taglia di nuovo le previsioni di crescita dell’economia mondiale, sottolineando i rischi generati dalla frenata della Cina, oltre che dal calo del prezzo del petrolio e dalla stretta monetaria avviata dalla Federal Reserve, che possono farla “deragliare”. La crescita globale dunque, attualmente stimata al 3,1 per cento nel 2015, dovrebbe accelerare al 3,4 per cento nel 2016 e al 3,6 per cento nel 2017: un calcolo al ribasso delle prospettive del 2016 e del 2017 di 0,2 punti percentuali, perché la ripresa dell’attività globale sarà “più graduale” rispetto a quanto previsto in ottobre, “in particolare nei mercati emergenti e in via di sviluppo”. La crescita dei mercati emergenti e in via di sviluppo è vista dal Fmi in accelerazione dal +4%, il minimo dal 2008-2009 quanto i dati erano influenzati dalla crisi finanziaria globale, al +4,3% e al +4,7% rispettivamente nel 2016 e nel 2017. Secondo il Fondo per le economie in via di sviluppo il quadro “in molti casi è difficile”. “Nelle economie avanzate – afferma il Weo – un modesto e irregolare recupero dovrebbe proseguire, con una ulteriore riduzione graduale del gap della produzione”. Per quanto riguarda le economie avanzate, la ripresa è stata limata dall’istituzione di Washington di 0,1 punti percentuali nei prossimi due anni, rispetto alle stime di ottobre. Il Fmi vede ora un Pil dei Paesi avanzati al +2,1% sia nel 2016 sia nel 2017. Rischi globali orientati al ribasso, pesa riequilibrio Cina “I rischi per le prospettive mondiali rimangono orientati al ribasso e si riferiscono ad aggiustamenti in atto nell’economia globale” afferma il Fmi, sottolineando, in particolare, “un rallentamento generalizzato delle economie emergenti, il riequilibrio della Cina, i prezzi delle materie prime più bassi, e la progressiva uscita da condizioni monetarie estremamente accomodanti negli Stati Uniti”. Secondo il Fondo, “se queste sfide non fossero gestite con successo, la crescita globale potrebbe deragliare”. Pil Cina al +6,3% nel 2016 Dopo il 6,9% nel 2015, il Fmi vede il Pil della Cina rallentare al +6,3% nel 2016 e al +6,0% nel 2017. Il Fmi lascia le stime su Pechino invariate rispetto all’edizione di ottobre. “Un rallentameno più marcato del previsto della Cina verso una crescita più equilibrata, con ricadute internazionali attraverso i volumi di commercio, i prezzi delle materie prime e la fiducia”, avrebbe “effetti di contagio sui mercati finanziari globali e sulle valutazioni dei cambi”, si legge nel Weo. Previsioni sul petrolio: nel 2016 barile -17,6% Il Fondo monetario internazionale ha consistentemente rivisto al ribasso le sue previsioni sull’andamento del prezzo del petrolio: ora sul 2016 si attende un pesante meno 17,6 per cento rispetto alla media del 2015, laddove sul 2017 pronostica un parziale recupero, più 14,9 per cento. Solo parziale perché giungerebbe dopo che nel 2014 e nel 2015 l’oro nero ha già subito cali rispettivamente del 7,5 e di ben il 47,1 per cento. Le stime sono contenute nell’aggiornamento del World Economic Outlook, presentato oggi a Londra. Rispetto ai dati forniti lo scorso ottobre l’attesa sul 2016 è stata rivista al ribasso del 15,2 per cento, quella sul 2017 al rialzo del 4,8 per cento. Nelle ultime sedute il barile di oro nero è caduto sotto la soglia psicologica dei 30 dollari, sui minimi dal 2003. Rivisto al rialzo Pil eurozona: 2016 al +1,7%, Germania allo stesso ritmo Pil eurozona al +1,7% nel 2016, pari a 0,1 punti percentuali in più rispetto a quanto stimato a ottobre. È quanto emerge dall’aggiornamento del Weo. Il Fondo conferma invece la previsione sul 2017, al +1,7%. Tra i principali Paesi, la Germania dovrebbe crescere nei prossimi due anni allo stesso ritmo dell’area della moneta unica, mentre la Francia dovrebbe segnare rispettivamente un +1,3% e un +1,5%. Il Pil della Spagna è atteso al +2,7% nel 2016 e al +2,3% nel 2017. Pil Italia al +0,8% nel 2015, invariate stime 2016-17 Il Pil dell’Italia dovrebbe essere cresciuto dello 0,8% nel 2015, mentre per il 2016 la crescita dovrebbe essere dell’1,3% e nel 2017 dell’1,2%. Il Fmi lascia invariate le previsioni per i prossimi due anni rispetto a quanto proiettato a ottobre. Il dato sull’anno appena concluso è leggermente inferiore al +0,9% atteso dal governo. Rivisto al ribasso Pil Usa 2016-17 al +2,6% Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso la crescita degli Stati Uniti, portandola al 2,6% sia nel 2016 sia nel 2017. Le prospettive di crescita statunitensi vengono abbassate di 0,2 punti percentuali per i prossimi due anni rispetto a quanto stimato a ottobre. Le stime L’economia mondiale rallenta sotto il peso di Cina e petrolio. E i rischi restano al ribasso: se gli aggiustamenti in atto nell’economia globale non saranno gestiti con successo, la crescita globale ”potrebbe deragliare”. Il 2016 potrebbe essere un ”periodo travagliato” avverte il Fmi, rivedendo al ribasso le stime di crescita globali e mettendo in guardia su tre ‘grandi’ rischi: il ribilanciamento della crescita in Cina, i piu’ bassi prezzi delle commodity e la graduale uscita dalle misure straordinarie di politica monetaria della Fed. L’Italia in questo quadro tiene, con la crescita confermata al +1,3% nel 2016 e al +1,2% nel 2017. ”Con il rischio di bassa crescita per un periodo prolungato e centrale che il potenziale di crescita venga aumentato con un mix di aiuto alla domanda e riforme strutturali” afferma il Fmi, sottolineando che per le economie avanzate le priorita’ restano le riforme per rafforzare la partecipazione al mercato del lavoro. Ecco di seguito una tabella con le nuove stime del Fmi. I dati fra parentesi indicano la revisione delle stime rispetto a ottobre scorso.
Fmi: la crescita economica mondiale potrebbe deragliare
Il Fondo monetario taglia di nuovo le previsioni di crescita dell’economia mondiale, sottolineando i rischi generati dalla frenata della Cina, oltre che dal calo del prezzo del petrolio …
Di
Marco Grande
robyuankenobi
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