(WSC) SHANGHAI – Ant rimborserà 167,7 miliardi di dollari a 1,55 milioni di investitori di Hong Kong in due lotti dopo la clamorosa sospensione dell’IPO.
Gli investitori con domande non andate a buon fine potranno ottenere i rimborsi a partire da oggi, mentre coloro a cui sono state assegnate azioni riceveranno i loro soldi venerdì 6 novembre.
Tre importanti broker hanno rinunciato al pagamento degli interessi da parte dei clienti che hanno preso in prestito un totale di 120 miliardi di HK $ in prestiti per sottoscrivere il colossale IPO di Ant.
Bloccata all’improvviso la colossale IPO di Ant Group. Giallo alla cinese
“Per come la leggo io, è una mossa deliberata di pubbliche relazioni”, ha affermato Sean Darby, chief global equity strategist di Jefferies.
“Questo è già accaduto in passato, quando alcune società sembrano essere diventate troppo grandi rispetto allo Stato, per i gusti delle autorità”.
Insomma, tradotto in parole povere, Jack Ma, il fondatore e maggior azionista di Alibaba Group Holding Ltd. che possiede a sua volta 1/3 di Ant Group, si sarebbe allargato troppo con il suo impero digitale, possono aver pensato i dirigenti del Partito Comunista Cinese a Pechino, per cui alla luce del successo dell’IPO si è pensato di bloccarlo.
La domanda è: ma non potevano pensarci prima?
La reazione sul mercato finanziario è stata rapida. Alibaba è crollata del 7,1% a Hong Kong, e ha avuto il maggior crollo in quasi sei anni alla borsa di New York.
Il sell-off ha ridotto la fortuna di Ma di quasi $3 miliardi. Hong Kong Exchange & Clearing Ltd., proprietaria della borsa della città, ha perso il 2,2%.
Perché la Ipo di Ant è stata bloccata?
Secondo alcune persone che hanno familiarità con la questione, la società dovrà apportare modifiche che includono aumenti di capitale alle sue redditizie unità di microprestito. Dovrà anche riapplicare le licenze per le unità destinate ad operare a livello nazionale, hanno aggiunto le fonti, sentite da Bloomberg, chiedendo di non essere identificate.
L’IPO dovrebbe essere ritardata di circa sei mesi e nel frattempo i fondi verranno restituiti agli investitori, ha riferito il portale di notizie QQ.com, citando una persona non identificata.
I principali broker del mercato, tra cui BTIG LLC, hanno detto ai clienti che tutte le transazioni saranno annullate. Milioni di azioni sono state scambiate nel mercato over-the-counter prima del debutto pianificato di Ant, molte con un sovrapprezzo di circa +50% rispetto al valore stabilito per la quotazione di 80 HK $ (10,32 $).
Ha scritto Gabriele Battaglia, corrispondente a Pechino della Radiotelevisione svizzera (prima dell’annuncio dei rimborsi):
Secondo questa interpretazione, le nuove regole varate dalle autorità finanziarie cinesi impongono che gli erogatori di microprestiti – come appunto Ant – debbano finanziare direttamente almeno il 30 per cento di qualsiasi prestito che concedono in compartecipazione con altre istituzioni finanziarie. Tuttavia, al momento, Ant Group finanzia direttamente solo il 2 per cento dei prestiti, mentre circa il 98 per cento viene sottoscritto da istituti finanziari partner o venduto nella forma di titoli di credito.
Insomma, prima che possa quotarsi, i regolatori cinesi chiedono ad Ant di garantire più solidamente e in prima persona i prestiti che rende possibili attraverso la propria piattaforma.
Teoricamente questo serve a non dargli troppo vantaggio competitivo rispetto agli istituti di credito tradizionali (le grandi banche di Stato), ma potrebbe anche essere un espediente per frenare una Ipo così esagerata, quindi potenzialmente destabilizzante – è quanto meno bizzarro che le nuove regole, ancora in forma di bozza, siano uscite 3 giorni prima della Ipo – oppure un modo per riportare sotto controllo politico i meccanismi del credito.
Riuscirà Ant a soddisfare i nuovi requisiti? Vorrà farlo? È la fine del microcredito online?
peter pan
1593 commenti
popolarità 1065
Dilettantismo o calcolo politico?
Mah!