(WSC) ROMA – Il comitato permanente dell’Assemblea nazionale del popolo della Repubblica Popolare ha approvato la legge sulla sicurezza nazionale di Hong Kong.
Perché conta: Il provvedimento determina un sensibile ridimensionamento dell’autonomia del Porto Profumato, formalmente garantita dal principio “un paese, due sistemi” sin dal 1997. Anche se i suoi dettagli non sono ancora noti, Pechino userà la legge per contenere in maniera più vigorosa le ormai vane aspirazioni democratiche dell’ex colonia britannica, la quale proprio domani commemorerà il 23° anniversario della restituzione alla Repubblica Popolare. Ogni anno, gli hongkonghesi colgono questa occasione per protestare contro il potere locale e centrale. La ratifica della legge sarà una ragione in più per scendere in piazza, ignorando il divieto di assembramenti imposto formalmente a causa del coronavirus.
Tra le misure più importanti previste nel provvedimento, spicca l’introduzione in loco di un ufficio che farà rapporto direttamente alla Commissione per la sicurezza nazionale del Partito comunista cinese. Questa misura renderebbe palese ciò che per lungo tempo è stato ufficioso: la radicata presenza degli apparati di intelligence cinesi nel Porto Profumato.
L’uscita di Joshua Wong dal partito Demosisto e lo spostamento delle attività dell’Hong Kong National Front e di Studentlocalism all’estero scuotono la fazione democratica. Alcuni esponenti degli ultimi due movimenti potrebbero continuare a fare politica da Taiwan o dal Regno Unito. Dando adito ai sospetti di Pechino circa le interferenze straniere nel Porto Profumato.
Gli Stati Uniti possono approfittare delle turbolenze in corso nella regione per destabilizzare la Repubblica Popolare. Washington ha interrotto l’esportazione di equipaggiamento militare e ristretto l’esportazione di tecnologia verso Hong Kong dopo aver revocato a quest’ultima lo status speciale. Tale condizione consentiva agli Usa di trattare il Porto Profumato come ente separato dalla Cina continentale.
Non è escluso che Washington introduca nuove sanzioni contro Pechino qualora domani e nei prossimi giorni le proteste fossero represse con la violenza.
Fonte: Limes
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