Usa: Chobani (yogurt) regala azioni milionarie ai dipendenti

A chi è mai capitato di recarsi al proprio posto di lavoro, puntuale come sempre, per svolgere il suo compito, guadagnarsi la giornata e rientrare a casa… milionario? …

A chi è mai capitato di recarsi al proprio posto di lavoro, puntuale come sempre, per svolgere il suo compito, guadagnarsi la giornata e rientrare a casa… milionario?

No, non è una favola: è la realtà che hanno vissuto i dipendenti dell’industria Chobani, produttrice dello yogurt che sta sbancando il mercato americano. Il capo dell’azienda, l’immigrato curdo Hamdi Ulukaya, ha deciso di dividere la fortuna accumulata in 10 anni di durissimo lavoro con chi ha contribuito a rendere realtà il suo sogno. Così circa 2.000 lavoratori, tutti assunti a tempo pieno e indeterminato, si sono visti consegnare come premio quote della società per un totale del 10%. I titoli saranno distribuiti in base ai ruoli ricoperti e all’anzianità di servizio presso Chobani, ma il guadagno è sicuramente ottimo per chi vive del proprio salario.

Quella che un tempo era solo una piccola azienda di New Berlin, nello Stato di New York, oggi è invece un colosso: questo non poteva passare inosservato agli occhi del “Capo”, che di sofferenze nella vita ne ha dovute patire parecchie, non foss’altro per le sue origini curde, che non sono proprio una passeggiata per chi viene dalle sue parti, le montagne della Turchia orientale. Nel ’94, a soli 23 anni, è sbarcato nella Grande Mela e da quel giorno è partita la sua rincorsa al “sogno americano” di ogni immigrato.

E proprio tra questi ha scelto maggiormente i suoi dipendenti: l’essere straniero e senza lavoro è sempre stata una stellina in più per l’ufficio del personale della Chobani. Oggi la società vende yogurt per circa 1,6 miliardi di dollari l’anno e ha una valutazione che oscilla tra i 3 e i 5 miliardi di dollari. Calcolatrice alla mano, i fortunati dipendenti si ritrovano, cent più cent meno, azioni che valgono all’incirca 150.000 dollari, che potrebbero anche lievitare a 250.000 o addirittura a 1 miliardo, se la compagnia sbarcasse a Wall Street. E per inciso, il “capo” Ulukaya ci sta pensando seriamente.

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