La Bce taglia i tassi: -0,25%

I commenti a caldo di alcune grandi banche, tra cui Goldman Sachs, Standard & Poor's, RBC Blue Bay, e MPS. Alla Banca Centrale Europea resta però la lotta tra falchi e colombe, e rimangono intatti i rischi sulla crescita.

Ecco i commenti a caldo degli strategist di alcune grandi banche:

Gurpreet Garewal, Gurpreet Garewal, Macro Strategist Global Fixed Income di Goldman Sachs Asset Management:

“Il taglio odierno dello 0,25% dei tassi di policy da parte della BCE era ampiamente previsto dagli operatori di mercato. Con i pochi dati economici attesi per il meeting di ottobre, non prevediamo un altro taglio prima di dicembre, a meno che non si verifichi un significativo deterioramento della crescita a livello regionale o globale. Guardando al futuro, un ciclo di allentamento più rapido verso un tasso terminale più basso potrebbe verificarsi prima di quanto suggeriscano le attuali quotazioni di mercato. In estate, il turismo, gli eventi sportivi e i concerti hanno stimolato l’attività e l’inflazione nel settore dei servizi, ma si prevede che entrambe si raffreddino al cambio di stagione. Il rallentamento della crescita dei salari può potenzialmente frenare l’inflazione dei servizi, fattore che, unito ai crescenti rischi di crescita al ribasso, potrebbe indurre la BCE ad accelerare il ritmo della normalizzazione della politica monetaria nel 2025, rispetto a quello trimestrale adottato nel 2024”.

Market Strategy – BANCA MPS

  • La BCE, come da attese, ha tagliato i tassi di 25pb, sulla base dei progressi registrati nel processo disinflazionistico. Allo stesso tempo, il comunicato sottolinea che l’inflazione domestica (i.e. quella servizi) rimane alta poiché i salari continuano a crescere a un ritmo elevato; tuttavia, le pressioni sui salari si stanno moderando e i profitti aziendali stanno parzialmente assorbendo l’impatto di salari più alti. L’Istituto ha ribadito che non si “impegna anticipatamente a nessun particolare percorso dei tassi” e le prossime decisioni dipenderanno dall’evoluzione dei dati.
  • La Lagarde, nella conferenza stampa, ha ribadito che la BCE continuerà a seguire il suo approccio data-dependent (non focalizzandosi su un singolo dato) e non ha fornito alcuna indicazione se ottobre sarà o meno una data in cui l’Istituto potrebbe nuovamente tagliare i tassi. La Lagarde ha sottolineato che l’inflazione domestica “non è soddisfacente”.
  • Per quanto riguarda le proiezioni macro, vi è stata una revisione marginale al ribasso delle stime sul PIL per tutto l’orizzonte temporale (2024-2026), con i rischi sulla crescita che rimangono orientati al ribasso. Allo stesso tempo, sono state riviste leggermente al rialzo le stime per l’inflazione core nel 2024 e 2025, a causa di un’inflazione servizi superiore alle attese negli ultimi dati.
  • Segnaliamo, infine, che a partire dal 18 settembre diventerà effettivo il restringimento del corridoio dei tassi, che prevede uno spread tra il deposit facility rate e il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali (MRO) di 15 pb (dai precedenti 50pb)

IN SINTESI: il tono generale del comunicato e della press conference è sostanzialmente in linea con le attese. La BCE è aperta ad ulteriori tagli ma la tempistica rimarrà chiaramente dipendente dal flusso di dati. Dato che la prossima riunione sarà tra sole sei settimane, ed in questo lasso di tempo vi sarà solo una lettura d’inflazione in pubblicazione, risulta molto più probabile, a nostro avviso, che la BCE aspetti la riunione di dicembre per effettuare il prossimo taglio dei tassi.

REAZIONE DEL MERCATO: il risultato in linea si è riflesso sinora in una reazione limitata. Rispetto ai livelli pre-meeting, i mercati azionari hanno perso forza, il rendimento BTP 10y registra un rialzo di qualche punto base e il cambio eurodollaro è leggermente salito. Il mercato è rimasto probabilmente deluso dal fatto che la Lagarde non abbia esplicitamente aperto ad un taglio ad ottobre  (al momento prezzato dagli OIS al 50%).

Sylvain Broyer, Chief Economist EMEA di S&P Global Ratings:

“Come previsto, la BCE ha effettuato un taglio dei tassi di 25 punti base senza ulteriori indicazioni di policy. Con una crescita dei salari di gran lunga superiore a quella della produttività e un’inflazione dei servizi in ripresa, il Consiglio direttivo non ha motivo di accelerare il ritmo di riduzione dei tassi o di impegnarsi in ulteriori riduzioni dei tassi in questa fase. È improbabile che l’imminente riduzione di 35 punti base del tasso repo abbia un impatto significativo. Sebbene possa fungere da limite massimo per i tassi del mercato monetario nel lungo periodo, le banche sono attualmente poco incentivate ad attingere dai mercati, in quanto il loro fabbisogno di liquidità è pienamente soddisfatto dalla BCE.”

Kaspar Hense, BlueBay Senior Portfolio Manager, Investment Grade, RBC BlueBay

Come previsto, oggi la Bce ha tagliato nuovamente i tassi al 3,5%. Con l’inflazione headline in rapida discesa, che si prevede scenderà presto al di sotto del 2%, la Bce è ancora in una posizione forte per continuare a tagliare ulteriormente con una crescita che, nella migliore delle ipotesi, è lenta. Prevediamo un altro taglio dei tassi a dicembre e altri tre nella prima metà del 2025 a sostegno dell’economia e ci aspettiamo che i tassi si aggirino intorno al 2,5% a metà del prossimo anno.

Pur essendo ancora al di sopra della neutralità, il mercato rimane troppo concentrato sulla crescita. Il potenziale di crescita in Europa è basso, ma in Giappone è peggiore, eppure la BoJ continua ad aumentare i tassi per via del rallentamento dell’economia. I tassi di disoccupazione in Europa stanno ancora scendendo in aggregato e la possibilità di maggiori stimoli fiscali, l’anno prossimo, sarà un segnale d’allarme per la Bce, che dovrà anticipare la curva, almeno per il momento.

Nel frattempo, le aspettative degli economisti per l’Europa sono piuttosto forti rispetto a quest’anno, grazie al continuo aumento dei redditi reali disponibili e alla riduzione dei costi dell’energia, che sostiene il settore industriale in difficoltà, unitamente alle prospettive di tassi più bassi. Riteniamo che ciò contrasti con l’anno scorso, in modo troppo ottimistico. La politica monetaria mostra i suoi effetti con un certo ritardo e il rischio di un ulteriore deterioramento del credito rimane elevato.

 

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