Il giorno dopo che il Presidente Biden ha avvertito Israele che un attacco su larga scala a Rafah avrebbe superato una “linea rossa” per il sostegno degli Stati Uniti, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu si è sfogato durante una riunione con il suo gabinetto di sicurezza, secondo quanto riporta Axios.
“Non siamo uno stato vassallo degli Stati Uniti!” ha dichiarato, secondo tre persone a conoscenza delle sue osservazioni, inclusa uno dei più stretti collaboratori di Netanyahu.
La reazione impulsiva di Netanyahu riflette il suo umore ‘combattivo’ in un momento in cui la guerra di Israele contro Hamas a Gaza ha messo a dura prova la sua relazione con gli Stati Uniti.
Bibi ha da tempo combattuto con i presidenti democratici statunitensi per mobilitare la sua base in patria — e non vuole essere visto come un burattino di Biden.
La tensione è iniziata a crescere due settimane fa, dopo che Biden ha bloccato la spedizione di 3.500 bombe americane che stavano per partire per Israele.
Questo episodio è significativo di quanto Biden sia preoccupato che Netanyahu continui a dire che sta pianificando un’invasione di Rafah, dove più di un milione di palestinesi sfollati hanno trovato rifugio.
Bibi e il suo stretto confidente Ron Dermer, ministro israeliano per gli affari strategici, sono stati sorpresi dalla decisione di Biden sulla spedizione di armi e dal suo ultimatum pubblico, hanno detto a Axios due fonti israeliane a conoscenza della questione.
Biden e altri alti funzionari del governo di Washington hanno detto privatamente a Netanyahu e Dermer diverse volte di recente che tale mossa potrebbe avvenire se continuassero a spingere verso un’invasione di Rafah. Ma Dermer, che è stato ambasciatore di Israele a Washington per otto anni durante le amministrazioni Obama e Trump, ha detto a Netanyahu che Biden non avrebbe mai osato fare un passo del genere.
Fino ad ora, l’esercito israeliano sta operando a Rafah in modo mirato senza un’invasione di terra su larga scala, dicono i funzionari statunitensi.
Fonte: Axios