“Il modello geopolitico ed economico su cui poggiava l’Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale è scomparso”, ha affermato Draghi nel suo intervento. L’ex premier ha poi individuato come punti deboli del continente il basso livello di produttività, i costi energetici elevati e la mancanza di manodopera qualificata. “Per avere un’economia in grado di sostenere una società che invecchia al ritmo che abbiamo in Europa, dobbiamo avere una produttività molto più elevata”, ha detto Draghi. “Il punto su cui dobbiamo agire insieme è l’energia. Non andremo da nessuna parte pagando l’energia due o tre volte quello che costa in altre parti del mondo”, ha aggiunto l’ex governatore della Bce che ha poi lanciato un segnale d’allarme a breve termine. L’Europa potrebbe “registrare una recessione” entro la fine dell’anno, ma forse non sarà destabilizzante”, ha concluso Draghi.