(WSC) NEW YORK – Un accordo che sicuramente preoccuperà la Cina, quello firmato oggi da India e Stati uniti per la condivisione delle intelligence raccolte via satellite, soprattutto alla luce della disputa territoriale e toni violenti che oppone Nuova Delhi e Pechino lungo il non definito confine himalayano.
La visita del segretario di Stato Mike Pompeo e del segretario alla Difesa Usa Mark Esper porta a casa un risultato importante nella definizione dei blocchi all’interno dell’instabile e cruciale regione dell’Indo-Pacifico. I due membri dell’Amministrazione Trump hanno incontrato i loro omologhi: il ministro degli Esteri Said Jaishankar e il ministro della Difesa Rajnath Singh.
Nel dialogo sulla difesa che hanno condotto le parti, si è discusso di molti aspetti, “dalla cooperazione nella difesa dalla pandemia che è originata a Wuhan, all’opposizione alle minacce del Partito comunista cinese alla sicurezza e alla libertà, fino alla promozione della pace e della stabilità nella regione”, ha affermato Pompeo, secondo quanto riporta il South China Morning Post.
US, India sign defence pact after talks focused on China’s influence
La discussione “sul Partito comunista cinese”, ha detto ancora Pompeo nella conferenza stampa dopo gli incontri, è stata “robusta”. E il capo della diplomazia americana ha bollato il PCC come “non amico della democrazia”. Gli ha fatto eco Esper, assicurando che Usa e India “stanno fianco a fianco a sostegno di una libera regione dell’Indo-Pacifico per tutti, in particolare in vista della crescente aggressione e delle attività destabilizzanti della Cina”.
Le dichiarazioni indiane sono state meno bellicose, evitando quanto meno di citare esplicitamente la Cina. “In un momento in cui è particolarmente importante consolidare un ordine internazionale basato sulle regole, l’abilità di India e Stati uniti di lavorare vicini nei campi della difesa e della politica estera ha un’ampia risonanza”, ha detto Jaishankar.
L’accordo BECA (Basic Exchange and Cooperation Agreement) firmato oggi consente alle due potenze di condividere le intelligence da satellite per sorvegliare i movimenti di avversari, vale a dire della Cina. Consente inoltre di fornire ai velivoli da guerra acquistati dall’India di montare le ultime tecnologie in termini di navigazione. Secondo quanto scrive il Scmp, Washington spera di vendere altri F-18 a Nuova Delhi, soppiantando le forniture russe.
Il patto consolida un processo di avvicinamento che ha portato a dar vita alla quasi-alleanza “Quad”, che vede assieme Usa, Giappone, Australia e India. E porta acqua al mulino della politica estera di Donald Trump, a una settimana da elezioni che comunque lo vedono al momento sfavorito nei sondaggi. Anche se, certo, il presidente uscente Usa riserva spesso delle sorprese.
Da Pechino la reazione è arrivata dal portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin, nella forma dell’ormai invito di prammatica a Washington di “abbandonare la sua mentalità da Guerra Fredda, l’approccio mentale a somma zero e smetterla di sventolare la ‘minaccia cinese'”. Ma in realtà una risposta preventiva ben più corposa è arrivata il 23 ottobre scorso, quando il presidente cinese Xi Jinping, parlando alla commemorazione della Guerra di Corea alle truppe, ha tenuto un discorso bellicoso nel quale di fatto ha detto che la Cina è pronta a “combattere la guerra con la guerra”. (Askanews)