Bitcoin è nel suo mercato ribassista più lungo di sempre, il calo dei prezzi e i livelli depressi rispetto al tetto di quota 69.000 dollari, dura ormai da oltre 500 giorni.
Una curiosità storico-economica
Dodici anni fa, l’economista e premio Nobel Paul Krugman si occupò per la prima volta a Bitcoin e la sua opinione era a dir poco scettica.
In quell’ormai famoso articolo, scritto per il New York Times il 7 settembre 2011, Krugman criticò e respinse la criptovaluta, che all’epoca veniva scambiata a una media di 7,03 dollari per Bitcoin.
Lo scetticismo di Krugman è tuttavia una delle opportunità mancate più costose nella storia della finanza, come dimostrato dalla reazione a un post X di oggi dallo storico di Bitcoin Pete Rizzo.
Quando fu pubblicato l’articolo di Krugman, Bitcoin era ancora agli inizi. La moneta digitale, creata da Satoshi Nakamoto (uno pseudonimo), esisteva solo da un paio d’anni. Era in gran parte sconosciuto al pubblico mainstream (lo è ancora oggi) a parte una piccola ma appassionata comunità di early adopter e fanatici di nuove tecnologie.
Nel suo articolo, Krugman sosteneva che Bitcoin fosse una bolla pronta a scoppiare. Krugman mise in dubbio la sua efficacia come valuta, criticò la sua natura decentralizzata ed espresse scetticismo riguardo alle prospettive a lungo termine.
All’epoca, al prezzo di Bitcoin di 7,00 dollari, molti condividevano i dubbi di Krugman.
Tuttavia, la storia ha dimostrato che Krugman e gli altri scettici di Bitcoin si sbagliavano. Bitcoin non solo è sopravvissuto, ma ha prosperato negli ultimi 12 anni. Il suo prezzo ha registrato una crescita senza precedenti, raggiungendo i massimi di oltre 69.000 dollari all’inizio del 2021. Ma come dimostra il chart in questa pagina, adesso non cresce più da oltre 500 giorni.
Ciò non toglie che oggi Bitcoin viene scambiato a circa 25.000 dollari, ovvero un aumento del 365,999% rispetto al prezzo del famoso articolo di Krugman sul NYT.
Tuttavia, vale la pena notare che Krugman all’epoca riconobbe che Bitcoin era stato un buon investimento, anche se metteva in dubbio che potesse servire come valuta, scrivendo:
“Il valore in dollari di quella cybervaluta ha oscillato bruscamente, ma nel complesso è aumentato vertiginosamente. Quindi acquistare Bitcoin è stato, almeno finora, un buon investimento. Ma questo rende l’esperimento un successo? Uhm, no. Cosa vogliamo da un sistema monetario non serve a rendere ricche le persone che detengono denaro; vogliamo che faciliti le transazioni e renda ricca l’economia nel suo complesso”.