Le azioni di New York Community Bancorp (NYCB) hanno subito mercoledì un crollo del 38%, a 6,47 dollari, il suo giorno peggiore mai registrato in borsa, dopo che la società ha registrato una forte perdita nel quarto trimestre e ha tagliato il dividendo per sostenere il capitale in seguito all’acquisto delle attività della fallita Signature Bank (SBNY: -9,09%).
Alla fine di dicembre la società ha registrato una perdita di 252 milioni di dollari, ovvero 36 centesimi per azione, in raffronto a un profitto di 172 milioni di dollari, o 30 centesimi per azione, nello stesso periodo dell’anno precedente. Gli analisti si aspettavano un utile di 27 centesimi per azione per il quarto trimestre. In sostanza le perdite sui prestiti sono aumentate e la banca ha accantonato milioni di dollari in più per prepararsi a future potenziali perdite.
L’amministratore delegato Thomas Cangemi ha affermato che la società si sta adeguando alle esigenze normative per essere una grande banca dopo l’acquisto di attività e passività da Signature Bank, una delle tre banche fallite in rapida successione all’inizio del 2023 dopo che i clienti spaventati hanno ritirato contanti in massa agli sportelli.
Con l’accordo Signature, concluso lo scorso marzo, il patrimonio totale della NYCB ha superato i 100 miliardi di dollari, una soglia normativa chiave che prevede standard di capitale e liquidità più rigorosi. La banca ha anche acquisito Flagstar Bancorp alla fine del 2022.
Nell’ambito delle misure volte a rafforzare tali livelli di capitale e liquidità, la società ha tagliato il dividendo trimestrale a 5 centesimi per azione, da 17 centesimi per azione.
“Abbiamo intrapreso azioni decisive per costruire capitale, rafforzare il nostro bilancio, rafforzare i nostri processi di gestione del rischio e allinearci meglio con le banche interessate”, ha affermato Cangemi.
I risultati hanno riportato alcuni investitori alla crisi bancaria dell’inizio del 2023, quando Signature, Silicon Valley Bank e First Republic Bank fallirono tutte nel giro di poche settimane. In quelle banche, grandi quantità di depositi non assicurati, base di clienti concentrata e perdite di carta sui loro portafogli obbligazionari avevano scatenato una crisi di fiducia tra depositanti e investitori.