Fitch: uso di fondi pubblici per rafforzare banche italiane sarà difficile

Le iniziative del governo italiano per rafforzare la capitalizzazione delle banche italiane usando denaro pubblico aumenta la pressione sul settore bancario derivante da una debole qualità degli asset, …

Le iniziative del governo italiano per rafforzare la capitalizzazione delle banche italiane usando denaro pubblico aumenta la pressione sul settore bancario derivante da una debole qualità degli asset, secondo Fitch ratings.

Le misure che andrebbero a raffozare la qualità degli asset o il capitale senza innescare il bail-in potrebbero essere positive per i rating issuer defaults delle banche, ma l’ostacolo della legislazione Ue a usare fondi pubblici rende questa soluzione difficile da realizzare.

La volatilità del mercato, dopo il referendum sulla Brexit, ha colpito in modo particolare il settore bancario italiano perché è uno dei più deboli in Europa. La profittabilità e la generazione interna di capitale è debole. La pressione sulla qualità degli asset è il principale driver per gli outlook negativi su diverse banche grandi e medie italiane. Di recente l’agenzia di rating ha anche tagliato i rating di Banco Desio e di Iccrea.

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Per il Financial Times il presidente del Consiglio Matteo Renzi è pronto a salvare le banche con soldi pubblici indipendentemente dalle regole europee. Ma fonti di governo rispondono subito precisando che la sfida a Bruxelles è sulla crescita e gli investimenti, necessari nel post Brexit, non sulle banche, rispetto alle quali il governo rispetta le regole.

“L’Italia è pronta a sfidare l’Ue e iniettare, in modo unilaterale, miliardi di euro nel suo sistema bancario in difficoltà, se esso fosse oggetto di una severa pressione sistemica: una mossa di ultima istanza’ che minerebbe il nascente regime comune per la gestione delle banche in difficolta”. Lo scrive il Financial Times, dando grande rilievo alla notizia, che apre l’edizione di lunedì 4 luglio. Secondo il quotidiano della City, “il primo ministro italiano Matteo Renzi è determinato a intervenire con fondi pubblici, se necessario, malgrado gli avvertimenti di Bruxelles e Berlino circa la necessità di rispettare le regole, che mettono in capo ai creditori privati, invece che ai contribuenti pubblici, il finanziamento dei salvataggi bancari”.

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A stretto giro di posta è arrivata la replica da parte di fonti di Palazzo Chigi: “Contrariamente a quanto riportato sulla stampa internazionale, il presidente del Consiglio Matteo Renzi è pronto a ‘sfidare’ Bruxelles sul futuro dell’Europa poiché non crede possibile ignorare il risultato della Brexit. E’ dunque sulla crescita, gli investimenti, la cittadinanza, l’immigrazione, la lotta alla disoccupazione che si concentra l’attenzione dell’Italia. Quanto alle banche, è noto, come ha avuto modo di sottolineare anche domenica 3 luglio in una intervista televisiva, che Renzi prediliga le soluzioni di mercato, nel rispetto delle regole vigenti in Europa”.

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Il governo italiano ribadisce di voler affrontare i problemi del sistema bancario utilizzando “soluzioni di mercato, nel rispetto delle regole vigenti in Europa”.

Così fonti di palazzo Chigi smentiscono un articolo del Financial Times in base al quale il premier Matteo Renzi sarebbe pronto a “sfidare” Bruxelles per ricapitalizzare gli istituti di credito nazionali.

Banca Mps, il nome più ricorrente tra gli istituti oggetto di possibili interventi pubblici, perde fino a 9%. La banca senese ha ricevuto una lettera dalla Bce in cui le viene chiesto di accelerare sul piano di cessione dei Non performing loan.

Con circa 360 miliardi di crediti deteriorati, gli istituti di credito italiani sono considerati vulnerabili dai mercati.

I timori aumentano man mano che ci si avvicina a fine luglio, quando saranno resi pubblici i risultati degli stress test condotti da Eba e Bce. Per l’Italia le banche coinvolte sono, oltre ad Mps, UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco Popolare e UBI Banca.

Il Financial Times, rilanciando indiscrezioni ricorrenti, attribuisce all’Italia l’intenzione di “immettere miliardi” nel sistema bancario italiano anche tramite una sospensione del ‘bail in’, il principio europeo che impone perdite ad azionisti e creditori in caso di salvataggi bancari.

Nell’escludere interventi unilaterali, da Palazzo Chigi sottolineano che è su “crescita, investimenti, cittadinanza, immigrazione, lotta alla disoccupazione che si concentra l’attenzione dell’Italia”.

Al di là di Ft, l’Italia sta trattando con la Commissione europea un piano per ricapitalizzare le banche con fondi pubblici, limitando le perdite per gli investitori, secondo quanto ha confermato ieri una portavoce dell’esecutivo Ue.

 

 

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