La Banca del Giappone si è astenuta da un ampliamento degli stimoli monetari anche se, ancora una volta, ha allungato i tempi per raggiungere il target di inflazione, implicito segnale che continuerà a mantenere invariata la sua politica monetaria (nella foto Haruhiko Kuroda, governatore della Bank of Japan).
In linea alle stime di analisti e mercati finanziari l’istituto centrale nipponico ha confermato il riferimento negativo sui tassi al livello di -0,1% insieme all’ammontare degli acquisti Qe a 80.000 miliardi di yen (760,96 miliardi di dollari) l’anno.
La BOJ ha confermato la sua visione che la terza economia del mondo continuerà a crescere moderatamente grazie a una ripresa di export e consumi. La banca centrale ha però anche sottolineato che i rischi sulle prospettive economiche sono deviati al ribasso e che la spinta sui prezzi si sta indebolendo.
Ha così rinviato l’obiettivo di far risalire l’inflazione al 2% a “intorno all’anno fiscale 2018” contro il 2017 previsto a luglio.
“Le attese di medio e lungo termine sull’inflazione restano deboli, questa è una delle ragioni alla base del rinvio”, ha detto il governatore Haruhiko Kuroda nel corso di una conferenza stampa. (Reuters)