Il capo di Stato Maggiore della Difesa, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, è tornato recentemente da Kiev e lì, in Ucraina, così come nei Paesi vicini, «l’aria è resa soffocante non solo dalla pressione militare russa, ma anche dalla sua narrativa fuorviante, il cui obiettivo è condizionare le loro libertà democratiche», dice intervenendo a un evento dell’Istituto affari internazionali a Montecitorio.
E con l’avvicinarsi di appuntamenti elettorali importanti, dalle Europee di giugno alle elezioni in Gran Bretagna fino alle presidenziali Usa a novembre, la Russia intensificherà la sua strategia di disinformazione: «Stiamo assistendo proprio in questi giorni – sottolinea Cavo Dragone – all’intensificarsi di una strategia di disinformazione, da parte della Russia, che vede impegnato in prima fila lo stesso Putin».
Mosca vuole «disorientare le nostre opinioni pubbliche diffondendo una narrativa fallace – sostiene – i cui cardini sono principalmente tre: l’immagine di una Russia desiderosa di pace; il quadro di una guerra ormai inutile e il cui esito a vantaggio di Mosca non è più in discussione; la percezione di un Occidente ormai stanco di sostenere un conflitto costoso e senza speranze di successo».
Punta, dunque, sui tentennamenti del fronte occidentale. D’altronde, dice a La Stampa, «dopo un conflitto di così lunga durata, l’attenzione tende a scemare, ci si abitua, nonostante la devastazione sia sempre la stessa».
Anche l’apertura di nuovi scenari in Medio Oriente «rischia di far perdere il focus su un teatro fondamentale come quello ucraino e questo non deve accadere».
La Nato, conclude Cavo Dragone, «è il vero scudo con cui difendere libertà e democrazia, perché il confronto con la Russia durerà almeno altri 10 anni, anche se la guerra in Ucraina dovesse finire prima».