Sospese per eccesso di ribasso Mps, Saipem, Bper, Bpm, Ubi Banca, Intesa, Banco Popolare e Mediaset. Continua il crollo del petrolio: Brent scende a $28.
Piazza Affari si conferma in forte calo a metà seduta in un’Europa svogliata e volatile per la mancanza di spunti dal fronte macroeconomico e la chiusura di Wall Street per il Martin Luther King Day. Sfuma dunque il rimbalzo dei listini del Vecchio Continente che la scorsa ottava, al pari della Borsa di Shanghai, sono entrati nel mercato Orso avendo ceduto il 20% rispetto ai massimi di aprile. A paralizzare gli investitori ancora una volta la Cina, in attesa dei dati su PIL e produzione industriale che saranno rilasciati in nottata, e il petrolio, alla luce della revoca delle sanzioni all’Iran che permetterà al Paese del Golfo di tornare sul mercato energetico. Sul valutario, in lieve calo (-0,21%) l’Euro / Dollaro USA. Giovedì la Banca Centrale Europea riunirà il Comitato di politica monetaria per deliberare in materia di tassi. Scontato un nulla di fatto, gli investitori tenteranno di carpire informazioni sull’orientamento futuro dell’Eurotower. Tra le commodities, l’Oro è fermo a 1.090 dollari l’oncia mentre il petrolio (Light Sweet Crude Oil) rialza la testa mostrando un timidi guadagno dello 0,27% dopo l’ennesimo tracollo che ha portato il Brent ai minimi dal 2003. Intanto lo spread si assesta a 101 punti base, mostrando un aumento di 1 punto base, con il rendimento del BTP a 10 anni pari all’1,55%. Tra i listini europei, Francoforte cede ora lo 0,22%, Londra è come Parigi. Pessima ma in ripresa dai minimi la Borsa di Milano, con il FTSE MIB che arretra dell’1,68% dopo essere arrivata a perdere quasi 2,5 punti percentuali. A zavorrare il listino italiano è il sell-off sulle banche, che tornano a scontare il nervosismo degli investitori ma anche la sempre maggiore attenzione della BCE sullo stato di salute degli Istituti dell’Eurozona. Tra le banche più colpite dalle vendite c’è Mps, al momento congelata per eccesso di ribasso con un teorico -15%. Stamane Rocca Salimbeni ha toccato il nuovo minimo di sempre sui timori di una nuova ricapitalizzazione. In forte calo anche UBI Banca, Banca Popolare dell’Emilia Romagna e Banca Popolare di Milano. Sfuma il rimbalzo di Cnh Industrial, Fiat Chrysler Automobiles e Exor, che sulle prime battute avevano tentato di risollevarsi dal bottom toccato la scorsa ottava sull’ipotesi di nuovi scandali per Renault e sulle voci di vendite gonfiate per Fiat Chrysler. Tra i pochi titoli positivi si distinguono Moncler e Telecom Italia, il primo grazie ad un giudizio positivo degli analisti, la big delle tlc dopo che Vivendi ha arrotondato la partecipazione.
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La Consob ha vietato la vendita allo scoperto dei titoli di MPS (Monte dei Paschi di Siena) dopo che l’azione dell’istituto senese sono state sospese per eccesso di ribasso e riammesse a -13%. MPS ha perso dall’inzio dell’anno -36%.
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Sotto pressione anche oggi i titoli bancari italiani che contribuiscono a spingere verso il basso l’indice tricolore. Driver principale del ribasso è il sentiment negativo sull’economia globale che alimenta i timori di un possibile ritardo del tanto atteso processo di consolidamento tra le banche del Belpaese. Pesano inoltre i dubbi che le fusioni possano effettivamente rafforzare gli istituti. E ci si chiede se questi ultimi riusciranno a far fronte a un contesto caratterizzato da bassi tassi di interesse. A guidare i ribassi c’è il Monte dei Paschi di Siena (MPS) considerata la banca che più di altri avrebbe bisogno di trovare un partner per la fusione. Le azioni senesi cedono al momento oltre 13 punti percentuali dopo essere stato sospeso, in mattinata, per eccesso di ribasso. Il titolo dall’inizio dell’anno è in picchiata ed ha perso il 36%. Pesante la discesa di altri istituti come Bper (-8,65%), UBI Banca (-6,60%), Banco Popolare (-6,60%) e Bca Pop Milano (-5,03%). La loro performance negativa affossa l’indice FTSE MIB con un -2,15%.
Fonte: Teleborsa
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Pesanti perdite oggi sul mercato secondario per le obbligazioni subordinate di Mps, in scia al crollo in Borsa delle azioni della banca, che sono arrivate a cedere circa il 15%. Attorno alle 14 il bond subordinato Mps con scadenza settembre 2020, cedola 5,6%, cede 8,5 figure, con un rendimento in salita oltre quota 13%. Al termine della scorsa settimana il bond scambiava su un rendimento di circa il 10,7%; appena una settimana fa si trovava in area 7,5%.
“Il calo pesante dei subordinati va di pari passo con il calo dell’azionario; i senior, che pure allargano, sono invece più tranquilli” conferma un trader obbligazionario. “La liquidità sul mercato è veramente bassa: c’è come al solito qualche vendita dei retail e non manca qualcosa anche da parte degli istituzionali, ma bisogna dire che di flussi reali ce ne sono pochissimi” avverte. Il bond senior aprile 2019 di Mps, cedola 3,625%, cede a fine mattino oltre una figura, per un rendimento in area 5%. Anche in questo caso, in dimensioni più contenute, è evidente il rialzo dei rendimenti subito dall’inizio del 2016: venerdì scorso il titolo scambiava attorno al 4,5%; in area 3,6% una settimana fa. (Reuters)
robyuankenobi
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