Per la prima volta dal 31 dicembre del 1999, dal picco dell’era dot-com, tutti e tre i principali indici a Wall Street hanno chiuso su livelli record in una sola seduta. È successo giovedì 11 agosto, quando l’azionario è stato spinto al rialzo dalla tonicità del settore retail e da un nuovo rally del petrolio.
Sul primo fronte, la catena di grandi magazzini Macy’s (+17%) ha annunciato conti in calo ma sopra le stime e la chiusura di 100 negozi, il 15% del totale, per far fronte al calo delle vendite. Nello stesso comparto, è volato anche il titolo Kohl’s (+16%) grazie a conti oltre le previsioni. Finita la seduta, Nordstrom ha pubblicato conti che hanno permesso un guadagno dell’11% nel dopo mercato. Venerdì 12 agosto toccherà a JC Penney (+8,63%) annunciare i conti, le cui azioni hanno cavalcato il momento. Quanto al petrolio, il barile ha corso nel giorno in cui il ministro saudita dell’Energia ha detto che l’Arabia Saudita potrebbe partecipare a un’azione coordinata per aiutare a riequilibrare il mercato petrolifero; si è tornato a sperare in un accordo sul congelamento della produzione di cui l’Opec discuterà in un meeting informale che si terrà a fine settembre in Algeria. Il Dow Jones è salito di 117,86 punti, lo 0,64%, a quota 18.613,52. L’S&P 500 ha aggiunto 10,30 punti, lo 0,47%, a quota 2.185,79. Il Nasdaq ha guadagnato 23,81 punti, lo 0,46%, a quota 5.228,40. L’indice delle 30 blue chip e quello benchmark sono in rialzo di quasi del 7% da inizio anno; per quello tech l’incremento è stato del 4,4%. Il petrolio al Nymex ha guadagnato il 4,27% a 43,49 dollari al barile.
Nel reddito fisso, i Treasury hanno perso quota per la prima volta dopo due sedute di rally provocando il maggiore balzo dei rendimenti da quasi una settimana. Nel giorno di nuove richieste di sussidi di disoccupazione rimaste sotto quota 300.000 per la 75esima settimana di fila, la propensione al rischio ha spinto il rendimento del decennale in rialzo di 6,5 punti base all’1,575%; quello del titolo a due anni è salito di 6 punti base allo 0,750%, massimo del 26 luglio; quello del titolo a 30 anni è aumentato di 4,9 punti base al 2,276%. Sul fronte valutario, il dollaro è salito dello 0,7% arrivando a comprare 101,925 yen.
L’euro ha perso lo 0,3% venendo scambiato per 1,1139 dollari. I trader di questa asset class vedono come più probabile un aumento dei tassi della Federal Reserve a dicembre. Ieri le probabilità, misurate dai future sui Fed Funds, erano al 50%. La tesi è confermata da un sondaggio condotto dal Wall Street Journal, secondo cui il 71% dei 62 economisti interpellati in questo mese dice che la Banca centrale Usa aumenterà il costo del denaro nella riunione del 13 e 14 dicembre prossimi. La percentuale è in netto rialzo rispetto alle rilevazioni di luglio e giugno, quando rispettivamente la metà e il 7,8% del campione pensava che una stretta ci sarebbe stata a fine anno. Soltanto sette degli esperti sentiti dal Wsj crede che la Fed alzerà i tassi nella riunione del 20 e 21 settembre. In quattro pensano che l’istituto di Janet Yellen agirà l’1 e il 2 novembre.