Mike Huckabee, ex governatore dell’Arkansas e candidato del presidente eletto Donald J. Trump per l’ambasciatore degli Stati Uniti in Israele, ha scartato la possibilità di perseguire una soluzione a due stati durante il suo mandato.
“Sarei molto sorpreso se [Trump] venisse e dicesse, ‘Andiamo là fuori e segliamo la soluzione a due stati'”, ha detto Huckabee ad Ami Magazine in un’intervista questa settimana.
Huckabee, un convinto sostenitore di Israele, ha evidenziato i risultati del primo mandato dell’amministrazione Trump, tra cui il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele, il riconoscimento da parte degli Stati Uniti della sovranità israeliana sulle alture del Golan e il trasferimento dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme.
Queste mosse, ha detto, hanno rafforzato l’allineamento dell’amministrazione con il diritto di Israele all’autodifesa e l’opposizione alle minacce regionali dell’Iran.
L’ambasciatore designato ha sottolineato il suo ruolo di tramite tra gli Stati Uniti e Israele, esprimendo la sua intenzione di influenzare la politica aderendo alle direttive del presidente. Ha sottolineato la sua comprensione dell’importanza di Israele come fattore che modella il suo ambasciatore.
I commenti di Huckabee giungono nel mezzo di dibattiti in corso sulle possibili risoluzioni del conflitto israelo-palestinese. Le sue osservazioni suggeriscono che l’approccio dell’amministrazione Trump nel suo secondo mandato rimarrà saldamente radicato nel dare priorità alla sovranità israeliana rispetto ai compromessi diplomatici come un quadro a due stati.
L’incontro alla Trump World Tower si è anche concentrato sulla presentazione di Huckabee alla comunità ebraica haredi (ultra-ortodossa). Huckabee ha espresso interesse nell’impegnarsi con i leader haredi e ha riconosciuto le sfide affrontate dalle comunità visibilmente ebraiche in mezzo al crescente antisemitismo a livello globale.
Fonte: Jerusalem Post