I gruppi americani, fast-food in testa, a caccia di nuove tecnologie per contenere l’aumento dei salari minimi.
Robot al posto di cassieri e camerieri, il conto che si paga tramite iPhone e forni di ultima generazione che impiegano metà del tempo per preparare le pietanze. Nei ristoranti americani è partita la corsa ad accaparrarsi tecnologia di ultima generazione. Ma il motivo non è conquistare stelle sulle guide lanciando la megacucina del futuro. Piuttosto reagire all’aumento dei salari minimi auspicato dall’amministrazione Obama e messo in atto già in diverse città – da San Francisco a New York, da Los Angeles a Washington e Chicago. Un’iniziativa che per ora, appunto, riguarda quasi esclusivamente il mondo della ristorazione, applicata ai ristoranti con più di 30 dipendenti: dove il salario minimo aumenterà gradualmente dai 7,25 dollari, la cifra fissata nel 2009 a 15 entro il 2018.
Lo stipendio raddoppiato, secondo i conti degli analisti, tirerà fuori dall’indigenza almeno 140mila persone e servirà da stimolo ai consumi. Ma secondo un articolo pubblicato oggi sul Washington Post, il settore ne risentirà enormemente: visto che, calcola il giornale, almeno il 30 per cento dei costi è legato agli stipendi. Così molte catene di ristorazione sono già al lavoro, in cerca di modi ingegnosi per diminuire i servizi forniti dal persoanle e dimezzare i dipendenti. Di fatto minacciando i lavoratori in un settore che impiega 2,4 milioni di camerieri, quasi 3 milioni di cuochi e ben 3,3 milioni di cassieri. Il loro ruolo in sala o in cucina sempre più insidiato, appunto, dalle macchine. Modello fast food insomma: che fin dalla loro nascita hanno fatto dell’efficienza ai fornelli, trasformati in vere catene di montaggio, il cuore del loro business. Tanto che nei vari McDonald’s e co. i lavoratori sono sempre diminuiti: mai il contrario. E infatti secondo il Bureau of Labor Statistics, dal 1987, la produttività del lavoro nei fast food ha avuto un tasso di crescita bassissimo rispetto alle altre industrie: appena lo 0,3 per cento l’anno. Non solo: la società di ricerche di mercato IBISWorld ha calcolato che il numero medio dei loro dipendenti è diminuito di almeno due persone negli ultimi dieci anni, passando da circa 17,16 ai 15,28 dipendenti attuali.